di Alberto Lucarelli
In nome della crescita europea l’Italia sacrifica il suo fondamento costituzionale: approvando, senza dibattito e in via definitiva il disegno di legge di ratifica del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (il cosiddetto fiscal compact), la Camera ha spostato la sovranità dal popolo (come recita l’art. 1 della Costituzione) alla burocrazia europea. In pratica, il voto impone all’Italia di tagliare per 20 anni 45 miliardi di debito pubblico all’anno: solo per dare un’idea della dimensione della scure Ue, a confronto la spending review cancella spese per un di 29 miliardi in tre anni.