di Claudio Messora

Bersani dice che lui è pronto a governare. Un giornalista gli chiede se questo non destabilizzerà i mercati. Lui risponde che “no, i mercati ci conoscono già. Abbiamo già governato in passato e io sono stato due volte ministro”. il giornalista è soddisfatto. Il pubblico davanti alla televisione anche.

Nessuno ha più nulla da obiettare se ad approvare il Governo di un Paese non siano chiamati i suoi cittadini, cioè gli elettori, ma “i mercati”. Gli italiani possono recarsi alle urne, ma solo per scegliere il candidato che “i mercati” vogliono eleggere. Altrimenti si fa come per i referendum in Europa: se vincono i no, la consultazione si ripete.

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di Angelo D'Orsi

Il termine “antipolitica” sebbene creato dagli studiosi, è diventato un comodo alibi per il ceto politico, la coperta sotto la quale nascondersi davanti alla denuncia delle sue manchevolezze, della corruzione, dell’assenza di senso dello Stato, del vero e proprio mercimonio da troppo tempo perpetrato del ruolo istituzionale al quale cittadini e cittadine inconsapevoli, o male informati, o ingenui, li hanno chiamati.
In buona sostanza, il termine viene usato per bollare con marchio d’infamia coloro che non ci stanno a prendere per buone le ricette del “Palazzo”

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di Fiorino Iantorno

E’ difficile per me non immaginare cosa è successo davanti all’Istituto Morvillo Falcone. Ma non alle 7,45 quando una bomba vigliacca ha rotto il silenzio di una mattina assolata di un sabato  qualsiasi. Le immagini delle 7,46 sono lì, su tutti i giornali, su tutti i siti web, su tutte le televisioni: quaderni sparpagliati sull’asfalto bruciato, zaini squarciati, abiti ed oggetti personali scaraventati ovunque. Scenario che ci ricorda di più un paese in guerra che una città, Brindisi, di una nazione civile, l’Italia.

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di Marco Bazzoni
Il 2012 si è concluso e anche quest'anno ci sono stati tantissimi morti sul lavoro e non mi stancherò mai di dirlo, ancora chiamati impropriamente ed in modo ipocrita "morti bianche": 1.180 lavoratori non hanno fatto più ritorno a casa nel 2012, perché uccisi dall'insicurezza sul lavoro: http://cadutisullavoro.blogspot.it. Un tema, quello delle stragi sul lavoro, troppo spesso dimenticato, ignorato e di cui non si è detto una sola parola in campagna elettorale. Non c'è stato un governo che ha fatto qualcosa di concreto per fermare queste stragi sul lavoro. L'unica cosa che sono stati in grado di fare è quella di stravolgere il Testo Unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08), voluto dal Governo Prodi, che

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di ***

«Vivo tutti i miei giorni aspettando Godot... Ho passato la vita ad aspettare Godot.» La canzone di Lolli descrive bene la situazione attuale della sinistra.«Sono invecchiato aspettando Godot, ho sepolto mio padre aspettando Godot». Il rischio è che le nostre speranze si consumino in un'attesa senza fine e quando decideremo di agire potrebbe essere troppo tardi «...ho incominciato a vivere forte proprio andando incontro alla morte». Un suicidio individuale può forse essere anche un atto romantico, ma un processo di autodistruzione collettiva è un atto irresponsabile, le cui conseguenze travalicano gli autori di tale scelta.

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di Andrea Fabozzi

Tra due settimane in Sicilia si cominceranno a raccogliere le firme per presentare le liste alle regionali del 28 ottobre, ma Leoluca Orlando non ha ancora deciso se appoggiare o meno Claudio Fava, candidato presidente. Nelle ultime ore il sindaco starebbe cercando un nome in grado di spaccare il partito democratico, la scelta ricadrebbe su Bernardo Mattarella che sull'isola incarna l'anima (minoritaria) anti Lombardo dei democratici. Mattarella, figlio di Piersanti, il presidente democristiano ucciso dalla mafia nel 1980, e nipote del giudice costituzionale Sergio, è stato scaricato dal Pd in favore di Rosario Crocetta, più gradito a Lombardo e all'Udc.

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di Matteo Bartocci

Il senato l'ha approvato il 12 luglio senza dibattito. Lo stesso si appresta a fare oggi la camera. Meno di una settimana di lavoro per ratificare il «fiscal compact», il trattato europeo che impone all'Italia di tagliare 45 miliardi di debito pubblico all'anno per 20 anni (la spending review «cancella» spese per 29 miliardi in 3 anni).
Parallelamente, sempre oggi l'Italia ratificherà definitivamente il Mes («meccanismo europeo di stabilità»), un fondo da 500 miliardi che a fine settembre (subito dopo il pronunciamento della corte costituzionale tedesca) o al più tardi il 1 gennaio prossimo sarà il veicolo per il bail out delle banche e, se necessario, degli stati europei. L'Italia si è impegnata a versare al Mes oltre 15 miliardi in 5 anni.

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di Checchino Antonini

Era solo un fotomontaggio per bucare su Facebook l'immagine di Totti con un cartello tra le mani in solidarietà coi dieci manifestanti condannati per le mobilitazioni del 2001. Ma le venticinquemila firme in calce all'appello del comitato 10X100 sono assolutamente autentiche così come le foto di molti altri nomi e penne note che davvero si sono lasciate immortalare con quel cartello: "Genova non è finita. Dieci, nessuno, trecentomila".
Si tratta, tra gli altri, di Erri De Luca, Ascanio Celestini, Mario Tronti, Daniele Vicari, Margherita Hack, Patrizio Gonnella e Antigone, Caparezza, Luigi Manconi, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Giorgio Tirabassi, Moni Ovadia

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di red.

I tendoni sono andati su sotto il sole cocente di questo agosto rovente. E, con la stessa calura, sono stati preparati gli allestimenti, scaricati i materiali, appesi gli striscioni. Una settimana di lavoro che ha coinvolto decine di volontari e che questa sera si concretizzerà con l’apertura dei cancelli del Festival NoDalMolin.

Sesta edizione, dunque. Nel solco dell’opposizione alle servitù militari e della difesa dei beni comuni. Perché il Festival NoDalMolin non è soltanto una festa. E’, anche, musica e spettacoli, certo. Ma è soprattutto politica, ricerca collettiva di strumenti e proposte per l’artenativa, costruizione comunitaria di uno spazio che guardi al territorio come al terreno della democrazia e della partecipazione.

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