litenidi Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente PRC-SE e Paolo Benvegnù, segretario regionale Veneto PRC-SE -

La seconda udienza del processo per il fallimento della Miteni ha visto respinte, per il momento, le richieste di risarcimento danni per circa 150 milioni di euro presentate da vari enti territoriali e società a capitale pubblico tra cui Ministero dell’Ambiente, Regione Veneto, Acque del Chiampo e altri.

L’udienza ha anche definito lo stato di passività dell’azienda, secondo il progetto presentato dal curatore De Rosa.

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ambiente9di Collettivo InApnea -

Sono passati 22 anni dal giorno della morte di Nicola Lovecchio.

É passato il tempo sufficiente a cambiare il mondo e le sue dinamiche.

Da quel 9 Aprile 1997 ad oggi una serie di stravolgimenti ha mutato in maniera radicale la nostra società, i suoi ritmi e le sue esigenze. Abbiamo attraversato il confine del nuovo millennio con la convinzione che ci saremmo buttati alle spalle l'incubo dell’Enichem e forse, più in generale, quell'insostenibile divisione e sfiducia che aveva creato nella comunità Manfredoniana il modello industriale.
Avremmo successivamente scoperto che Manfredonia non aveva ancora esaurito il suo ruolo di vittima sacrificale dell'industria.

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di Elena Mazzoni e Francesco Piccardi -

globalwarningTanti studiosi del marxismo si sono posti questo interrogativo e hanno analizzato le critiche su temi quali frattura metabolica, sviluppo umano sostenibile, decrescita, crescita demografica e industrialismo, partendo dal presupposto che, tra le questioni più “spinose” del nostro tempo c’è quella ambientale, secondo molti sottovalutata, anche nella visione marxista-leninista, e relegata al ruolo di appendice secondaria della contraddizione tra capitale e lavoro, inoltre spesso il pensiero di Marx, Engels e Lenin è stato accusato di aver trascurato le problematiche ambientali, come dimostrerebbe l’esperienza della ex URSS.

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23marzo vastanodi Alba Vastano
Giornalista Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute

Non ancora affievolito l’eco delle voci giovanissime del Fridays for Future del 15 marzo che da mille piazze hanno rivendicato l’attenzione dei potenti della Terra sul clima e sull’ambiente naturale, spazio del loro futuro. Si è tornati in piazza a Roma, il 23 marzo, e le voci che protestano contro le grandi opere come Tav e Tap sono state anche qui di giovanissimi, ma non solo. In piazza c’erano comitati, associazioni e partiti che dell’ambiente ne fanno un progetto di vita e di lotta. Greta, la sedicenne svedese che dà lezione al mondo, sensibilizzandoci sul degrado ambientale, sui danni conseguenti sul clima.

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manifestazione20Care compagne e cari compagni,

sabato 23 Marzo, alle ore 14, a Roma, da Piazza della Repubblica, si terrà la “Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili”. Rifondazione Comunista sarà presente con un proprio spezzone di corteo aperto da un camion con musica e striscione contro le grandi opere inutili.

L’appuntamento è di fondamentale importanza, ancora di più perché giunge una settimana dopo il grande Sciopero Globale per il clima, che ci ha visto presenti in tutto il territorio nazionale, accanto a decine di migliaia di manifestanti in specie di giovani.

Le grandi opere inutili sono diventate uno dei temi politici più importanti di questo periodo. La polemica scuote sempre più il governo dove i 5 Stelle, che hanno attinto gran parte del loro consenso da movimenti ambientalisti,  stanno dando mostra di posizioni  altalenanti, contraddittorie  subendo l’iniziativa di gruppi industriali e finanziari che dalle grandi opere traggono enormi profitti.

Le grandi opere che i vari governi, presenti e passati, nazionali e regionali, auspicano, vanno contro l'interesse della popolazione. Rispondono all'interesse di pochi, alla logica dei potentati economici e finanziari che oggi dettano le regole. Queste opere, dalla TAV al MUOS, dalla Pedemontana al Mose, passando per il Terzo Valico e i mega parcheggi sulle mura storiche delle nostre città, sono inutili e dettate da una sola logica: profitti per pochi, costi e danni per le casse pubbliche e soprattutto per l'ambiente. Le grandi opere consumano suolo prezioso per la produzione agricola e per le fondamentali aree boschive, pregiudicano il paesaggio, le falde e la qualità dell'aria, portano con loro rischi costanti di disastro ambientale: sversamenti, incendi, allagamenti, crolli, frane. La vera emergenza è il dissesto idrogeologico. La vera grande opera necessaria: la messa in sicurezza del territorio. per tutte queste ragioni è importante partecipare numerosi alla manifestazione del 23 marzo.

Tutt@ a Roma, a pugno chiuso e con tante bandiere di Rifondazione Comunista.

Elena Mazzoni
Responsabile nazionale Ambiente Prc-Se                         

Ezio Locatelli
Responsabile Organizzazione Prc-Se

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