amianto

 

"La sentenza di oggi apre grandi prospettive anche per le vicende di Taranto e per le altre città che attendono giustizia". Lo ha detto il pm torinese, Raffaele Guariniello, al termine della lettura della sentenza al processo d'appello Eternit con la quale la corte di appello di Torino ha decretato la condanna di Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione (dai 16 anni in primo grado) per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza.

La sentenza ha esteso la responsabilità di Schmideiny anche per le vittime di Bagnoli e di Rubiera, in Campania ed Emilia Romagna, mentre non vengono puniti i fatti dal 1966 al 1976. Per l'altro imputato, il conte belga Louis De Cartier, deceduto il 21 maggio scorso, la Corte ha deciso il non luogo a procedere. In aula a seguire il verdetto c'era l'ex Ministro della salute, Renato Balduzzi, il procuratore capo della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, il procuratore generale Marcello Maddalena, oltre a centinaia di parenti delle vittime giunti da tutta Italia e anche network televisivi stranieri.

"Non è finita qui e non è finita nel mondo", ha aggiunto Guariniello, che quindi apre una prospettiva nuova anche per la vicenda dell'Ilva.

Purtroppo il "principio di precauzione" nonostante questa importante sentenza non è ancora applicato. Continuano a costruire impianti altamente nocivi come gli inceneritori, e per esempio l'uso dei fitofarmaci in agricoltura, considerati gravemente dannosi per la salute.

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“Chi permette un reato ambientale farà i conti con il giudice più severo: la Storia”

(Luis Sepúlveda)

 

sepulveda

 

Sepúlveda (scrittore, giornalista, sceneggiatore, regista ed attivista cileno famoso in tutto il mondo) è da sempre un grande ambientalista e collaboratore di Greenpeace.

 

“L’impegno ecologista significa cercare di comprendere i motivi per cui vengono fatte certe scelte scellerate in materia ambientale, scelte che normalmente sono dettate da leggi di mercato, che non possono essere né etiche né corrette, e spesso non sono positive per l’ambiente e per l’uomo.

 

Per i diritti dell’ambiente è necessaria la lotta -ha aggiunto Sepulveda- nel senso di fare politica dal basso per fare pressioni su governi e amministratori, che nelle loro scelte non devono rispondere a ciò che imporrebbe il mercato, ma devono rispettare la volontà dei cittadini che rappresentano…”

(Luis Sepúlveda, da sempre al fianco della lotta degli abitanti della regione dell’Aysén, per impedire la costruzione di centrali elettriche)

 

no carbone

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La manifestazione dell'11 maggio contro gli stoccaggi di metano e le trivellazioni è la

prima di una lunga battaglia che riguarderà l'intera pianura padana e l'intera

penisola.

L'8 marzo il decreto interministeriale Passera- Clini ha di fatto sancito la nuova

strategia energetica nazionale che svenderà alle multinazionali petrolifere a partire

dall'ENI il suolo, il sottosuolo, l'atmosfera, le acque e la salute delle popolazioni.

L'hub del gas europeo e lo stoccaggio di metano saranno il vero perno di tutta la

strategia, rendendo il paese un'autostrada e un deposito di gas e petroli, i pericoli

aumenteranno a partire dal rischio sismico dato dalla attività di stoccaggio

sotterraneo.

La strategia che guarda fino al 2050 è basata sull'utilizzo delle fonti fossili e abbatte

la strada del rinnovabile, questa strategia segnerà profondamente il tessuto

economico, sociale e ambientale distruggendo le basi per uno sviluppo sostenibile e

per il futuro delle generazioni.

 

Ancora una volta tutta la politica energetica sarà finalizzata al business e

all'esportazione privatizzando i profitti e socializzando i costi e le perdite.

 

L'energia è un bene comune, deve essere sostenibile e di tutti, slegata da qualsiasi

logica di mercato.

Per questo saremo in piazza l'11 maggio a Sergnano (Cremona).

 

Per adesioni e contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Rifondazione Comunista e Una città in comune, Acqua Pubblica: "Da noi vengono molti sì. Dal sindaco Filippeschi molti no, contro beni comuni e democrazia"

 

Comunicato Stampa

Continua il dibattito sul rispetto del referendum sull'acqua, in particolare per quanto riguarda la determinazione delle tariffe idriche. Rifondazione Comunista e Una città in comune tornano all'attacco del sindaco Marco Filippeschi, chiedendo il rispetto della mozione approvata in Consiglio Comunale la scorsa settimana.

"Il nuovo metodo di tariffazione idrica - spiega Federico Oliveri, coordinatore cittadino di Rifondazione Comunista - è stato deliberato lo scorso 28 dicembre dall'Agenzia nazionale per l'Energia e il Gas (AEEG) e reintroduce, dietro una nuova dicitura, la remunerazione garantita del capitale investito cancellata dal referendum del 2011. Per questo, insieme al Forum per l'Acqua Pubblica, abbiamo contestato la legittimità di queste nuove tariffe fin dalla loro emanazione". E spiega: "In continuità con quanto fatto dal 2011 ad oggi, Rifondazione Comunista ha votato, insieme a SEL e a quattro consiglieri del PD una mozione in Consiglio Comunale cui si chiedeva al sindaco e alla giunta di pronunciarsi contro la nuova tariffazione idrica, a partire dalle sedi istituzionali preposte a discuterne". La critica al sindaco Filippeschi è di non aver rispettato questa mozione: "Venerdì scorso 12 aprile - denuncia Ciccio Auletta, candidato sindaco per Rifondazione e Una città in comune - durante la riunione del Consiglio Direttivo dell'Autorità Idrica Toscana, il rappresentante del Comune di Pisa ha votato a favore del nuovo metodo tariffario, andando contro l'atto di indirizzo votato dal Consiglio Comunale. Il sindaco Filippeschi, o chi lo ha rappresentato all'Autorità Idrica Toscana, ha agito in maniera grave contro la volontà del Consiglio comunale e, ancora una volta, in difformità da quanto emerso dal referendum 2011".

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Il Circolo di Rifondazione Comunista di Bagnoli-Fuorigrotta accoglie molto positivamente i provvedimenti della magistratura che hanno messo sotto sequestro la colmata a mare e gran parte dei terreni ex-industriali e messo sotto indagine i vertici passati di Bagnolifutura e i dirigenti pubblici, del Comune e non solo, protagonisti di tutta una stagione di immobilismo e degrado per il territorio e di spreco di denaro pubblico che non dovrà più ritornare.
L’azione della magistratura, che potrebbe anche essere definita tardiva, conferma tutte le perplessità e le denunce compiute dai movimenti e dal nostro partito negli ultimi anni, in particolare sulla effettiva realizzazione della bonifica dei suoli.

Ora vanno messe in atto tutte le iniziative possibili, da parte di tutte le istituzioni proposte, affinché quanto sancito anche dalla magistratura venga finalmente messo in atto: bonifica reale e verificata di tutti i suoli ex-Italsider, controllo della bontà della bonifica su tutti i siti già realizzati (con particolare riferimento al Parco dello Sport) e immediato inizio dei lavori per la rimozione totale della colmata a mare.

Aggiungiamo, vista la gravità dell’inquinamento che si ipotizza, che non comprendiamo come possano invece continuare le attività i concessionari del litorale, che accolgono migliaia di persone durante tutto l’anno proprio accanto alla colmata dei veleni e poco distante dai terreni sequestrati. Rinnoviamo quindi la richiesta, al Comune e all’Autorità Portuale, del ritiro immediato delle concessioni, in vista della realizzazione della grande spiaggia pubblica prevista dalla delibera di iniziativa popolare che abbiamo sostenuto insieme al comitato “Una spiaggia per tutti” e che è stata approvata dal Consiglio comunale.

Pensiamo infatti che gli accadimenti di ieri, uniti all’emozione ancora non sopita dell’incendio che ha distrutto Città della Scienza un mese fa, debbano servire a rilanciare l’intero progetto di riqualificazione urbana e l’applicazione del piano regolatore per l’area. Quindi bonifica, parco verde, mobilità, edilizia pubblica e ricostruzione del borgo di Coroglio.

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