landinimaurizioMario Monti e Sergio Marchionne sono uguali, “hanno in mente lo stesso modello di Stato e di società”. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, che in un'intervista a Repubblica commenta la scelta del premier uscente di ricandidarsi, smentendo se stesso e dimostrado, dice Landini, di “non essere mai stato un tecnico, un neutro, un salvatore della Patria”, ma uno che porta avanti una precisa linea politica, “come è stata politica la decisione di andare a Melfi poche ore prima dell'annuncio ufficiale”.
Il modello di Monti e Marchionne, spiega Landini, prevede “la negazione della democrazia e della contrattazione. La volontà di non metter mano alle vere cause che hanno originato la crisi”. Se vince Monti secondo Landini “il modello Melfi diventa modello Paese”.

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grillobeppedi S. Mes.
Nel giorno in cui viene ufficializzata la discesa in campo di Scopelliti alle prossime elezioni politiche (il presidente calabrese sarà capolista al Senato del movimento che porta il suo nome apparentandosi col Pdl, in un'operazione concordata con Alfano per speculare sulle anomalie del Porcellum), Beppe Grillo sbarca in Calabria per il «Firma Day». E vira decisamente a destra. Una concorrenza a tutto campo all'armata Scopelliti, ultima roccaforte della destra berlusconiana, e per di più nel feudo scopellitiano, Reggio Calabria.
Piazza Camagna è stracolma di gente, circa un migliaio di persone, ad ascoltare ieri sera tutto il repertorio populista del comico genovese.

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monti berlusconidi Felice Roberto Pizzuti
La “discesa in campo” di Monti dovrebbe almeno servire ad eliminare un equivoco che sta condizionato significativamente la vita politica italiana cioè che il suo governo sia tecnico, le cui decisioni sono “dovute”, prive di riferimento ideologico, estranee alla politica ed esenti dalla sfiducia che essa suscita nell’opinione pubblica.
Quell’equivoco ha favorito, anche in ambiti progressisti, il fenomeno dell’assolutizzazione dell’agenda Monti la quale andrebbe inevitabilmente applicata anche dopo le elezioni, a prescindere dal loro esito, dal governo che si formerà e dai programmi che troveranno il consenso democratico degli elettori.

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onu assembleadi Giuliana Sgrena
L'Assemblea generale mette al bando le escissioni genitali femminili L'Onu contro la pratica che ferisce 140 milioni di donne nel mondo
Una data da ricordare: il 20 dicembre 2012, l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato la risoluzione per la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (Mgf). La risoluzione era stata depositata dal Gruppo dei paesi africani e sostenuta dai due terzi degli stati membri delle Nazioni unite.
L'evento è stato seguito in diretta da una sala del Partito radicale a Roma e accolto con commozione e entusiasmo dai presenti (in maggioranza donne, ma non solo). E soprattutto da Emma Bonino che con l'associazione Non c'è pace senza giustizia (Npsg), dal 2000, è stata una delle protagoniste della campagna per la messa al bando di una delle pratiche più crudeli inflitte al corpo della donna, fin da quando è bambina.

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numeridi Andrea Baranes
Una multa di un milione di euro per ognuna delle quattro banche accusate di truffa nella vendita di derivati al Comune di Milano. Una somma minuscola per gli istituti coinvolti, ma una sentenza - quella di questi giorni - di portata storica, non solo per l'Italia.
Viene riconosciuta la gigantesca asimmetria informativa tra le grandi banche che maneggiano e vendono derivati e chi li acquista. Più in generale la sentenza riapre il dibattito sui danni che tali strumenti possono provocare.
Parliamo di contratti finanziari nati come assicurazioni contro i rischi. Ho un pastificio, e intendo proteggermi da un possibile aumento dei prezzi del grano. Acquisto un derivato che mi da il diritto di comprare il grano tra un mese a un prezzo fissato già oggi.

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