notavdi Eleonora Artesio, Armando Petrini, Ezio Locatelli


Precisazione inviata a Repubblica e pubblicata domenica 29 gennaio. In merito al corsivo "Quei ribelli separati in piazza" di Marco Trabucco del 25 gennaio, non possiamo che condividere la convinzione che la politica, e la sinistra in particolare, dovrebbe dare risposte unificanti alle diverse forme di diseguaglianza e di disagio che nascono nella crisi. Il corsivo manifesta però una evidente omissione. Qualche politico era presente al presidio: Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra lo erano. Qualche politico si è occupato del caso De Tomaso come dimostrano le interrogazioni della FdS in Consiglio Regionale, qualche politico si è occupato dei profughi e richiedenti asilo: vogliamo ricordare l'impegno dei consiglieri circoscrizionali di Rifondazione Comunista? Si vede che quei politici non sono interessanti per l'informazione o sono invisibili, quindi assenti per i giornali. Certamente un quotidiano può promuovere convinzioni di area e individuali, quindi ritenere irrilevante la politica della Federazione della Sinistra: non fino al punto di dichiarare "di politici nemmeno l'ombra".

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di Gaetano Azzariti
Uno spettacolo francamente scadente quello che si sta rappresentando in Senato e dintorni. Verrebbe la voglia di abbandonare la sala, magari chiedendo anche il rimborso del biglietto. Se non fosse che la sceneggiata non è fine a se stessa, ma rischia di travolgere gli equilibri costituzionali del Paese: stanno giocando con il fuoco e rischiamo di finire bruciati tutti noi. La storia è nota (almeno ai lettori de il manifesto, tra i pochi a dedicare spazio alle ultime vicende di riforma costituzionale).

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121001sapienzadi Monica Lanfranco
Per molte persone si tratta di questioni marginali e di lana caprina, e si sa che in Italia se le donne sollevano problemi di questo tipo si sentono dire così. Ma credo che valga la pena di rischiare, visto che la lettera aperta Che genere di concorso? scritta dal Laboratorio di studi femministi Anna Rita Simeone dell’Università di Roma La Sapienza solleva un problema vero: come si fa a cambiare la società in senso non sessista se le competenze di chi va a insegnare non prevedono la conoscenza (minima) del percorso storico, culturale, sociale e politico di metà della popolazione?
La lettera aperta, indirizzata al ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e alla ministra Elsa Fornero è scritta da un gruppo di studiose specializzate negli studi umanistici, la maggior parte docenti nella scuola e nell’università, a grande maggioranza precarie, che hanno partecipato alla selezione per il personale scolastico che si è tenuta a fine settembre.

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di Domenico Gallo

La sentenza che ha dichiarato non doversi procedere, essendo prescritto il reato di corruzione dell' avv. Mills, testimone chiave in altri processi, Silvio Berlusconi...

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121024precariodi Alessandra Scurati
Sono un’insegnante precaria abilitata, capitata quest’anno in un Istituto Comprensivo in provincia di Varese. Dico “capitata” perché il tipo di scuola in cui ho sempre insegnato (i licei) non è lo stesso in cui mi trovo ora a lavorare, la scuola secondaria di I grado (ex scuola media). Chi di scuola e di reclutamento degli insegnanti non si intende potrebbe pensare che in fondo non cambia molto, si tratta comunque di insegnare e lo stipendio è il medesimo. In realtà insegnare alle scuole superiori e lavorare alle scuole medie non è la stessa cosa, sia per la differenza d’età dei ragazzi, sia per il tipo di lavoro, più orientato all’educazione nella scuola media, più centrato sull’istruzione in quanto tale nei licei. Se fosse solo questa la differenza, per un anno mi potrei anche adeguare, sebbene le mie competenze non siano quelle necessarie a lavorare con i bambini.

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120121siciliaSono un produttore agrumicolo siciliano. In questi giorni, nel pieno della stagione delle arance, anziché a raccogliere sono al computer a mandare appelli affinché si aprano gli occhi su ciò che sta succedendo qui. Vi scrivo da Lentini, provincia di Siracusa. Eravamo al corrente dei blocchi imminenti già dalla settimana scorsa. A differenza di noi la maggior parte della popolazione era assolutamente ignara e questo ad ulteriore riprova del fatto che il fenomeno non nasce come popolare. Lunedì sono cominciati i blocchi. Qui a Lentini ne sono stati organizzati parecchi, almeno 4 sulle principali vie d'accesso del paese. Tutti i mezzi commerciali anche semplici macchie furgonate sono stati costretti a fermarsi e a dimostrare solidarietà al movimento abbandonando il mezzo.

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di Fabrizio Verde
La più grande crisi dopo quella del 29’ tiene sotto scacco le economie occidentali, con l’Europa in testa, dove la percentuale di persone senza lavoro ha sfondato quota 11% a livello continentale.

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di Francesco Piccioni
Lo squillo delle trombe dopo la riunione di Bruxelles stordisce anche coloro che vogliono rimanere lucidi. C'è riuscita Anna Maria Merlo che su questo giornale ha smantellato criticamente pezzi importanti dell'accordo. Aggiungo solo quanto segue. Il fondo salva stati Efsf è formalmente dotato di 500 miliardi di euro; non tutti sono però disponibili.
Di questi, 100 sono stati impegnati per il salvataggio delle banche spagnole. I 400 miliardi restanti dovrebbero finanziare altre banche in crisi e, inoltre, permettere agli Stati di attingervi per rifinanziare il proprio debito pubblico.

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1sinistraunita

L. M Quando D’Alema dice che “Monti ha posizioni compatibili con il nostro orizzonte programmatico”, non dice nulla di nuovo. Il Pd, miscuglio mal riuscito di culture politiche non assimilabili, si nutre ormai di quel credo neoliberista che ci ha portato sull’orlo del baratro. Le forze alla sinistra dei democratici rappresentate in Parlamento da Di Pietro, fuori da Sel e Fds, provano(chi alla luce del sole, chi sottotraccia) a mantenere in piedi un’alleanza che dovrebbe portare, sondaggi alla mano, nelle agognate stanze di Palazzo Chigi.Senonché, mentre i teatranti della politica si limitano a parlare tra di loro, c’è un governo che sta facendo disastri e per questo viene osteggiato da una gran parte di italiani.

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