120202raiTutte le rappresentanze dei giornalisti italiani – dall’Usigrai alla Fnsi, dall’Ordine all’Inpgi – hanno inviato un appello al presidente del Consiglio per sollecitare “un’iniziativa che consenta la riforma della governance Rai”. “Qualunque iniziativa deciderà di assumere… - continua l’appello - troverà in noi convinti sostenitori. In particolare per quanto riguarda la fonte di nomina, siamo certi che vorrà individuare una proposta che ponga fine a ogni interferenza dei governi, delle forze politiche e delle lobby sul servizio pubblico radiotelevisivo…”.

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Sono diverse le ragioni per cui come Rifondazione abbiamo pensato di organizzare – anche un po’ in fretta – questo incontro su Cinecittà-Luce.

La prima riguarda ovviamente il merito, e cioè che consideriamo inaccettabile quanto avvenuto e sta avvenendo a Cinecittà-Luce.

Ma abbiamo ritenuto giusto organizzarlo in questo momento perché siamo in un brevissimo periodo di “transizione”, in una brevissima pausa di attività politica. Il ministro Galan ha dovuto interrompere la sua frenetica attività di nomine (ma ha fatto in tempo a fare danni anche gravi), è appena nato il nuovo governo dei “tecnici” ed è appena stato nominato il nuovo ministro per i beni e le attività culturali. A dire il vero – a prescindere dal giudizio politico che Rifondazione dà su questo governo – ci si aspettava che proprio in un governo di esperti fossero perlomeno le competenze nei rispettivi settori a guidare la scelta dei ministri. Ma per la cultura sappiamo bene che spesso – molto spesso - non è così. Ci auguriamo quindi che il professor Ornaghi prima di prendere qualsiasi iniziativa politica decida di dare immediatamente il via alle consultazioni con le forze sociali e culturali del settore e con tutte le categorie professionali.

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Rifondazione comunista è a fianco dei lavoratori dello spettacolo e della cultura che il 2 settembre hanno occupato il Teatro Marinoni di Venezia.
Sosteniamo e sosterremo le loro lotte in difesa dei luoghi della cultura abbandonati e della produzione culturale massacrata da questo governo.
Siamo e saremo con loro e con tutte le forze culturali nelle battaglie a sostegno di tutte le espressioni artistiche, di una reale circolazione delle opere, di una produzione culturale indipendente e liberata dalle logiche di mercato. Nelle battaglie per la costruzione su tutto il nostro territorio di luoghi realmente pubblici di produzione, sperimentazione, ricerca, formazione e fruizione della cultura. Nelle battaglie per un vera normativa antitrust che liberi un mercato drogato dalla presenza di monopoli che impediscono una reale circolazione delle opere, e quindi delle idee.
Siamo e saremo con loro e con tutte le forze culturali che si battono per un intervento pubblico che garantisca finanziamenti certi e trasparenti alla cultura, alla sua produzione e ai suoi luoghi di fruizione, nella convinzione che solo il sostegno dello Stato possa consentire il pluralismo espressivo e produttivo e costituire la base per una ripresa e un reale rinnovamento della vita culturale del nostro paese.
Siamo a saremo con loro e con tutte le forze della cultura nella battaglia in difesa del lavoro e dei fondamentali diritti dei lavoratori.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

Roma, 3 settembre 2011

Rodrigo Cipriani, amministratore delegato di Buonitalia spa, società per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari made in Italy ed ex amministratore delegato di Mediashopping, società di Mediaset, nominato presidente della nuova società Luce srl.

Giulio Malgara, amministratore delegato della Chiari & Forti (Gatorade, olio Cuore, Fido e Miao, salumi Negroni), nonché inventore dell’Auditel, nonché presidente della “Utenti pubblicità associati”, nominato presidente della Biennale di Venezia, la più importante istituzione culturale italiana e forse internazionale.

In questo modo il neo ministro per i Beni e e le attività culturali pensa di continuare l’opera di Ronchey e di Spadolini, come aveva dichiarato nei suoi primi comunicati stampa?

Evidentemente Galan pensa che la cultura italiana e le sue istituzioni per riprendersi dai colpi mortali inferti dal governo Berlusconi abbiano bisogno dei prodotti alimentari, di manager che sanno vendere cibi per cani e gatti e di pubblicitari.

Una ragione in più per mandare a casa questo governo, prima che porti a compimento l’opera di distruzione della cultura italiana.

Stefania Brai
Responsabile nazionale cultura Prc

Roma, 7 ottobre 201

CULTURA

Il governo Berlusconi ha tagliato drasticamente i fondi destinati alla produzione culturale mettendo in atto una riforma dei settori basata sulla privatizzazione dei saperi e della conoscenza i cui effetti disastrosi sono ormai sotto gli occhi di tutti: hanno chiuso o stanno chiudendo i teatri (il Duse di Bologna); sono a rischio per mancanza di fondi le fondazioni lirico-sinfoniche - che necessitano invece di una profonda riforma che le trasformi in luoghi pubblici di conservazione della memoria, trasmissione della tradizione ma al tempo stesso spazi aperti al territorio, alla sperimentazione, alla produzione culturale, alle scuole e alle università; chiudono le sale cinematografiche “di città”; il nostro patrimonio culturale sta degradando sempre più. Gli effetti sul lavoro saranno disastrosi: si avrà non solo una drammatica estensione della disoccupazione, ma ci saranno ripercussioni altrettanto drammatiche in tutte le attività di impresa dell’indotto, che è estesissimo.

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