Di Paolo Ferrero. Questa volta il governo è stato di parola e ha dato luce ad una manovra che cerca di affondare l'Italia come il Titanic: un disastro.  Del Titanic la manovra rispetta anche i privilegi di classe: Forse non tutti sanno che su 708 passeggeri che si salvarono dalla tragedia, si salvò il 60% dei passeggeri di prima classe (200), il 42% di quelli di seconda classe (120), il 25% di quelli di terza classe (174) e il 24% dei membri dell'equipaggio. La manovra del governo porterà all'affondamento dell'Italia, ma come sul Titanic, quelli di prima classe si salveranno molto di più e i lavoratori avranno la peggio. Per questo contro questa manovra faremo le barricate 13/08/2011

120705monti bondidi Roberto Romano
l comunicato del governo sulla spending review è un pugno allo stomaco. Le misure adottate non sono una «rivisitazione della spesa», ma una vera e propria manovra correttiva da 4,5 miliardi per 2012, 10,5 per il 2013 e 11 per il 2014. Misure di contenimento della spesa pubblica peraltro parziali. Siamo infatti in attesa di un altro provvedimento legato alle agevolazioni fiscali, che secondo l'ex ministro del tesoro valeva 20 miliardi. Il tutto senza evitare l'aumento dell'Iva, solo posticipato. Altri 4 mld di euro. La sanità sarà colpita da un taglio aggregato di 13 mld di euro, non di meno le regioni e comuni. In altre parole, il governo nega che la minore crescita del pil non ha «minacciato» i conti pubblici, ma le misure adottate sono esattamente pari alle minori entrate che la riduzione del pil determinerà.
Se le previsioni di crescita erano negative tra il meno 2% e il meno 2,5%, con queste misure si riduce la domanda e, per questa via, determinerà una ulteriore contrazione della crescita.

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Dal Manifesto del 13 gennaio 2012 di Corrado Oddi*

120113acquanapoliIl governo ha ignorato tutti gli appelli dei movimenti. Ora fa il colpo di mano per esautorare i comuni.
In molti si sono cimentati nella discussione sulla discontinuità o meno del governo Monti rispetto al precedente governo Berlusconi. Molto ci sarebbe da dire in proposito, ma certamente non si sbaglia ad evidenziare come non sia cambiato il metodo di accreditare ipotesi e regolarsi sulla base delle reazioni che esse suscitano. Non si può pensarla diversamente rispetto al fatto che nella giornata di ieri sono girati varie versioni sul presunto testo del decreto legge sulle liberalizzazioni che il governo dovrebbe varare il prossimo 20 gennaio.

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manifestazioneroma

di Stefano Galieni
La direzione nazionale del Prc che si è riunita ieri 22 marzo ha avuto una discussione che incrociava alcuni punti nodali: l’analisi dei risultati delle elezioni amministrative, definite da Gianluigi Pegolo, per quanto riguarda i risultati della FdS di sostanziale tenuta, il quadro politico nazionale ed europeo, gli obiettivi da percorrere.

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NUOVALEGGE

di Romina Velchi
Un mostro si aggira per il parlamento: la riforma elettorale. Per ora è tutto fermo. Un po' in attesa dei ballottaggi; un po' in attesa che prendano forma concretamente le riforme costituzionali, con le quali la modifica del sistema di voto dovrebbe, in teoria, armonizzarsi. In teoria perché, nei conciliaboli e nei tavoli dei cosiddetti “saggi” (cioè gli esperti che stanno cercando di trovare un accordo da presentare ai rispettivi partiti e che di nome fanno Violante, Bressa, Quagliariello, La Russa, Adornato, Pisicchio e Bocchino) se ne sentono di tutti i colori.

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patrimoniale

da Sbilanciamoci

In un periodo storico in cui non si lesina di parlare di "sostenibilità" dello sviluppo e di come questo debba diventare l'obiettivo principe dell'azione politica, è bene ricordare che, a maggior ragione, questo non può essere smarrito proprio in un periodo di crisi quale è quello che si sta dispiegando con la massima forza...

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cortegiustiziaeuropeadi Mauro Palma
Irrompe l'Europa, con una sentenza della Corte per i diritti umani sulle carceri, in un confronto elettorale finora avvitato attorno al tema degli equilibri economici e finanziari e a quello, più di cucina, delle sotto-aggregazioni in cerca di seggi. Un avvio di campagna elettorale che sembra fin qui aver dimenticato, come lontana nel tempo, la linfa vitale che si era espressa in modo lampante nella partecipazione di massa ai referendum dello scorso anno e che, sebbene con altri numeri, si era rivista in quella alle primarie per scegliere il leader della coalizione. Tutto è sembrato ricomporsi in questi giorni in una sorta di gioco interno a un sistema scarsamente dialogante con l'impellenza dei bisogni concreti di larghi settori in sofferenza e anche con le potenzialità di un mondo giovanile che non trova possibilità di essere protagonista, ristretto nella condizione di precarietà sociale, oltre che economica e soggettiva.

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termini-imerese-sciopero

di Massimo Giannetti

«Da qui ai prossimi giorni a Termini Imerese se ne vedranno delle belle, la nostra protesta sarà un crescendo...». Sono le quattro del pomeriggio e davanti alla sede dell'Agenzia delle entrate, sul lungomare Cristoforo Colombo, ci sono un sacco di poliziotti.

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di Maria Grazia Campari

Sembra giusto definire la legge n. 92/2012, in vigore dal 18 luglio, un controriforma anticostituzionale. Vediamo sinteticamente il perché. Nei suoi primi e fondamentali articoli (1, 4, 35, 36, 38) la Costituzione repubblicana mostra il disegno di attribuire al lavoro la qualità di agente di partecipazione democratica, garante della effettività dei diritti sociali, civili e politici dei cittadini. Il lavoro, quindi, come bene preminente (art. 1) che la Repubblica si incarica di tutelare e rendere effettivo (art.4).

Nella legge 28.6.2012 n. 92 (riforma del mercato del lavoro) si evidenzia l’intento di operare un capovolgimento dei principi costituzionali, attraverso la surrettizia controriforma dei suoi valori cardine.

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