Ieri mattina abbiamo partecipato all’assemblea dell’Editoria cooperativa non profit e di partito insieme a Liberazione e a tutte le altre testate giornalistiche a rischio di scomparire, grazie alle politiche del Governo tese a cancellare il pluralismo dell'informazione e a svuotare l'art. 21 della Costituzione. Pubblichiamo il documento assunto, e parteciperemo a tutte le iniziative necessarie a far recedere il governo da scelte cosi sciagurate.
Rosa Rinaldi
Segr. nazionale
Resp. ComunicazioneAssemblea dell’Editoria cooperativa non profit e di partito
Documento conclusivo. Informazione libera e pluralista condizione indispensabile per lo spessore e la qualità della democrazia.


Il direttore generale dalla Rai, Lorenza Lei, ha scelto di portare nel consiglio di amministrazione che si terrà martedì una proposta scandalosa. A dirigere il Tg1 al posto di Minzolini verrebbe confermato Alberto Maccari, voluto da Berlusconi. In cambio, per ottenerne il consenso, alla Lega andrebbe la Direzione del Tgr con Alessandro Casarin coadiuvato da due condirettori, uno in quota Pdl, l'altro in quota Udc. Una proposta che consegna alle destre - pur divise nel sostegno al governo Monti - tutte le nomine. Si persegue nella linea di utilizzare il servizio pubblico come cassa di risonanza di Berlusconi, senza curarsi del continuo calo di ascolti. Noi ci battiamo per una televisione pubblica che non sia megafono del potere, ma espressione di tutta la società, a partire da quella che non ha mai voce e che vive il disagio di questa crisi economica. Per questo siamo contrari a queste nomine
di Claudio Grassi
Web e democrazia. Dai referendum dello scorso anno alle mobilitazioni contro la legge bavaglio. Dall'impegno per cambiare la legge elettorale alle tante discussione che fanno da contrappunto alla vita dei partiti e delle associazioni italiane. La rete, un veicolo sempre più diffuso per veicolare istanza e richieste dei cittadini. Un vero bene comune. Ed è proprio per sottolineare l'essenza democratica del web che è partita "Internet Bene Comune", una campagna di sensibilizzazione rivolta a "amministratori, imprese e istituzioni". Per "diffondere una maggiore consapevolezza dell'importanza fondamentale che la rete ha in tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano".
di Manlio Galliolo
Il 37,5% delle imprese usa i social network per reclutare dei candidati secondo una vera e propria policy aziendale. Il 73,6% dichiara di avvalersi degli strumenti 'social' per le attività di selezione, pur senza seguire una procedura aziendale ufficiale (Labitalia) Il 37,5% delle imprese utilizza i social network per il recruitment dei candidati secondo una vera e propria policy aziendale, mentre il 73,6% dichiara di avvalersi degli strumenti 'social' per le attività di selezione pur senza seguire una procedura aziendale 'ufficiale'. E il 55% degli intervistati dichiara di aver inserito nell'organico il candidato scovato online, a dimostrazione del fatto che la maggior parte delle aziende conclude positivamente almeno una selezione avvenuta con un social network quale canale di recruiting.



