di Angelo d'Orsi

Sto seguendo, come tanti, le vicende relative alla costruzione di un possibile “Quarto Polo”, desideroso, per una volta, di uscire dal ruolo dell’osservatore, sia pure partecipe e simpatetico, e impegnarmi direttamente: “metterci la faccia”, come si dice da qualche tempo. In particolare sono stato stimolato dall’iniziativa di Luigi De Magistris. Ho provato a seguire anche, in certa misura, “Cambiare si può”, partecipando a qualche assemblea. L’ultima delle quali, domenica 29 dicembre, a Torino, mi ha gettato nello sconforto. I “garanti” reduci da incontri con Antonio Ingroia, hanno annunciato l’intenzione di chiudere la trattativa, a causa della insistenza di tre segretari di partiti (Diliberto, Bonelli, Di Pietro) disposti ad appoggiare la Lista Ingroia senza simboli, di entrarvi.

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di Antonio Di Pietro

“Il discorso del Presidente della Repubblica Napolitano quest’anno è stato più vuoto che mai, senza anima, senza cuore e senza alcuna assunzione di responsabilità, anzi con un improprio autoelogio finale. Un compitino fatto di parole vuote e di circostanza”. Così il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. “Il Presidente si è rammaricato della mancanza di una nuova legge elettorale. Ma perchè non ha fatto il suo dovere mettendo il Parlamento di fronte alle sue responsabilità? Per dare così una risposta a quel milione e duecentomila cittadini che hanno firmato per ripristinare una legge elettorale che  avrebbe permesso loro

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di Enrico Grazzini

A destra Silvo Berlusconi propone una politica populista anti-europea e anti-tasse, mentre a sinistra Grillo propone con un certo successo un populismo ecologico e antipartitico. Il liberista Mario Monti, neo-candidato premier per il centro, e il progressista liberalizzatore Pier Luigi Bersani accusano quasi all'unisono sia Berlusconi che Grillo di populismo anti-europeo. Il populismo - e non invece il liberismo e le politiche neo-conservatrici di selvaggia deregolamentazione finanziaria che hanno effettivamente scatenato la crisi globale ed europea - sembra essere il nuovo demone da esorcizzare della politica italiana. Il populismo però è un Giano bifronte: c'è un aspetto dominante del populismo, che è

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di Ignacio Ramonet

Dopo che siamo sopravvissuti - lo scorso 21 dicembre - alla annunciata fine del mondo, non ci resta ora che cercare di prevedere - con ragionamenti prudenti ma più cartesiani - il nostro futuro immediato. Basandoci sui principi della geopolitica, una disciplina che permette di comprendere il gioco complessivo delle potenze e di valutare i principali rischi e pericoli. Per anticipare, come su una scacchiera, le mosse di ogni potenziale avversario. Se guardiamo, in questo inizio d'anno, una mappa del pianeta, immediatamente notiamo vari punti con luci rosse accese. Quattro di essi presentano alti livelli di rischio: Europa, America latina, Medio Oriente e Asia.

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di Antonello Mangano

«Il canguro è forte e salta con la morte». È il titolo di un sito web curato da ex parà della Brigata Folgore. Una serie di pagine nate con un solo scopo. Fare a pezzi – dal punto di vista scientifico – lo studio «Autoritarismo e costituzione di personalità fasciste nelle forze armate italiane: un’autoetnografia», scritto dai sociologi Pietro Saitta e Charlie Barnao. Quest’ultimo oggi fa il ricercatore a Catanzaro, ma ha un passato da paracadutista tra Pisa e Siena. Il suo diario è alla base del working paper che interpreta la caserma come «istituzione totale» e la Folgore come un corpo caratterizzato da riti di iniziazione e addestramento particolarmente violenti, con precisi richiami «fascisti».

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