di Checchino Antonini
«La ferita del G8 è stata una gravissima lacerazione nel tessuto democratico italiano. Una tragedia che non ha precedenti in Europa dal dopo guerra. Questo dicono le sentenze e questo sento e penso come cittadino, prima ancora che come magistrato». Con le stesse parole di Amnesty International Ingroia spazza via ogni dubbio sulla propria posizione rispetto alle violenze del luglio genovese del 2001. Così, con un post sul suo blog, il candidato premier di Rivoluzione civile risponde in qualche modo all'appello delle madri di Carlo e Federico sulle questioni della repressione e della tortura e rispedisce al mittente le accuse «infondate e gravemente diffamatorie che gli sono state rivolte. Ingroia la chiama «una mirata campagna di disinformazione, non solo nei miei confronti ma nei confronti della realtà dei fatti e del rispetto che si deve alle vittime di quella tragedia».