di Ezio Locatelli*

Abbiamo provveduto a ristampare in gran quantità le bandiere di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea. I circoli, le federazioni, i regionali sono invitati a farne richiesta al nazionale e a utilizzare le stesse in ogni manifestazione, ogni corteo, ogni ambito di iniziativa politica.
In questi anni non ci si è accontentati della cancellazione della nostra presenza dal Parlamento o dai mass media. Si è cercato anche di cancellare la nostra presenza dalla società e in ogni ambito di iniziativa politica. E’ evidente che questa presenza è data innanzitutto dalla nostra capacità politica di stare sul terreno del conflitto sociale, della difesa dei diritti e della dignità delle persone, della relazione unitaria con le forze di sinistra.

Leggi tutto...

Nota ai segretari regionali, provinciali, di circolo Prc-Se

Nell’ambito della recente scelta di allargamento della segreteria nazionale, è stato deciso di attuare un investimento specifico di attenzione sulle questioni che attengono al rilancio della presenza organizzata del nostro partito a livello nazionale e territoriale. Un compito che, al di là degli scarsi mezzi e risorse attualmente a disposizione, intendiamo portare avanti con impegno e convinzione convinti come siamo che politica e organizzazione devono poter tornare a camminare assieme.
Quando parliamo di rilancio non pensiamo solo alla riorganizzazione della nostra soggettività politica, alla rimessa in moto dei meccanismi di direzione e funzionamento, di tesseramento, di autofinanziamento, di comunicazione interna ed esterna, di feste locali, ecc.

Leggi tutto...

di Ezio Locatelli *

Facciamo, per un attimo, un tuffo nel passato. “L’unione fa la forza” scriveva Marx nel 1847 rivolgendosi non solo ai proletari, ai comunisti ma ai gruppi della sinistra borghese nella comune lotta contro la tirannia e l’oppressione della monarchia tedesca. “Bisogna rivolgere tutte le forze contro il nemico comune e non ridursi in frantumi…” scriveva ancora Marx in feroce polemica contro le “battaglie idilliache” aggiungendo che, al di là di volere nell’immediato le stesse cose, – uno stato democratico, di diritto – i comunisti lottano anche per una prospettiva di radicale cambiamento sociale. Ancor oggi, a distanza di tanto tempo, al tempo del finanzcapitalismo, di una inaudita concentrazione di ricchezza di potere nelle mani di pochi, in cui l’oligarchia prende il posto della democrazia, il cambiamento più che mai chiede unità e autonomia. Unità come esigenza, per le forze di cambiamento che sono rimaste, di non farsi ghettizzare, di tornare in campo con la necessaria forza organizzata. Autonomia come necessità, per chi è e continua a dirsi comunista, non solo di condurre una sacrosanta battaglia di resistenza civile e democratica al liberismo, ma per una rinnovata critica del capitalismo e una prospettiva di trasformazione sociale.

Sempre più i governi nazionali si sono trasformati in meri esecutori di un’Europa liberista che punta dritta all’affossamento di tutto il quadro democratico, dei diritti sociali e del lavoro. Guai a chi osa fare diversamente come nel caso del popolo greco e del governo Tsipras. I reprobi devono essere cancellati. Renzi, in Italia, è il degno interprete ed esecutore, dell’operazione di tabula rasa chiesta e imposta dai padroni dell’Europa. Jobs Acts, Italicum, Sblocca Italia, Buona Scuola, questi alcuni dei titoli immaginifici di un’operazione rovinosa contro cui bisogna muovere una massa critica, un contro movimento che abbia una qualche possibilità di incidere. La sproporzione delle forze attualmente in campo è tale che diventa impossibile invertire la tendenza andando avanti in ordine sparso. Da qui il tema cruciale, urgente, dell’unità delle forze sociali e della sinistra sulla base della condivisione di punti programmatici essenziali, unità plurale non invenzione a tavolino di nuovi partiti, come possibilità e condizione stessa per guadagnare un terreno più avanzato di lotta per il cambiamento. Unità, beninteso, da costruire fuori dal recinto della governabilità, dai dettami della politica economica dell’Unione Europea.

Detto ciò pensiamo anche che non basta declamare una volontà, pure necessaria, di ricostruzione di uno spazio sul terreno della rappresentanza politico istituzionale perché questo si inveri. Tanto più in considerazione di un terreno disastrato che non garantisce più partecipazione e decisionalità democratica. In una situazione in cui l’apparato statuale e l’agenda politica sono chiamati ad essere artefici e garanti del capitalismo finanziario e mercantile, non più strumento di tutela e redistribuzione di risorse, cambia radicalmente il compito della sinistra. Un progetto di unità e di cambiamento possono generarsi innanzitutto in rapporto ad una ripresa di lotte e di unità sociale, ad una ripresa di pensiero critico e di pratiche sociali volte a scardinare i fattori di disuguaglianza e di esclusione sociale, i fattori di sfruttamento e spoliazione del lavoro. Il che comporta il rovesciamento del quadro delle priorità circa il momento politico elettorale e il momento sociale. Quest’ultimo, in specie per quanto riguarda Rifondazione Comunista, diventa l’asse portante di un progetto di ricomposizione, nella crisi, delle forze sociali e di sinistra. A scanso di equivoci non si tratta di negare l’intreccio tra dimensione politico elettorale e intervento sociale, quanto di affermare un diverso modo di essere di sinistra, di essere forza di trasformazione che fa della pratica e del conflitto sociale il terreno centrale di risposta al precipitare del Paese in un regime di tipo aziendalistico padronale.

Questo precipitare non ha solo un risvolto negativo, ci ha fatto arrivare a un punto nel quale le implicazioni, a dir poco devastanti, delle scelte di governo cominciano ad apparire più chiare agli occhi di milioni di persone. E’ già accaduto in Grecia, è destinato ad accadere in Italia. Cresce il risentimento sociale e insieme a ciò il numero di coloro che girano le spalle a Renzi e al Pd, alla faccia di quella che era stata dipinta come la marcia trionfale del nuovo che avanza. Un nuovo che si sta rivelando per ciò che è: una colossale montatura giocata contro gli interessi e i diritti della maggioranza dei cittadini, in specie della classe lavoratrice. Questa maggioranza si colloca ormai fuori e contro il sistema politico. Da questo dato macroscopico si può e si deve ricominciare per agire la forza di un contrasto e di una possibile alternativa alle politiche liberiste e di austerità. Vanno superati i particolarismi. Va riempito un vuoto di presenza, se non si vuole regalare la lotta al disagio sociale ai populismi vari né di destra né di sinistra, peggio ancora alla destra leghista e neofascista. Il tempo della ricostruzione sociale e dell’unità della sinistra è ora.

Torino, 26 giugno 2015

* segreteria nazionale Prc

tesseramento20151) Perché “nessuno è libero finché anche un solo uomo al mondo sarà in catene (Che Guevara)”: 20 anni di guerre e capitalismo selvaggio stanno portando l’umanità nella barbarie

2) Perché “il popolo non dovrebbe temere il proprio governo, sono i governi che dovrebbero temere il popolo (V Per Vendetta)”: solo la lotta politica organizzata cambia lo stato delle cose

3) Perché “bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza (Che Guevara)”: gli ultimi sono stati 30 anni di tenerezze per i padroni

4) Perché “coloro che lavorano, non guadagnano, e quelli che guadagnano, non lavorano (Marx)”: è il tempo di rovesciare le cose

5) Perché “a centinaia, abbindolati dai media, darebbero persino la vita per gli stessi uomini che li sfruttano da generazioni (Engels)”: senza organizzazione non c’è possibilità di cambiamento

6) Perché “colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai; egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione (Lenin): stiamo in tutti i movimenti di lotta

7) Perché “per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà (Fidel)”: se a Cuba ce l’hanno fatta perché qui da noi sarebbe impossibile?

8) Perché “non dispiacerti di ciò che non hai potuto fare, rammaricati solo di quando potevi e non hai voluto (Mao)”: tutto quello che ci viene ripetuto spinge a non impegnarsi politicamente, proprio perché non vogliono che lo fai

9) Perché “ …. è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
Quale verità?
Che tu sei uno schiavo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione, per la tua mente (Matrix)”: la verità è rivoluzionaria ma ha bisogno di forza per affermarsi

10) Perché “i filosofi hanno solo interpretato il mondo in vari modi; il punto è cambiarlo (Marx)”: se non ora quando?

Di Luca Fontana – Responsabile Nazionale Tesseramento PRC

Con la Conferenza d’Organizzazione (che si terrà a Roma l’11 e il 12 Aprile) prende avvio il progetto “Casa di vetro” che riguarda il tesseramento del Partito. Una rilevazione trimestrale dei dati del tesseramento (30 marzo – 30 giugno – 30 settembre – 30 dicembre), che verranno pubblicati sulla relativa pagina del sito nazionale, tenterà di mettere tutti nelle condizioni di valutare oggettivamente (e in tempo reale) l’andamento di questo aspetto dell’insediamento del Partito.

Leggi tutto...

Cerca

Sostieni il Partito


 

COME SOTTOSCRIVERE

  • tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.
  • attivando un RID online o utilizzando questo modulo
  • con carta di credito sul circuito sicuro PayPal (bottone DONAZIONE PayPal sopra)

Ricordiamo che le sottoscrizioni eseguite con la causale erogazione liberale a favore di partito politico potranno essere detratte con la dichiarazione dei redditi del prossimo anno