120610regionesicilianadi Franco Astengo
Il riferimento contenuto nel titolo non è rivolto tanto alle “primarie di coalizione” lanciate ieri dalla Direzione del PD (prontamente imitata, mi pare, anche dal PDL, non si capisce bene se per gli incarichi interni o per la futura proiezione elettorale) ma piuttosto all’apparire, nel variegato scenario della residua sinistra italiana, del solito appello sottoscritto dai più o meno soliti intellettuali per sostenere la candidatura (non nuova, peraltro) di Claudio Fava alla presidenza regionale della Sicilia (la consultazione elettorale avrà luogo nel prossimo ottobre).
Prescindendo dalla stima che si può nutrire nei riguardi del soggetto prescelto, sorprende, invece, che non si apra mai una riflessione e non si tragga mai un bilancio di questa, più recente, stagione politica contrassegnata appunto dall’introduzione, all’interno del sistema politico italiano, del meccanismo del maggioritario, dell’elezione diretta, delle primarie (ovviamente “non regolamentate” all’italiana, senza che mai si provveda alla determinazione preventiva dei richiedenti diritto a partecipare, che rimane l’elemento fondamentale da attuarsi per definire i contorni di regolarità di una competizione di questo genere: i casi Napoli e Palermo dovrebbero pur aver insegnato qualcosa, almeno sotto questo profilo).

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120610consultoriodi Eleonora Cirant **
Le partecipanti al convegno su “consultorio e salute di genere” non sembrano per niente entusiaste all'idea che i consultori lombardi vengano trasformati in centri per la famiglia. Nella prospettiva della Regione Lombardia, infatti, i consultori dovranno diventare centri di supporto alle famiglie nell'“assolvimento dei propri compiti educativi sia di carattere sociale che socio-sanitario”. La proposta si fonda sull'analisi dell'invecchiamento della società e del lavoro di cura che sempre di più grava sulle famiglie in rapporto alle cosiddette “fragilità”: anziani, bambini, persone non autosufficienti. “Famiglie”, ovvero donne: anche se questa parola quasi non appare nei documenti istituzionali. La Regione intende “rinnovare la mission dei consultori” affinché “diventino veri centri della famiglia in grado di assicurare la presa in carico globale di tutte le problematiche che attengono le famiglie in senso lato” (cit. dgr. 937/2011, allegato 17). Lo spiega Aurelio Mosca, direttore del Dipartimento ASSI – ASL Milano, che riferisce i programmi in materia di consultori familiari lombardi all'uditorio presente in Sala Alessi, una delle sedi che il Comune di Milano utilizza e rende disponibile per dibattiti e convegni.

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120609perinidei lavoratori della Perini di Lucca
L’assemblea dei lavoratori F. Perini spa (550 dipendenti) tenutasi in data odierna ritiene, concordando con i dettami costituzionali, che il lavoro sia un Diritto e un Dovere della persona, e rigetta i contenuti della contro-riforma sul mercato del lavoro in approvazione al Parlamento italiano, tra cui la modifica dell’art.18 dello Statuto Lavoratori - diritto per la tutela della civiltà, libertà di pensiero e quindi di dignità sul luogo di lavoro - e le pesantissime riduzioni alle tutele per lavoratori e lavoratrici di realtà in crisi, dissentendo allo stesso modo anche sul metodo con cui procedono i lavori mediante l’autoritario ricorso alle votazioni in fiducia  L’assemblea concorda pienamente con le valutazioni emerse dalla discussione sindacale – dove e quando questa ha potuto svilupparsi liberamente – per cui non c’è alcun legame tra sviluppo del sistema economico in crisi e libertà di licenziare senza giustificato motivo, valutando tale iniziativa come una regressione profonda nelle garanzie di dignità costituzionali e quindi delle complessive condizioni democratiche di questo paese.  L’assemblea, nella stessa ottica di rispetto verso garanzie di tutela di cittadinanza e lavoro, contesta profondamente l’approvazione dell’obbligo di pareggio di bilancio dello stato come norma che rischia di accelerare la trasformazione di questo paese da uno stato di diritto ad una dittatura economico-finanziaria.

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120609bersanirenzidi Daniela Preziosi
Il leader si lancia come premier e rilancia verso l'alleanza fra progressisti, moderati e liste civiche No al semipresidenzialismo ma sulla riforma elettorale si continua a lavorare. A ottobre urne aperte a tutti, Renzi e Vendola apprezzano. Bersani all'unanimità non scontenta nessuno, difende anche le nomine alle authority. Ma minaccia l'Idv: decida se insultarci o venire con noi All'uscita della riunione la contestazione dei sindacati di base. «Abbiamo fermato i licenziamenti facili, oggi lo spiegheremo alla Fiom»
Le primarie si faranno «entro l'anno», saranno aperte ai candidati Pd - per consentirlo l'assemblea nazionale del 6 luglio voterà la deroga allo statuto - e anche agli alleati e alla società civile. Alla riunione della direzione Franco Marini e Cesare Damiano avvertono che le candidature multiple nelle città hanno sempre portato sciagure al Pd. Ma Bersani ha deciso. E quelli dello staff giurano che lo ha fatto prima di vedere i sondaggi che lo danno vincente su qualsiasi altro competitor. Comunque sia, le urne si apriranno fra ottobre e novembre.
Renzi, seduto da una parte e insolitamente taciturno, apprezza. In realtà fiuta la fregatura: ma ormai la macchina della sua corsa è partita, ha anche lo slogan 'Stil novo' che guarda caso è il titolo del suo ultimo libro. Chi lo frequenta dice che lui però, i sondaggi, li sta facendo adesso.

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120609gaypridePercorso ridotto, eliminati i carri e, soprattutto, un fondo per le vittime del terremoto. La terra trema anche sotto le migliaia di persone che domani, dalle 15 alle 19, parteciperanno al Gay Pride 2012 tra le strade di Bologna. Città emiliana capoluogo che con Modena, Ferrara e Mantova, è rimasta coinvolta nelle scosse sismiche del 20 e 29 maggio e 3 giugno appena passati.
“Siamo parte di un territorio e di una comunità nonostante la politica continui a volercene separare – ha spiegato Porpora Marcasciano, leader del MIT bolognese (Movimento identità transessuale) – e quindi raccogliamo fondi e facciamo nostro il dramma che sta avvenendo tutto attorno a Bologna”. Abbraccio sentito quello tra gli organizzatori del Pride e il dolore che avvolge come un sudario le migliaia di persone che a venti, trenta, chilometri da qui continuano a patire le pesanti conseguenze del sisma.
Orgoglio, quindi, e solidarietà. Connubio naturale per spazzare via le polemiche nate qualche giorno dopo la prima scossa di terremoto a firma Ivan Scalfarotto: “annulliamo la parata è una scelta di buon senso”. Altra la decisione del comitato tecnico del Gay Pride che il 30 maggio ha sposato la linea “moderata”: “Gli eventi drammatici che hanno colpito l’Emilia negli ultimi giorni ci hanno costretto a una doverosa riflessione sull’impianto generale della parata, che non può più essere quello ipotizzato in partenza.

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