121004carceridi Paolo Persichetti
Soltanto un terzo delle richieste di risarcimento per ingiusta detenzione trovano soddisfazione. E’ quanto emerge dagli ultimi dati forniti dall’Eurispes e dall’Unione delle camere penali italiane. Su una media di 2500 domande annuali (nel 2011 ne sono state presentate 2369) appena 800 vengono accolte. Il motivo è semplice e al tempo stesso sconcertante: l’Italia è l’unico paese in Europa dove l’istituto della riparazione per ingiusta detenzione è regolato da una clausola, inserita nel comma 1 dell’articolo 314 cpp, che esclude il risarcimento nei casi in cui il ricorrente «abbia dato o concorso a darvi causa per dolo o colpa grave».
Secondo la norma per avere diritto al risarcimento non è sufficiente avere dalla propria parte una sentenza d’assoluzione irrevocabile, secondo una delle formule previste dal codice: iI fatto non sussiste, oppure non è stato commesso o non costituisce reato o non è previsto dalla legge come tale. Non basta nemmeno che la giustizia abbia riconosciuto l’illegittimità della misura cautelare.

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120226grecia

di Antonio Lettieri

Che rapporto c’è fra la crisi greca e il dibattito sulla riforma dell’articolo 18 in Italia? A un primo sguardo nessuno...

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600_alexis_tsipras_ap_120506di Paolo Ferrero
La vicenda europea è arrivata ad un punto di svolta e la vera partita si gioca in Grecia. Questo perché in Grecia può vincere le elezioni un partito chiaramente antiliberista come Syriza. Il contesto europeo in cui la destra ha perso in Francia e nelle regionali tedesche a favore dei socialdemocratici, può dare una mano, ma la vera questione la sta ponendo la Grecia, cioè l’anello più debole della catena. Ed il punto è semplice: visto il palese fallimento delle politiche recessive basate sulla distruzione del welfare e dei diritti dei lavoratori, è sufficiente oggi per uscire dalla crisi affiancare a queste politiche un po’ di investimenti come chiedono i socialisti? E’ del tutto evidente che la risposta è no, mille volte no.

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4bonds

di Alfonso Gianni

Riemergere dall’onda lunga del conformismo e della retorica nazionalista che hanno improntato i commenti post vertice Ue, non è facile. Eppure bisogna farlo, pena patire troppo dure delusioni quando le sirene delle magnifiche sorti e progressive delle elite economiche finanziarie europee avranno finito il loro canto. Se ne sono sentite di tutte. La contemporaneità dei campionati europei ha impastato i giudizi politici con metafore calcistiche. Così veniamo a sapere che ai Tre-Monti si sono sostituiti i Tre-Mario e persino un raffinato giornalista di lungo corso come Eugenio Scalfari non riesce a evitare di scadere nell’orrido con il doppio parallelismo Hollande come Cassano, Monti uguale a Balotelli.

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immigratidi Laura Eduati
È accaduto in Portogallo, poi in Spagna, ora accade anche in Italia. Tre paesi coinvolti duramente dalla crisi economica che fino al 2010 comunque attraevano migranti in cerca di lavoro. Oggi, invece, la situazione si è ribaltata perché nel 2011 la nostra penisola da Paese di immigrazione è tornata ad essere Paese di emigrazione. Le cifre sono chiare: lo scorso anno sono arrivati appena 27mila stranieri mentre hanno fatto le valigie per l'estero 50mila italiani. Uno scenario impensabile anche solo in tempi recentissimi: dal 2002 al 2009 ha varcato la frontiera italiana una quota oscillante tra i 350mila e i 500mila migranti l'anno.

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121004diazdi Norma Rangeri
«Sono certo che il prefetto De Gennaro, nel suo nuovo incarico istituzionale, potrà efficacemente portare avanti il suo impegno...», così Massimo D'Alema, l'11 maggio, salutava la nomina a sottosegretario del governo Monti dell'uomo che ai tempi del massacro alla Diaz era il capo della polizia. La stessa persona che nelle motivazioni della Corte di Cassazione interpreta il ruolo del fantasma del palcoscenico, l'ispiratore di una repressione disumana, segnata da efferatezze che ancora oggi si fatica a leggere nei particolari descritti dai giudici. Quel poliziotto d'Italia che non volle fermare le squadracce spinte, invece, a emulare un clima cileno, nel cuore dell'Europa, quando l'Italia berlusconiana sospese la democrazia con il sangue di ragazzi inermi. Lo stesso uomo che la Cassazione ritiene responsabile di aver sollecitato il meccanismo della pura violenza nel tentativo di riscattare l'onore perduto di una polizia che non aveva saputo vigilare sull'ordine pubblico nei giorni del G8.

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degenn

 di: Coordinamento provinciale Giovani Comunisti La Spezia

Apprendiamo con indignazione e sgomento la nomina odierna del prefetto Gianni De Gennaro a sottosegretario alla presidenza del Consiglio voluta da Mario Monti. Riteniamo tale scelta l'ennesima mossa vergognosa e molto politica di un governo che nulla ha di tecnico ma solo di reazionario.

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de magistris luigidi Fabrizia Bagozzi
Al teatro Eliseo di Roma Luigi de Magistris presenta oggi in pompa magna il suo movimento arancione. Il manifesto – va da sé: antimontiano e antiberlusconiano – e il simbolo. Però non la lista, come in un primo tempo pareva. Anche perché è in pieno corso il processo costituente del Quarto polo di cui gli arancioni sono una parte importante: nel fine settimana ci saranno le assemblee territoriali di “Cambiare si può” e il 22 un nuovo incontro nazionale per sancire la nascita dell’eventuale listone della sinistra alternativa che si sta raccogliendo attorno ai promotori dell’appello.

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121122demagistrisIntervista a Luigi De Magistris di Masimiliano Di Giorgio (Reuters)
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris punta a costruire una lista civica nazionale con quelli che chiama i "non allineati" al governo del premier Mario Monti, ma aspetta di capire chi vincerà le primarie del centrosinistra per sciogliere il nodo delle alleanze.
"C'è uno spazio politico importante da riempire in un recinto ovviamente ampio che è quello che guarda al centrosinistra, ma con una forte caratterizzazione di autonomia", ha detto De Magistris oggi a Reuters nel corso di un'intervista telefonica.

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