di Lino Aldrovandi

Perché Alex Schwazer sì e i poliziotti condannati per la morte di Federico no? Se lo chiede Lino Aldrovandi, il padre di Federico, il ragazzo ucciso a Ferrara nel 2005 da quattro agenti di polizia, confrontando un caso di doping con uno di omicidio. Dopo lo scoppio dello scandalo doping che ha investito l’atleta azzurro alle Olimpiadi di Londra, l’Arma dei carabinieri, cui apparteneva il campione di marcia vincitore dell’oro a Pechino 2008, ha preso subito provvedimenti drastici: via dal corpo senza appello. Gli agenti, invece, nonostante una sentenza di condanna a tre anni e mezzo per omicidio colposo passata in giudicato, prestano ancora servizio nella Polizia di Stato.

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di Luca Casarini

Un sorprendente Ezio Mauro su la Repubblica restituisce la cifra di ciò che è stato capace di fare il 14 Novembre. Noi, che ci siamo immersi in esso, continueremo a lungo a guardarlo da vicino. Ma non è inutile iniziare da quello che vedono gli altri, e in particolare coloro che non stanno certo dalla parte dei movimenti che si battono per un cambiamento radicale, come la Repubblica. “Deficit di libertà” titolava ieri l’editoriale a firma del direttore del giornale – partito più attivo d’italia, e spiegava, argomentando con grande scioltezza, che il 14 novembre non si può ridurre né

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di Alfio Mastropaolo

Nel disastro della politica italiana, il presidente Giorgio Napolitano ha preso slancio. In parte è solo un disastro presunto, perché non tutti i partiti versano nel medesimo stato di decomposizione e corruzione, mentre - per quanto contagioso sia il malaffare - l'immagine di un disastro generale è frutto di un'intenzionale aggressione alle democrazia rappresentativa. Sta di fatto che il presidente non lesina i suoi interventi. Quanto siano legittimi, e quanto non lo siano, non è scritto da nessuna parte.

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di Kenneth Roth

Gentile Primo Ministro, scriviamo per esprimere la profonda preoccupazione di Human Rights Watch per quanto riguarda la sua dichiarazione del 17 dicembre resa nel corso di un incontro con il leader palestinese Mahmoud Abbas, in cui si richiama l'Autorità palestinese a non utilizzare il nuovo status della Palestina come Stato non membro osservatore presso le Nazioni Unite al fine di perseguire la giurisdizione della Corte Penale Internazionale (CPI). Siamo rimasti altrettanto costernati per la precedente affermazione dell'ambasciatore Cesare Maria Ragaglini il 29 novembre a spiegazione del voto dell'Italia alle Nazioni Unite sullo status della Palestina, con la quale a sua volta invitava

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di Giuseppe Caliceti

Mai, a memoria nostra, era avvenuto che in un paese «a democrazia matura» si sparassero lacrimogeni dai ministeri - il ministero della giustizia, tra l'altro, - sulle manifestazioni di giovani che protestano. È chiaro che non si può più parlare dell'Italia come un paese «a democrazia matura». Difficile anche che un'inchiesta possa dire una verità su quanto accaduto che possa essere recepita come credibile dall'opinione pubblica. Quanto accaduto è gravissimo. E mette in evidenza il grado di crisi ormai irrecuperabile delle nostre istituzioni repubblicane. Sono la dimostrazione di come le istituzioni siano non solo lontane dai cittadini ma siano proprio contro.

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di A. Fab.

«L'accordo c'è e fra poco verrà comunicato». La sfortunata previsione di Enrico Letta - di cinque giorni fa - sta diventando la condanna della nuova legge elettorale. Domani è il giorno in cui i tre partiti che compongono la maggioranza di governo avrebbero dovuto annunciare l'intesa sul sistema di voto destinato a cancellare il Porcellum (magari per trasformarlo in un Porcellum 2). Invece non c'è nessuna intesa e il «fra poco» di Letta va dilatato di qualche settimana o mese. Nulla infatti può spingere Alfano, Bersani e Casini a chiudere in pochi giorni la pratica della legge elettorale che è rimasta aperta praticamente dal giorno successivo alle elezioni, se non la fretta di andare al voto a fine novembre.

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di Pino Bruno

Questa volta sono scesi in campo gli scienziati per chiedere al governo britannico di riabilitare l'onore e la memoria di Alan Turing. Il premio Nobel per la medicina Sir Paul Nurse, il matematico e cosmologoStephen Hawking, il matematico Sir Timothy Gowers, il presidente del National Museum of Science, Douglas Gurr, l'astronomo Lord Martin Rees, hanno scritto una lettera aperta al Primo Ministro David Cameron per sollecitare la grazia postuma per "this British hero". L'appello, pubblicato dal Daily Telegraph, ha riacceso il dibattito su come il Regno Unito ha ripagato "chi ha permesso di abbreviare la durata della Seconda guerra mondiale".

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di Andrea D'Antrassi

“Pagare per andare in televisione per il Movimento 5 Stelle è come pagare per andare al proprio funerale, anche se è certamente lecito” con queste parole il comico genovese ha bollato la vicenda dei due consiglieri regionali del Piemonte e dell’Emilia Romagna Davide Bonio e Giovanni Favia “colpevoli” di aver comprato con fondi pubblici spazi informativi sulle emittenti locali.

Grillo, si badi bene, è indignato più per il fatto che due dei suoi consiglieri abbiano deciso di andare in televisione che non per l’utilizzo (sicuramente deontologicamente non corretto) dei soldi pubblici.

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di Norma Rangeri

Qualunque sia il giudizio di merito nella contesa tra il Quirinale e la magistratura di Palermo, è ormai chiaro l'accerchiamento che stringe d'assedio, tra applausi e rumorosi silenzi (soprattutto del Pd), i giudici che si occupano di indagare sulla trattativa tra uomini dello stato e mafiosi. Ogni giorno si aggiunge un tassello, con annunci di provvedimenti disciplinari, e riesumazioni della legge bavaglio, al mosaico di berlusconiana memoria. Abbiamo: un procuratore generale della Cassazione contro il pubblico ministero Antonino Di Matteo (con Antonio Igroia titolare dell'inchiesta stato-mafia) che ha osato rispondere ad alcune domande di Repubblica

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