Carissime compagne, carissimi compagni,

Sono trascorsi oramai 3 mesi dall’avvio della campagna di raccolta firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per il salario minimo presentata da Unione popolare e possiamo tracciare un bilancio politico organizzativo utile per orientare l’iniziativa futura.
Le compagne e i compagni che hanno organizzato i banchetti hanno segnalato una grande attenzione e l’adesione di molte persone che hanno accolto l’invito a firmare più numerose che in campagne precedenti.
La campagna ha permesso a Unione Popolare e a Rifondazione di rendersi visibile su un tema molto sentito mostrando una sensibilità sociale vicina ai bisogni delle lavoratrici, dei lavoratori e dei ceti popolari.
Di grande interesse l’apertura di interlocuzioni con soggetti politici sindacali e di movimento realizzata promuovendo dibattiti in cui abbiamo chiamato al confronto sulla nostra proposta.
Il lancio della proposta di legge di iniziativa popolare ci ha permesso di essere presenti con i banchetti nelle piazze e con i tanti momenti di confronto promossi nel dibattito che è diventato centrale nel Paese; non solo, il confronto tra nostra e la proposta di Pd, 5 stelle, Azione e Si ha permesso di evidenziare in modo chiaro l’insufficienza di quest’ultima e il suo essere condizionata pesantemente dalle compatibilità del sistema dato che fa pagare il salario minimo alle casse dello stato e impedisce un reale aggancio all’inflazione delegando al buon cuore dei padroni.
Occorre continuare su questa strada e riprendere con maggior forza l’iniziativa al fine di superare l’obiettivo delle 60 mila firme entro la metà di novembre.

Per una valutazione sul percorso compiuto, fare il punto sulla situazione e programmare gli impegni necessari per raggiungere il risultato è convocato l’attivo nazionale di tutte le segretarie e i segretari regionali e di federazione per lunedì 11 settembre 2023 alle ore 19.

Per poter fornire a tutte/i il quadro esatto della situazione ribadiamo la richiesta alle federazioni di comunicare, tramite i regionali, il numero di firme raccolte entro e non oltre sabato 9 settembre 2023 all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Un caro saluto

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Prc-Se
Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se

Cinque operai morti. Il più giovane aveva solo 22 anni. Non si tenti di scaricare sul macchinista la responsabilità della mancata interruzione
Mentre esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie dei lavoratori chiediamo che al dolore dei familiari non si aggiunga l’offesa di liquidare con la parola incidente quella che è una vera e propria strage sul lavoro.
Di sicuro siamo di fronte a una tragedia che riguarda lavoratori di un'azienda esterna ed è noto che il ricorso agli appalti è uno dei metodi per ridurre i costi che pagano i lavoratori in termini di aumento dello sfruttamento e riduzione delle condizioni di sicurezza.
L'analogia con il film di Ken Loach del 2001 'Paul, Mick e gli altri' è inquietante.
Non è più tempo di ipocrisie e chiacchiere. Queste cinque morti sono il risultato di processi che denunciamo da tempo. Sono la conseguenza del progressivo smantellamento del sistema di prevenzioni e controlli che si traduce in un tacito e colpevole invito alle aziende a non investire nella sicurezza sul lavoro; della spinta a ridurre i vincoli e le penali a carico dei datori di lavoro e dei dirigenti; a liquidare quelli che sono veri e propri assassini come tragiche fatalità.
Se RFI non è in grado di fare rispettare le regole sulla sicurezza deve cambiare la sua governance immediatamente. Chiediamo le dimissioni dell'amministratore delegato e del ministro dei trasporti e che sia fatta luce sulle ragioni della mancata interruzione della linea. Subito.

E bisogna evitare che, come accade sistematicamente, alla strage seguano l'ingiustizia e l'impunità.
Per queste ragioni come Rifondazione Comunista e Unione Popolare invitiamo tutte e tutti a firmare la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro nei banchetti che stiamo organizzando in tutto il paese.

Basta stragi sul lavoro! Basta esternalizzazioni!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

È un coro di consensi accompagnato da varie rivendicazioni di primogenitura sulla misura, “l’abbiamo detto prima noi”, quello con cui le opposizioni accolgono la tassa sui profitti alle banche.
E una boccata d’ossigeno per la Meloni in difficoltà sul salario minimo che riscuote consensi altissimi anche tra l’elettorato delle destre, e soprattutto a causa di una manovra finanziaria che comunque la si componga colpirà ancora una volta i lavoratori e i poveri.
L’adesione acritica delle opposizioni alla misura è un regalo alla Meloni, utile per nascondere che si è fatto tanto rumore per molto poco e accreditare la favola populista di un governo che non “risponde ai banchieri e fa pagare i furbi”.
E’ stata accreditata l’idea che le banche avrebbero sborsato finalmente il maltolto restituendo 9-10 miliardi guadagnati erogando interessi risibili ai correntisti e lucrando cifre enormi con tassi altissimi sui mutui.
E così sarebbe stato se si applicasse davvero l’aliquota del 40% sui differenziali dei margini d’interesse sbandierata a fini elettorali, le europee sono vicine, dal governo.
Infatti tra il2022 e il 2023 i margini d’interesse e gli utili delle banche sono aumentati dal 50 all’80% e nel caso di MPS del 2193%; tradotto in cifre solo nel 2023 i margini di interesse saranno circa 68 miliardi, 23 in più rispetto al 2022 e 30 in più del 2021.
Ma c’è il trucco! Nella norma è stata infatti inserita una clausola in base alla quale il prelievo complessivo a carico delle banche non dovrà superare lo 0,1% del totale degli attivi che secondo Banca d’Italia ammontano a 3200 miliardi.
Una cifra ridicola rispetto agli enormi profitti realizzati speculando sui tassi d’interesse ai danni di circa tre milioni e mezzo di famiglie e a vantaggio di manager e azionisti.
Tassare davvero tutti gli extraprofitti e la speculazione è un’altra cosa;
La verità pura e semplice è che questo governo continua con le politiche iperliberiste e antipopolari dei governi che l’hanno preceduto sotto i quali pandemia, inflazione galoppante e alti tassi sono state altrettante occasioni per favori finanza e imprese a danno dei ceti popolari.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Con l’approvazione della legge delega per la riforma fiscale il governo prosegue sulla strada, già percorsa dai governi precedenti, del totale smantellamento della progressività prevista dalla costituzione.

Già nel 2022 eravamo il paese in cui oltre il 90% del gettito Irpef gravava sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati conseguenza di anni di misure a vantaggio dei redditi da capitale, d'impresa e da lavoro autonomo a discapito di quelli da lavoro dipendente e pensione
Ciò è stato possibile grazie a due processi paralleli. Il primo è stata la continua riduzione del numero di scaglioni ed eliminazione delle aliquote alte con conseguente spostamento del prelievo verso i redditi più bassi; si è passati dai 32 scaglioni del 1970 con aliquote dal 10 al 72% a 4 scaglioni con l’aliquota massima per redditi sopra 50 mila euro solo del 43%
Il secondo è quello che ha prodotto la Riduzione progressiva della quota di reddito soggetta all’irpef con deroghe e regimi speciali tra cui: -cedolare affitti liberi al 21%,cedolare su vendite immobiliari al 20%, tasse su titoli e dividendi del 26 e 12, 5 %, partite iva, del 20% fino a 65 mila euro, imposte sul reddito d’impresa 24%.
Agevolazioni, di cui beneficiano ben 28 milioni di contribuenti, motivate come mezzo per ridurre l’evasione e aumentare il gettito e che invece come mostrano i dati sulla cedolare degli affitti producono l’effetto contrario.
A tutto ciò va aggiunta la tolleranza sull’evasione dell’iva da parte di imprese e lavoro autonomo
Con la legge delega, mentre derubano i poveri con l’abolizione del reddito di cittadinanza, le destre al governo, per favorire l’insaziabile voracità della loro base sociale si apprestano ad estendere le flat tax, incentivano l’evasione fiscale estendendo i già numerosi condoni e premiano l’infedeltà fiscale.
Solo un odio di classe senza uguali può spiegare queste scelte che ridurranno le entrate dello stato proprio mentre il governo si appresta a varare una finanziaria lacrime e sangue che colpirà i ceti popolari tagliando la spesa pubblica soprattutto per Sanità, Welfare e stipendi ai pubblici dipendenti; Persino il giornale di Confindustria, ragionando su dati di Bankitalia, prefigura una austerità che farà impallidire quella del governo Monti.
La guerra dichiarata dalle destre ai lavoratori e ai poveri può essere contrastata solo con la messa in campo di un percorso di mobilitazione generalizzata a tutte/i le/i lavoratrici/lavoratori e ai ceti popolari che porti a un vero sciopero generale di popolo per un fisco giusto, per la ricostruzione del welfare, per il salario minimo e aumenti generalizzati di tutti i salari e delle pensioni, per un vero reddito di cittadinanza.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

PREMESSA IMPORTANTE per le SEGRETARIE e i SEGRETARI DI FEDERAZIONE

Vi chiediamo di inoltrare - in tempi rapidissimi - la nota in oggetto alle segretarie e ai segretari di circolo delle vostre Federazioni, in quanto abbiamo riscontrato notevoli e numerosi difetti di comunicazione a livello territoriale.

Ciò determina una mancanza di conoscenza da parte dei territori delle comunicazioni nazionali e quindi una conseguente difficoltà dell’azione quotidiana politico-organizzativa delle strutture territoriali del partito.

Grazie

Dipartimento Lavoro e Dipartimento Organizzazione del Prc-Se

Care compagne, cari compagni,

vi comunichiamo che, dai dati ricevuti dalle federazioni, a oggi 28 luglio, risultano raccolte 19750 firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per il salario minimo.
Non siamo al momento in grado di precisare quante firme raccolte da Pap autonomamente vadano aggiunte a questa cifra nella quale sono comprese sia quelle raccolte da noi sia quelle frutto dei banchetti unitari.
Ringraziamo tutte/i quante/i si sono impegnate/i per raggiungere questo importante risultato auspicando che, entro la fine di agosto , quando saremo alla meta dei tempi previsti dalla legge (6 mesi), si raggiunga la metà dell’obiettivo minimo fissato in 60 mila firme.
Un risultato alla nostra portata considerando anche che diverse federazioni hanno comunicato di avere fuori ancora molti moduli, di altre non abbiamo ricevuto i dati e che altre ancora finora hanno sofferto le difficoltà derivanti dalle temperature altissime.

Condividiamo il suggerimento avanzato da diverse/i compagne/i che le feste possano e debbano essere delle occasioni importanti per connettere momenti di dibattito sul salario minimo e raccolta delle firme.
Per questi motivi attendiamo la fine del mese di agosto per avere il computo più preciso delle firme raccolte in questi primi tre mesi.

Chiediamo pertanto alle federazioni di far pervenire ognuna il proprio dato ai Regionali che provvederanno a inviarli, distinti per federazione, entro e non oltre il 27 agosto a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; ciò ci permetterà di fare il punto più preciso sulla campagna e di informare nel merito tutto il partito.

ATTENZIONE, è cosa della massima importanza che i moduli con le firme già raccolte e relativi certificati siano raccolti dai regionali e inviati al nazionale al seguente indirizzo:

PRC-SE, via degli Scialoja 3, 00196, Roma. Chiediamo di informare tempestivamente i circoli perché, chi non l’avesse ancora fatto, chieda i certificati elettorali ai Comuni.

Buon lavoro a tutte e tutti

Fraterni saluti

Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se
Ezio Locatelli, segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

Care compagne, cari compagni,

inviamo, rispondendo alle richieste avanzate da molte/i, una vademecum sul salario minimo con il quale proviamo a fornire elementi di conoscenza utili sia per rispondere ai quesiti posti dalle/i cittadine/i che si avvicinano ai nostri banchetti, sia per gestire le interlocuzioni e il dibattito pubblico con i soggetti sindacali, politici e di movimento che incontriamo nella costruzione dello schieramento più ampio possibile sulla nostra proposta di legge di iniziativa popolare.

Raccomandiamo la massima diffusione affinchè tutte/i le/i iscritte/i siano attrezzate/i in questa importante lotta politica.

Buon lavoro a tutte e tutti

Fraterni saluti

Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se

Le motivazioni della sentenza che ha condannato l’azienda Civis Spa, nella causa promossa da Adl Cobas, per i salari poco sopra i 4 euro all’ora rappresentano un fatto di grandissima rilevanza per la tutela del lavoro. Vediamone alcuni aspetti.
In primo luogo rinsaldano con forza la tendenza della giurisprudenza ad assumere con coraggio la costituzione, in particolare l’articolo 36, come riferimento imprescindibile per giudicare l’adeguatezza dei salari e se ne stabilisce la preminenza anche rispetto ai contratti nazionali.
Così quello a una retribuzione proporzionata e sufficiente diventa un diritto inalienabile della persona che lavora.
Si confuta la pratica consolidata di assumere i contratti collettivi quale metro di per sé sufficiente a giustificare l’adeguatezza delle retribuzioni, mostrando anche con dovizia di dati come nel tempo i contratti non siano stati in grado di tutelarle rispetto all’inflazione e a politiche economiche fondate sulla compressione dei salari
Viene assunto a riferimento la soglia di povertà relativa come minimo per garantire una vita dignitosa e si stabilisce che “ove la retribuzione prevista nel contratto di lavoro, individuale o collettivo, risulti inferiore a questa soglia minima, la clausola contrattuale è nulla”
Un dato di grandissimo rilievo è l’assunzione della paga base come criterio per definire la remunerazione sufficiente a garantire una vita dignitosa e l’auspicio che venga introdotto un salario minimo che la garantisca.
Le argomentazioni del giudice confermano la correttezza e la necessità della nostra proposta di legge per il salario minimo perfino nella cifra indicata di 10 euro e ancor più nella scelta di ancorarla pienamente e in modo automatico all’inflazione.
Tutto ciò contribuirà a dare maggiore forza alla nostra campagna di raccolta firme che si sta sviluppando con banchetti e iniziative in tutte le città d’Italia e che ieri è stata rafforzata in modo importante con la costituzione di un comitato di sostegno promosso da personalità del mondo accademico, della cultura e dello spettacolo e da forze sindacali e politiche riportate nell’appello allegato.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Paolo Benvegnù, segretario regionale del Veneto
Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea

Oggi, martedì 18 luglio saremo davanti ai cancelli della Italforme di Este, insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori che lunedì scorso, senza avere ricevuto alcun preavviso, senza essere stati interpellati né coinvolti prima, hanno trovato chiusi i cancelli ed hanno saputo che i loro posti di lavoro non esistevano più.

Oltre 40 dipendenti nemmeno informate/i della situazione in cui versava l’azienda (milioni di debiti, innanzitutto nei loro confronti). Nessun confronto, nessun preavviso, niente trattative su percorsi di riqualificazione o prepensionamento. E niente ammortizzatori sociali prima di 4 mesi da ora.

Merci che si buttano via quando non servono più.

Non è un caso isolato, nella ricca provincia di Padova della ricca regione Veneto.

È stato così per le lavoratrici e i lavoratori della Valvitalia di Due Carrare, trasferiti d’autorità in altro sito, prendere o lasciare, senza alcuna considerazione per famiglie (un centinaio), scuole dei figli, mutui in corso?

Stesso trattamento per le lavoratrici e lavoratori della Exo di Albignasego (fabbricavano le scarpe Crocs, nessun problema di mercato) chiusa per trasferimento all’estero, in nome di un profitto che non basta mai, altre famiglie (più di 50) alle corde.

Merci.

Se poi ti ribelli come il lavoratore “in affitto” che ha osato scioperare e, addirittura, intervenire alla manifestazione per raccontare la condizione sua e di quelli come lui niente rinnovo del contratto!

Merce.

Sono solo alcuni casi, ma mostrano bene come funziona il modello nordest, fonte di grandi profitti: tanto sfruttamento, precarietà estesissima, ampia diffusione del lavoro nero e grigio.

Difendere la dignità ed i diritti di queste lavoratrici e lavoratori significa difendere tutte e tutti. Noi ci saremo come sempre.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Paolo Benvegnù, segretario regionale del Veneto
Giuseppe Palomba, segretario della federazione di Padova
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Come Rifondazione Comunista parteciperemo attivamente all’organizzazione delle tre giornate di mobilitazione per il salario minimo promosse da Unione Popolare per il 13,14, 15 luglio in tante città e località turistiche del Paese.
Con questa iniziativa, che si colloca all’interno della campagna di raccolta firme a sostegno della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per un salario minimo di 10 euro agganciato automaticamente all’inflazione, vogliamo attirare l’attenzione su un settore - il turismo - in cui il fenomeno dei bassi salari si unisce a una abnorme diffusione della precarietà, del lavoro nero e grigio.
Per questo oltre che in centinaia di banchetti per la raccolta firme organizzati in tutta Italia saremo presenti con presidi e flash mob in città con grande presenza di turisti e di lavoratori e lavoratrici del settore come Roma, Venezia, Desenzano del Garda, Rimini, Napoli, Torino, Bari, Catania, Firenze e in luoghi come la Versilia dove saremo davanti al Twiga, concessione di una ministra che mentre insultava i percettori di reddito di cittadinanza prendeva i fondi dello stato e non pagava i dipendenti facendoli figurare in cassa covid mentre lavoravano.
E’ questa la realtà che si cela dietro le periodiche lamentele di proprietari di alberghi, bar, ristoranti, stabilimenti balneari sui lavoratori che non si trovano, le invettive contro i giovani fannulloni che pretendono troppe ferie e contro il reddito di cittadinanza.
Lo svelano i controlli dell’ispettorato del lavoro dai quali risultano altissimi tassi di irregolarità, 3 aziende su quattro, con vessazioni nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori su orari, turni, ferie e paghe da fame spesso in nero, contributi non versati.
Va meglio ma non troppo per chi è assunto regolarmente perché perfino i contratti firmati dai sindacati nazionali prevedono diversi livelli di inquadramento con salari tra i 6 e gli 8 euro lordi, cifre molto lontane dal garantire la vita dignitosa prevista dalla Costituzione.
La nostra proposta di salario minimo metterebbe fine alla piaga del lavoro povero che colpisce moltissime/i lavoratrici/tori specialmente giovani che questo settore lo fanno prosperare senza goderne i benefici e farebbe emergere col nero tanta evasione fiscale e contributiva a vantaggio di tutto il paese.

10 euro è il minimo!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Care compagne, cari compagni,

Come preannunciato vi inviamo, in allegato, il testo del volantino (definitivo), da utilizzare nelle iniziative del fine settimana nei luoghi e nel settore del turismo all’interno della campagna del salario minimo.
Vi invitiamo a caratterizzare la giornata come iniziativa di Unione Popolare condividendola con i soggetti promotori di UP nei territori in cui sono presenti.

Buon lavoro a tutte e tutti

Fraterni saluti

Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se

230712salariominimo blog

Oggi i metalmeccanici tornano in sciopero per quattro ore proseguendo la mobilitazione nazionale indetta da Fiom, Fim e Uilm per il rilancio dell’industria che vede la sua base produttiva sempre più ridotta a causa della mancanza di politiche industriali che ha caratterizzato tutti i governi degli ultimi 40 anni; lottano per l’occupazione pesantemente ridotta da crisi industriali che mettono a dura prova l’esistenza di interi settori, da quello dell’auto a quello della siderurgia.

Giustamente chiedono un intervento pubblico finora mancato nei settori strategici, la reindustrializzazione delle aree di crisi e il sostegno all’occupazione anche attraverso la riduzione dell’orario di lavoro. In modo particolare sosteniamo la lotta dei metalmeccanici per il salario sempre più impoverito da un'inflazione galoppante causata ormai interamente dai super profitti delle aziende con la nostra proposta di salario minimo legale di dieci euro l'ora agganciato automaticamente all'inflazione e pagato integralmente dai padroni.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/sinistra Europea

Care compagne, cari compagni,

è passato un mese dall’avvio della campagna per il salario minimo e possiamo dire che l’iniziativa sta registrando un buon successo con una notevole disponibilità delle persone a firmare, a testimonianza dell’interesse suscitato dalla nostra proposta presso le fasce sociali che ci interessano maggiormente.
Auspicando che ciò sia di incentivo a tutte le Federazioni e tutti i circoli ad accrescere l’impegno nell’organizzazione di banchetti, cogliamo l’occasione per fornire indicazioni utili per il prosieguo della campagna.

È stato completato l’invio dei moduli per la raccolta firme agli 8 mila Comuni italiani tramite posta certificata (Pec). Tranne un 5% per cento circa di mail non sono andate a buon fine, tutte le altre Aruba le dà come consegnate. Vi chiediamo di verificare presso i Comuni che abbiano attivato la raccolta firme, insistendo sull’avvenuta consegna e sugli obblighi di legge al riguardo.

Abbiamo deciso di organizzare come Up una tre giorni di iniziative nelle date del 13, 14 e 15 luglio con banchetti che abbiano a tema i bassi salari nel settore del turismo; nei luoghi di mare magari si potrebbe farli nei pressi di lidi balneari per evidenziare la contraddizione tra i privilegi di cui godono e i bassi salari che pagano. Quello della Santanchè sarebbe il luogo top. Vi invitiamo a individuare i luoghi prescelti e predisporre l’organizzazione necessaria. A breve riceverete un testo di volantino. E’ importantissimo che comunichiate per tempo le coordinate delle iniziative.

Sta per essere pubblicato sul sito di Up l’appello per la costituzione del comitato promotore nazionale della Lip sul salario minimo cui stiamo chiedendo l’adesione di soggetti politici, sindacali, di movimento e di singole personalità. Vi preghiamo di attivarvi celermente per sollecitare adesioni anche di organismi territoriali specie del mondo del lavoro, ma non solo.

Abbiamo bisogno di fare un bilancio della raccolta firme prima del mese di agosto in modo da programmare il prosieguo della campagna al fine di raggiungere e superare abbondantemente l’obiettivo delle 60 mila firme (50 mila più 10 mila di garanzia). A partire da domani le compagne e i compagni del dipartimento Organizzazione faranno già un primo giro di telefonate, ma vi chiediamo fin d’ora di predisporvi a comunicare al dipartimento Organizzazione il numero di firme raccolte dopo la tre giorni del 13, 14 e 15.

La nostra proposta di legge cade in un momento in cui, di fronte alla drammaticità della situazione sociale, il tema del salario e del reddito è diventato centrale nel dibattito pubblico; invitiamo tutte le organizzazioni territoriali ad attivarsi per avviare momenti di confronto in cui far conoscere e discutere la nostra proposta, tessere relazioni con tutti i soggetti interessati e proporre adesioni a Rifondazione e a Unione Popolare.

Buon lavoro a tutte e tutti

Fraterni saluti

Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se
Ezio Locatelli, segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

Un accordo al ribasso quello di Pd, M5stelle, SI e Azione su una proposta di salario minimo di 9 euro lordi l’ora. E’ la stessa cifra presente nella proposta del partito di Conte presentata ben 5 anni fa che quindi oggi, considerando gli anni di inflazione a due cifre, in quanto a potere d’acquisto vale a dir poco il 20% in meno.
Una cifra di per sé insufficiente a garantire al lavoratore e alla sua famiglia quella vita libera e dignitosa prescritta dall’art. 36 della Costituzione. Le tantissime famiglie, in aumento, composte da un lavoratore o, come succede più spesso da una lavoratrice, con un familiare a carico, con questa cifra si collocherebbero sotto la soglia di povertà.
Ma c’è di più; la paga oraria una volta istituita non sarebbe agganciata automaticamente all’inflazione in quanto il testo della legge prevede di lasciare la decisione sull’adeguamento a una commissione paritetica tra sindacati e datori di lavoro; come dire campa cavallo!
A conferma dell’aleatorietà di eventuali aumenti i promotori dicono di voler “scongiurare la spirale salari prezzi”; il che se non fosse drammatico farebbe ridere nel momento in cui abbiamo salari che negli ultimi trent’anni sono diminuiti diventando i più bassi d’Europa mentre le imprese stanno macinando profitti con aumenti dei prezzi del tutto ingiustificati rendendosi responsabili dei due terzi del tasso d’inflazione.
Ma l’attenzione a tutelare prima di tutto le aziende si rivela nel punto in cui si dice che l’adeguamento dei contratti esistenti alla nuova norma non avverrebbe a carico, se in tutto o in parte non è chiaro, delle aziende per le quali è prevista una compensazione per i costi dell’adeguamento.
Gli aumenti, come avviene per il taglio del cuneo fiscale, non graverebbero sulle imprese ma sulla fiscalità generale, cioè di nuovo sui lavoratori e le lavoratrici.
Noi continuiamo con più impegno la campagna a sostegno della proposta di legge presentata come Unione Popolare per un salario minimo di 10 euro lordi l’ora indicizzato automaticamente all’inflazione, pagato integralmente dalle imprese.
10 euro è il minimo per una vita degna.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea

Sfruttamento del lavoro, paghe da fame e ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori si accompagnano il più delle volte a forme di illegalità Lo diciamo da tempo ma ora lo certifica l’inchiesta della magistratura milanese che coinvolge Esselunga, altre presunte aziende e diverse false cooperative tutte indagate con le accuse di frode fiscale e caporalato. La frode fiscale portata avanti per anni e valutata in 48 milioni è stata perpetrata attraverso un sistema di false fatturazioni miranti a far passare come contratti d’appalto quelle che erano invece “somministrazioni illecite di manodopera” a basso costo gestita da una successione di false cooperative che oltre a frodare il fisco a loro volta non hanno mai versato i contributi.

Un sistema criminale già indagato dai magistrati diffuso nei settori della logistica e della grande distribuzione che utilizzano società talvolta fittizie e false cooperative che nascono e muoiono continuamente per fornire manodopera a basso prezzo e disponibile a orari impossibili e alto grado di sfruttamento in quanto altamente ricattabile.

Una condizione dei lavoratori diffusa che emerge con chiarezza estrema da un’inchiesta parallela condotta dal PM Storari a carico di un colosso della vigilanza privata Servizi Fiduciari soc. coop. per i bassi salari pagati. Nei verbali della guardia di finanza si legge infatti che è “lo stato vitale di bisogno a costringerli ad accettare salari da fame, solo perché posti dinnanzi alla scelta se avere, o meno, una qualche forma di introito necessaria a qualcosa che somigli alla sopravvivenza”. Questi fatti testimoniano più di qualsiasi discorso la necessità assoluta del salario minimo legale di 10 euro l’ora contenuto nella proposta di legge di iniziativa popolare che portiamo avanti come Unione Popolare. Battersi per questa legge, per aumenti generalizzati dei salari e contro la precarietà significa lottare per ricostruire il potere contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori miglior antidoto contro le varie forme di illegalità che paghiamo tutti.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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