Care compagne, cari compagni,

Come preannunciato vi inviamo, in allegato, il testo del volantino (definitivo), da utilizzare nelle iniziative del fine settimana nei luoghi e nel settore del turismo all’interno della campagna del salario minimo.
Vi invitiamo a caratterizzare la giornata come iniziativa di Unione Popolare condividendola con i soggetti promotori di UP nei territori in cui sono presenti.

Buon lavoro a tutte e tutti

Fraterni saluti

Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se

230712salariominimo blog

Oggi i metalmeccanici tornano in sciopero per quattro ore proseguendo la mobilitazione nazionale indetta da Fiom, Fim e Uilm per il rilancio dell’industria che vede la sua base produttiva sempre più ridotta a causa della mancanza di politiche industriali che ha caratterizzato tutti i governi degli ultimi 40 anni; lottano per l’occupazione pesantemente ridotta da crisi industriali che mettono a dura prova l’esistenza di interi settori, da quello dell’auto a quello della siderurgia.

Giustamente chiedono un intervento pubblico finora mancato nei settori strategici, la reindustrializzazione delle aree di crisi e il sostegno all’occupazione anche attraverso la riduzione dell’orario di lavoro. In modo particolare sosteniamo la lotta dei metalmeccanici per il salario sempre più impoverito da un'inflazione galoppante causata ormai interamente dai super profitti delle aziende con la nostra proposta di salario minimo legale di dieci euro l'ora agganciato automaticamente all'inflazione e pagato integralmente dai padroni.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/sinistra Europea

Care compagne, cari compagni,

è passato un mese dall’avvio della campagna per il salario minimo e possiamo dire che l’iniziativa sta registrando un buon successo con una notevole disponibilità delle persone a firmare, a testimonianza dell’interesse suscitato dalla nostra proposta presso le fasce sociali che ci interessano maggiormente.
Auspicando che ciò sia di incentivo a tutte le Federazioni e tutti i circoli ad accrescere l’impegno nell’organizzazione di banchetti, cogliamo l’occasione per fornire indicazioni utili per il prosieguo della campagna.

È stato completato l’invio dei moduli per la raccolta firme agli 8 mila Comuni italiani tramite posta certificata (Pec). Tranne un 5% per cento circa di mail non sono andate a buon fine, tutte le altre Aruba le dà come consegnate. Vi chiediamo di verificare presso i Comuni che abbiano attivato la raccolta firme, insistendo sull’avvenuta consegna e sugli obblighi di legge al riguardo.

Abbiamo deciso di organizzare come Up una tre giorni di iniziative nelle date del 13, 14 e 15 luglio con banchetti che abbiano a tema i bassi salari nel settore del turismo; nei luoghi di mare magari si potrebbe farli nei pressi di lidi balneari per evidenziare la contraddizione tra i privilegi di cui godono e i bassi salari che pagano. Quello della Santanchè sarebbe il luogo top. Vi invitiamo a individuare i luoghi prescelti e predisporre l’organizzazione necessaria. A breve riceverete un testo di volantino. E’ importantissimo che comunichiate per tempo le coordinate delle iniziative.

Sta per essere pubblicato sul sito di Up l’appello per la costituzione del comitato promotore nazionale della Lip sul salario minimo cui stiamo chiedendo l’adesione di soggetti politici, sindacali, di movimento e di singole personalità. Vi preghiamo di attivarvi celermente per sollecitare adesioni anche di organismi territoriali specie del mondo del lavoro, ma non solo.

Abbiamo bisogno di fare un bilancio della raccolta firme prima del mese di agosto in modo da programmare il prosieguo della campagna al fine di raggiungere e superare abbondantemente l’obiettivo delle 60 mila firme (50 mila più 10 mila di garanzia). A partire da domani le compagne e i compagni del dipartimento Organizzazione faranno già un primo giro di telefonate, ma vi chiediamo fin d’ora di predisporvi a comunicare al dipartimento Organizzazione il numero di firme raccolte dopo la tre giorni del 13, 14 e 15.

La nostra proposta di legge cade in un momento in cui, di fronte alla drammaticità della situazione sociale, il tema del salario e del reddito è diventato centrale nel dibattito pubblico; invitiamo tutte le organizzazioni territoriali ad attivarsi per avviare momenti di confronto in cui far conoscere e discutere la nostra proposta, tessere relazioni con tutti i soggetti interessati e proporre adesioni a Rifondazione e a Unione Popolare.

Buon lavoro a tutte e tutti

Fraterni saluti

Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se
Ezio Locatelli, segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

Un accordo al ribasso quello di Pd, M5stelle, SI e Azione su una proposta di salario minimo di 9 euro lordi l’ora. E’ la stessa cifra presente nella proposta del partito di Conte presentata ben 5 anni fa che quindi oggi, considerando gli anni di inflazione a due cifre, in quanto a potere d’acquisto vale a dir poco il 20% in meno.
Una cifra di per sé insufficiente a garantire al lavoratore e alla sua famiglia quella vita libera e dignitosa prescritta dall’art. 36 della Costituzione. Le tantissime famiglie, in aumento, composte da un lavoratore o, come succede più spesso da una lavoratrice, con un familiare a carico, con questa cifra si collocherebbero sotto la soglia di povertà.
Ma c’è di più; la paga oraria una volta istituita non sarebbe agganciata automaticamente all’inflazione in quanto il testo della legge prevede di lasciare la decisione sull’adeguamento a una commissione paritetica tra sindacati e datori di lavoro; come dire campa cavallo!
A conferma dell’aleatorietà di eventuali aumenti i promotori dicono di voler “scongiurare la spirale salari prezzi”; il che se non fosse drammatico farebbe ridere nel momento in cui abbiamo salari che negli ultimi trent’anni sono diminuiti diventando i più bassi d’Europa mentre le imprese stanno macinando profitti con aumenti dei prezzi del tutto ingiustificati rendendosi responsabili dei due terzi del tasso d’inflazione.
Ma l’attenzione a tutelare prima di tutto le aziende si rivela nel punto in cui si dice che l’adeguamento dei contratti esistenti alla nuova norma non avverrebbe a carico, se in tutto o in parte non è chiaro, delle aziende per le quali è prevista una compensazione per i costi dell’adeguamento.
Gli aumenti, come avviene per il taglio del cuneo fiscale, non graverebbero sulle imprese ma sulla fiscalità generale, cioè di nuovo sui lavoratori e le lavoratrici.
Noi continuiamo con più impegno la campagna a sostegno della proposta di legge presentata come Unione Popolare per un salario minimo di 10 euro lordi l’ora indicizzato automaticamente all’inflazione, pagato integralmente dalle imprese.
10 euro è il minimo per una vita degna.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea

Sfruttamento del lavoro, paghe da fame e ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori si accompagnano il più delle volte a forme di illegalità Lo diciamo da tempo ma ora lo certifica l’inchiesta della magistratura milanese che coinvolge Esselunga, altre presunte aziende e diverse false cooperative tutte indagate con le accuse di frode fiscale e caporalato. La frode fiscale portata avanti per anni e valutata in 48 milioni è stata perpetrata attraverso un sistema di false fatturazioni miranti a far passare come contratti d’appalto quelle che erano invece “somministrazioni illecite di manodopera” a basso costo gestita da una successione di false cooperative che oltre a frodare il fisco a loro volta non hanno mai versato i contributi.

Un sistema criminale già indagato dai magistrati diffuso nei settori della logistica e della grande distribuzione che utilizzano società talvolta fittizie e false cooperative che nascono e muoiono continuamente per fornire manodopera a basso prezzo e disponibile a orari impossibili e alto grado di sfruttamento in quanto altamente ricattabile.

Una condizione dei lavoratori diffusa che emerge con chiarezza estrema da un’inchiesta parallela condotta dal PM Storari a carico di un colosso della vigilanza privata Servizi Fiduciari soc. coop. per i bassi salari pagati. Nei verbali della guardia di finanza si legge infatti che è “lo stato vitale di bisogno a costringerli ad accettare salari da fame, solo perché posti dinnanzi alla scelta se avere, o meno, una qualche forma di introito necessaria a qualcosa che somigli alla sopravvivenza”. Questi fatti testimoniano più di qualsiasi discorso la necessità assoluta del salario minimo legale di 10 euro l’ora contenuto nella proposta di legge di iniziativa popolare che portiamo avanti come Unione Popolare. Battersi per questa legge, per aumenti generalizzati dei salari e contro la precarietà significa lottare per ricostruire il potere contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori miglior antidoto contro le varie forme di illegalità che paghiamo tutti.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Il governo Meloni ruba ai poveri per dare ai ricchi. Non è la riedizione di slogan a fini di lotta politica. E’ semplicemente quanto emerge dall’analisi delle politiche di bilancio del governo fatta dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che chiarisce come stia procedendo la guerra del governo ai poveri attraverso un secco ridimensionamento del reddito di cittadinanza.
Le cifre parlano di un taglio che colpirà il 42% dei nuclei familiari, 1,2milioni di famiglie, che beneficiavano del Rdc; ci dicono che mezzo milione di famiglie perderanno quella forma di sostegno senza accedere alla nuova ideata dal governo, l’Adi, proprio al fine di tagliare la spesa e spingere i cosiddetti occupabili verso il lavoro precario, super sfruttato e sottopagato.
Ma in generale, ci informa sempre l’Upb, è l’insieme delle misure antipovertà ad essere sotto tiro; non solo si risparmia sul Rdc, 2,7 miliardi di spesa in meno, ma è l’insieme delle risorse complessivamente dedicate al contrasto dell’indigenza a subire un taglio rilevante stimato intorno al 28%.
E questo avviene proprio mentre disoccupazione precarietà, lavoro povero e l’inflazione aggravata dai minori sconti sulle bollette accrescono la fascia delle famiglie a rischio povertà che oramai riguarda il 25% dei nuclei, vale a dire 15 milioni di famiglie.
Alla ferocia del governo contro i poveri e il lavoro fa da contraltare la prodigalità verso i ceti sociali di suo riferimento: autonomi, professionisti e imprese che vivono sullo sfruttamento e i salari da fame.
Lo stesso Upb mette in guardia scrivendo nel suo rapporto, a proposito della riforma fiscale del ministro leghista, che “Appare difficile reperire risorse senza incidere sulla prestazione dei servizi e sull’attuazione delle politiche sociali”. In realtà è esattamente quello che il governo sta già facendo e intende continuare a fare con un’austerità brutale ai danni dei ceti popolari mentre procede con laute elargizioni e leggi di favore verso i ceti privilegiati.
La costruzione di una forte opposizione sociale al governo è l’unica via per invertire la rotta e su questo siamo impegnati come Rifondazione Comunista

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Care compagne e cari compagni, il prossimo sabato 24 giugno si terranno a Roma due importanti manifestazioni nazionali a cui aderiamo e a cui bisogna garantire la massima partecipazione:

- mattina manifestazione nazionale per la difesa della sanità pubblica indetta dalla Cgil alle 10 concentramento in piazza della Repubblica con corteo fino a Piazza del Popolo

- pomeriggio manifestazione nazionale contro il governo Meloni con concentramento alle 14 in Piazza della Repubblica

E' importante essere presenti con le nostre bandiere e quelle di Unione Popolare in entrambe le manifestazioni. Invitiamo a contattare le strutture della Cgil per la prenotazione dei pullman per la manifestazione per la sanità. Per la manifestazione del pomeriggio l'USB sta organizzando pullman per i quali trovate in allegato i referenti con relativi numeri di telefono. Raccomandiamo il massimo impegno per garantire la partecipazione di compagne e compagni.

Fraterni saluti

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Prc-Se Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se

Care compagne e cari compagni,

nell’ottica di dotarci di strumenti utili e adeguati al sostegno della campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sul salario minimo #10èilminimo abbiamo costruito un “sottosito” dedicato, in cui trovare tutte le informazioni relative al testo di legge, ai materiali, ai banchetti e iniziative che si organizzano, direttamente e in maniera più agevole.

Uno strumento dedicato appunto, per concentrare rapidamente tutto quanto utile al funzionamento della campagna.

Sarà divulgato su tutti i nostri social, ma è importante che questo avvenga anche localmente. Fatelo girare il più possibile.

Ecco l’indirizzo:

https://10ilminimo.github.io

Altrettanto importante è che tutte e tutti coloro che organizzano iniziative utilizzino il form, già girato ma che rimettiamo per comodità:

form

I dati inseriti nel form verranno caricati automaticamente nel “sottosito” (ci vuole qualche minuto per elaborare il tutto) che diventerà quindi un perfetto calendario delle iniziative in tutta Italia.

Si comprende quindi l’importanza di caricare gli appuntamenti: ad ogni richiesta di informazioni, sarà sufficiente girare il link al “sottosito” dedicato.

Buon lavoro a tutte e tutti

Anna Camposampiero, Segreteria Nazionale, Responsabile Comunicazione PRC-Se
Antonello Patta, Segreteria Nazionale, Responsabile Lavoro PRC-Se

10ilminimo post prc

Continua senza fine la strage dei morti sul lavoro nel nostro paese. Continua nel silenzio criminale di governi responsabili per le leggi fatte e per quelle non fatte, per i tagli a tutti i sistemi di prevenzione e controllo, per lasciar fare imprese che sicure dell’impunità loro garantita aumentano i profitti risparmiando sulle spese per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Giovanni Colapito, Filippo Colapito, Tiziano Pasquali, Angelo Aleo, pasquale Cosenza, Sami Macukulli, vien voglia di gridarli noi i nomi che si aggiungono al tragico rosario di vittime innocenti di un lavoro che uccide ancora sei volte in aziende e parti d’Italia diverse.

Sono i morti sul lavoro in sole 24 ore, tra lunedì e ieri, che lasciano nel dolore e nel lutto solo le famiglie, nel silenzio assordante dei governanti e del circo mediatico troppo impegnato a spargere lacrime a reti unificate tra l’interessato e il servile sulle spoglie di uno dei principali responsabili della regressione politica e culturale della società italiana negli ultimi trent’anni.

E’ una fotografia della grave situazione in cui viviamo: Da una parte fiumi d’inchiostro e di parole per onorare, glorificare, incensare un personaggio che di onorevole non aveva nulla, dall’altra per chi è morto vivendo dignitosamente del proprio lavoro silenzio e omertà.
C’è uno scarto intollerabile! Da una parte sospensione dell’attività delle Camere e lutto nazionale, dall’altra neanche le solite vuote e farisaiche promesse.

Noi però non dobbiamo cadere nel rischio dell’assuefazione costruita con la menzogna che fa passare quelli che sono omicidi per tragiche fatalità.
Noi non dimentichiamo e onoriamo i nostri morti continuando la lotta fino a quando la vita e la dignità delle persone che lavorano per vivere tornerà a valer quanto e più del potente di turno.

Antonello Patta
Responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

È una sentenza per omicidio colposo aggravato quella che ha sancito la condanna a 12 anni di carcere, più l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, per l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny riconosciuto colpevole di violazione delle norme per la prevenzione sul lavoro che ha causato 392 vittime di amianto a Casale Monferrato.

Un verdetto positivo perché arriva dopo l’annullamento della sentenza di condanna di Schmidheiny da parte della Cassazione nel 2014 e perché, contrariamente a quell’atto, si riconosce che il danno sul territorio era ed è permanente. Nel casalese si moriva e si continua a morire di amianto: tra i 76 e l’86 morivano 50 persone all’anno, oggi 35.

Ma sebbene il reato imputato sia concreto nel suo impatto punitivo, e anzi segni un passo importante dopo anni di totale ingiustizia, non corrisponde alla richiesta di condanna per omicidio volontario e dolo eventuale avanzata dall’accusa in riferimento alla gestione dello stabilimento e alla fuga criminale lasciando nel territorio una bomba mortale per la salute della comunità; non risponde alla sete di giustizia di molte famiglie perché implica che molte di quelle morti, avvenute da più di quindici anni, siano considerate prescritte; soprattutto solleva la contrarietà di chi, come l’associazione dei familiari delle vittime dell’amianto, lotta da decenni per avere giustizia per le vittime e per quel territorio martoriato e vede il rischio che il declassamento del reato apra la strada a nuove prescrizioni.

Rifondazione Comunista è al fianco delle associazioni dei familiari di tutte le vittime dei morti sul lavoro e per il lavoro e lotta con loro per rendere davvero cogenti le norme sulla prevenzione e la sicurezza e per il pieno riconoscimento delle malattie professionali e dei reati ambientali.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Alberto Deambrogio, segretario del Piemonte
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Con l'arrivo dell'estate, riparte il peana della difficoltà a trovare persone disposte a lavorare nel settore del commercio, turismo, pubblici esercizi e della ristorazione. Le grida di esercenti e albergatori dell'estate scorsa, amplificate dal coro dei media e delle destre, hanno ottenuto l'obiettivo dell'abolizione del reddito di cittadinanza ritenuta necessaria per avere a disposizione persone disposte a lavorare per paghe da fame di 5/600 euro al mese. Oggi a lamentare la mancanza di lavoratrici e lavoratori necessari a coprire un'offerta di 480 mila posti è il presidente di Confcommercio che indica tra le cause la mancanza di formazione.
La vera motivazione, tutti lo sanno, sono i salari da fame che non riguardano solo i vigilanti utilizzati nel commercio e pagati a 5 euro l'ora, ma gran parte dei dipendenti del settore. Non solo i precari o i tanti assunti al nero, ma anche quelli che hanno regolari e permanenti contratti, firmati dalle maggiori organizzazioni sindacali. Nel settore del turismo il livello di inquadramento più basso "garantisce" una paga oraria di 7 euro lordi l'ora che, nei primi due anni di lavoro, scende a meno di 6 euro. Nello stesso contratto troviamo ben sette livelli d'inquadramento al di sotto di 10 euro lordi, per noi il minimo da cui partire per uscire dalla situazione indegna in cui versano oggi milioni di lavoratrici e lavoratori. Unione Popolare ha presentato la proposta di legge di iniziativa popolare per un salario minimo di 10 euro l'ora indicizzato all'inflazione, su cui abbiamo iniziato a raccogliere le firme. Invitiamo tutte e tutti a darci una mano in questa battaglia di civiltà firmando e invitando a firmare nei banchetti che si tengono in tutta Italia. Basta paghe da fame!
#10èilminimo!

Antonello Patta, responsabile lavoro Partito della Rifondazione -Sinistra Europea

Lo sciopero odierno delle lavoratrici e dei lavoratori delle telecomunicazioni ha sacrosante ragioni che dovrebbero essere al centro del dibattito politico e mediatico.

Non solo perché in ballo ci sono 20.000 posti di lavoro, ma anche la transizione digitale del nostro paese, il digital divide, l'attuazione del Pnrr.

Siamo di fronte al fallimento della privatizzazione del settore a cui 25 anni fa ci opponemmo solo noi di Rifondazione Comunista mentre centrosinistra e destre seguivano le indicazioni dell'allora commissario europeo Mario Monti.

Fu dichiarata guerra al monopolio pubblico, pienamente giustificato per un settore strategico, aprendo la strada a spezzatini e saccheggio di privati. Il risultato è il ritardo del nostro paese in un settore fondamentale per la modernizzazione e anche per la sovranità democratica.

Ritardo che si fa sempre più grave anche grazie all’inerzia del governo sulla vicenda Tim lasciata ai giochi di mercato dei soci privati, tra cui una società francese che detiene la quota maggioritaria, mentre solo un pieno ritorno del pubblico potrebbe garantire gli interessi nazionali.

Come al solito la "riforma" neoliberista ha portato al moltiplicarsi di appalti esterni a spese di diritti e salari di chi lavora e al tentativo delle aziende di customer service di fuoriuscire dal contratto nazionale.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Antonello Patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista

Care compagne e cari compagni,

la campagna di raccolta firme per la Legge di Iniziativa Popolare sul salario minimo è partita, ed è partita bene!

Abbiamo bisogno di monitorare i banchetti e le iniziative per poter rispondere alle tante richieste che ci stanno arrivando. Richieste per poter firmare, ma anche per dare una mano.

Vi consigliamo vivamente, di informare agenzie stampa e testate locali, ogni volta e con anticipo, degli appuntamenti per i banchetti.

Vi chiediamo quindi di compilare il form sottostante ogni volta che farete un banchetto, un punto di raccolta firme, un'iniziativa dedicata (vi ricordiamo che trovate tutti i materiali e il testo di legge qui)

Questo ci permetterà di fare una buona comunicazione e migliorare il lavoro di tutte e tutti noi.

Compilate e buon lavoro!

Modulo da compilare

Anna Camposampiero, Segreteria Nazionale, Responsabile Comunicazione Prc-Se
Antonello Patta, Segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se

La necessità dell’introduzione di un salario minimo in Italia è diventata così evidente che nemmeno il sistema mediatico mainstream può evitare di parlarne e addirittura fonti padronali ne riconoscono la necessità.
A riconoscere la drammatica situazione dei salari italiani hanno contribuito anche le sentenze di diversi tribunali intervenute contro l’incostituzionalità di salari letteralmente da fame, 4, 5 euro lordi, obbligando le aziende ad aumentare le remunerazioni dei propri dipendenti.
l’Italia è oggi l’unico paese d’Europa in cui i salari dal 1990 a oggi, 33 anni, invece che aumentare sono diminuiti al punto che oggi il 30% delle lavoratrici e dei lavoratori, circa 5 milioni di persone, guadagna meno di 1000 euro al mese; con l’aggravante della perdita di potere d’acquisto di circa il 20% causata dall’inflazione in due anni.
Le motivazioni del crollo dei salari reali sono molteplici, in prima fila la precarizzazione estrema del lavoro e la disarticolazione dei processi produttivi, ma è indubbio che veniamo da anni nei quali la contrattazione collettiva non è stata in grado di difendere i salari di lavoratrici e lavoratori.

L’ennesima conferma arriva dall’ipotesi di contratto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, concordata con i sindacati confederali che, dopo sette anni di mancato rinnovo, prevede aumenti lontanissimi dal garantire un salario dignitoso e che per l’ultimo livello d’inquadramento lascerebbe addirittura inalterata la vergognosa condizione preesistente.

La proposta di legge di iniziativa popolare per un salario minimo di 10 euro lordi l’ora adeguato automaticamente all’inflazione che abbiamo condiviso come Unione Popolare è la strada giusta per restituire dignità al lavoro nel nostro paese; migliorerebbero le retribuzioni di più di 5 milioni di lavoratori che oggi guadagnano meno di quella cifra e moltissimi uscirebbero dallo stato di povertà; una scelta, la nostra che, lungi da deprimere la capacità contrattuale del lavoro darebbe nuova forza alla contrattazione aprendo la strada per una spinta verso l’alto di tutti i livelli retributivi.
Per questo domani 2 giugno come Rifondazione Comunista e Unione Popolare saremo in tantissime piazze in tutta Italia per l’avvio della raccolta firme per il salario minimo legale e invitiamo tutte e tutti a impegnarsi in prima persona per il successo dell’iniziativa.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra europea

@rifondazione.comunista Negli ultimi 30 anni i #salari medi italiani sono diminuiti del 3% (dati OCSE) mentre in altri paesi europei sono aumentati del 30, 40 e 50%. #10euroMinimo ? suono originale - Rifondazione Comunista

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