di Benny Calasanzio Borsellino

E dunque, considerando un sondaggio per quello che è, ovvero un sondaggio, la lista Rivoluzione Civile e il suo portabandiera, Antonio Ingroia, sono passati da uno 0,5 per cento nelle intenzioni di voto, rilevato da Swg a metà dicembre, al tondo 5 per cento di Piepoli diffuso in questi giorni. E con tutti i guanti felpati del caso, qualche riflessione si può già fare. Quattro sono gli aspetti fondamentali che mi fanno pensare che questo 5 per cento sia solo il primo gradino di una scalata che può portare Rivoluzione Civile laddove nessuno può immaginare.

 1) Boom a tempo record. Non ho ricordi di altre formazioni politiche che a pochi giorni dalla nascita abbiano sfondato

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di Tonino Perna

Il Professor Monti nel presentare la sua agenda-programma per le prossime elezioni ha attaccato la Cgil e Vendola, sostenendo che sono dei conservatori, che rappresentano ormai posizioni arcaiche che impediscono all'Italia di crescere, modernizzarsi. E Monti, bisogna ammetterlo, questa volta ha ragione.
Siamo in tanti ad essere diventati conservatori perché vogliamo conservare i diritti del lavoro conquistati in decenni di lotte sociali, perché vogliamo conservare il welfare come diritto alla sanità pubblica, all'istruzione statale , all'indennità di disoccupazione. Siamo decisamente conservatori perché vogliamo proteggere l'ambiente e gli ecosistemi dalla

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di Giovanni Favia

Ho riflettuto a lungo e ho deciso di accettare la proposta di candidatura offertami da Antonio Ingroia, persona che stimo ed ammiro per la sua eroica azione svolta all’interno della magistratura. Azione inquirente iniziata al fianco di Falcone e Borsellino, e su quella scia continuata fino agli intrecci criminali tra mafia, economia e politica. Ho letto 10 punti costitutivi della Lista Rivoluzione Civile e li ho ritenuti in linea con le battaglie fino ad oggi svolte in nome e per conto del m5s. Sotto il profilo politico mi è stata garantita massima indipendenza e nessun bisogno di tesserarmi a partiti

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occhi

di Daniele Cardetta

Siamo di fronte a una crisi sistemica del capitalismo? Quale rapporto tra Stato e mercato nel futuro dell'economia mondiale? Cerchiamo di chiarirci meglio le idee facendo qualche domanda a Vladimiro Giacchè.

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florinodi Redazione Il Fatto Quotidiano
Finisce in manette a Napoli la figlia di un ex senatore prima dell’Msi e poi di An, peraltro candidata alla Camera con Casapound Italia alle prossime politiche. Si tratta di Emmanuela Florino, figlia tra gli esponenti di spicco a nel capoluogo campano del movimento Casapound, che è finita ai domiciliari nell’ambito dell’indagine partita dagli scontri tra gruppi di destra e di sinistra verificatisi a Napoli nel 2011. Secondo quanto si è appreso, sono finiti in manette un altro candidata nelle liste di Forza Nuova e un altro esponente di Cpi. Le misure cautelari riguardano in tutto una decina di persone accusate tra l’altro, di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni, aggressione a pubblico ufficiale e riunione non autorizzata in luogo pubblico, progettazione e realizzazione di attentati con lancio di bottiglie incendiarie contro un centro sociale di Napoli, manifestazioni non autorizzate presso la Facoltà di Lettere a Napoli, aggressioni di tipo “squadrista” contro avversari politici e sistematico indottrinamento di giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo.

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grillodistefanodi Marco Pasqua
Beppe Grillo apre a CasaPound. Anzi, spalanca le porte del suo movimento, avallando addirittura l'eventuale ingresso della formazione neofascista in Parlamento. La scintilla è scoccata questa sera davanti al Viminale, dove - in vista della presentazione dei simboli - tutti i rappresentanti dei partiti politici che vogliono presentarsi alle prossime elezioni attendono pazientemente in fila.
A cercare l'incontro con il leader grillino è Simone di Stefano, vicepresidente di CasaPound e candidato alla presidenza per la Regione Lazio. I Fascisti del Terzo Millennio hanno avviato la raccolta firme per candidarsi alle Politiche. Per questo, il movimento capitanato da Gianluca Iannone (che, per adesso, non si è voluto esporre, né a livello nazionale e né nella corsa al Comune di Roma o alla Regione Lazio), cerca di trovare degli alleati. Un'impresa non semplice, per un movimento estremista che si richiama agli ideali mussoliniani.

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bersani montidi Paolo Tessadri
In Trentino il Pd fa harakiri. Anzi fa di più: regala un senatore alla coalizione di Monti. I numeri sono piccoli e non si deciderà certo in Trentino se il Pd di Pier Luigi Bersani avrà la maggioranza in Senato oppure no. Ma certo quello che è successo quasi all’estremo Nord del nostro Paese contraddice il segretario del Pd quando parla di voto utile, oppure quando si chiede ad Antonio Ingroia la desistenza in alcune regioni pur di far eleggere più senatori possibili del Pd. Più che un indizio, è, nei fatti, la prova di un’alleanza fra il Pd e Monti, per ora in formato mignon. In Trentino ci sono tre collegi senatoriali, il più sicuro per il centrosinistra è quello di Trento città, quello dove non ha mai vinto è in Valsugana, mentre nel terzo a Rovereto si tratterebbe di riconfermare il senatore uscente. I tre partiti di maggioranza della giunta provinciale, Pd, Unione per il Trentino e Partito autonomista Trentino tirolese e Unione per il Trentino, hanno deciso di non rompere l’alleanza alle elezioni parlamentari e, dunque, di spartirsi i tre collegi senatoriali.

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di Bruno Giorgini

Se la piazza decidesse del voto, la sinistra vincerebbe alla larga. Il candidato dell'UMP Sarkozy aveva chiamato a raccolta la "maggioranza silenziosa" in Place de la Concorde, il cuore della Parigi borghese. E messo al lavoro i suoi geometri talchè la piazza sembrasse piena anche se semivuota, con transenne ovunque, pavesi e bandierone che garrivano nel vento a nascondere la vista, un palco ipertrofico, e quant'altro.

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dacic

Già il giorno dopo le elezioni presidenziali, legislative e amministrative in Serbia, il filoeuropeista Boris Tadic e il conservatore Tomislav Nikolic hanno rilanciato la campagna elettorale per il ballottaggio presidenziale del 20 maggio. Stavolta sarà decisivo l'appoggio del leader socialista Ivica Dacic, terzo sia alle presidenziali che nelle legislative (dove il primo partito è stato l'Sns di Nikolic), ma per tutti risulta il solo, vero vincitore.

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