di Gianluigi Pegolo*
Nelle prossime elezioni amministrative una partita decisiva si gioca al nord, dato che la rottura dell'asse PdL - Lega è destinata a rimettere in discussione l'equilibrio politico amministrativo di molti comuni.
di Gianluigi Pegolo*
Nelle prossime elezioni amministrative una partita decisiva si gioca al nord, dato che la rottura dell'asse PdL - Lega è destinata a rimettere in discussione l'equilibrio politico amministrativo di molti comuni.
di Patrizia Aldrovandi
Cari amici, i poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. C'è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge contro la tortura.
La morte di mio figlio non è un'eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti. Ma finalmente possiamo fare qualcosa: alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di questi crimini.
di Romina Velchi
Luciano Violante, uno dei "saggi" incaricati di redigere la bozza sulle riforme istituzionali (con lui Adornato-Udc, Quagliariello-Pdl, Pisicchio-Api e Bocchino-Fli) la chiama «ottimizzazione della rappresentanza politica». Si riferisce, essenzialmente, alla riduzione del numero dei parlamentari che passeranno a 500 dagli attuali 630 alla Camera e a 250 dagli attuali 315 al Senato. Cui si accompagna una «correzione» dell'elettorato attivo e passivo, cioè una diminuzione dell'età per votare al Senato e per essere eletti in parlamento. E per essere più chiaro l'esponente del Pd aggiunge: «La questione dei costi è del tutto marginale».
Di Gianluigi Pegolo
La decisione della Corte Costituzionale di considerare inammissibili i quesiti referendari sulla legge elettorale non può che essere apprezzata. Essa interpreta fedelmente il principio, più volte ribadito nella giurisprudenza costituzionale, ma che i proponenti i quesiti hanno disinvoltamente e colpevolmente disconosciuto, secondo il quale non si può, via referendum, ripristinare una legge precedentemente in vigore. Sul piano più strettamente politico, la sentenza della Corte blocca un'operazione non solo strumentale, ma estremamente pericolosa dal punto di vista democratico, tesa a riproporre il maggioritario di collegio, con l'obiettivo esplicito di indurre una torsione più accentuatamente bipolare nel sistema politico italiano.
Care/i compagne/i,
Vi invio il comunicato dell’Associazione per la Democrazia costituzionale” con la quale collaboriamo come partito, relativo all’appoggio al referendum Passigli sulla legge elettorale.
Il comunicato contiene una serie di valutazioni circa le modifiche introdotte dal referendum che riteniamo possano essere utili.
Fraterni saluti
Gianluigi Pegolo
di Gianluigi Pegolo
Sul carattere “costituente” del governo Monti, non dovrebbero esservi dubbi...
di Gian Luigi Pegolo
La presentazione di alcuni quesiti referendari sulla legge elettorale in vigore per il Parlamento– il celebre quanto vituperato “porcellum” - da parte di Stefano Passigli e di una serie di autorevoli figure di giuristi e intellettuali, costituisce un’occasione unica per riaprire nel paese una battaglia contro il bipolarismo e per la ricostruzione di un sistema della rappresentanza incardinato sul ruolo essenziale del parlamento nominato su base proporzionale.
Di Gianluigi Pegolo
Com’è noto, è in corso la raccolta delle firme per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale (il cosiddetto “porcellum”) e il ripristino di quella precedente (meglio nota come "mattarellum"). Sulla nostra contrarietà all’operazione voluta dai settori veltroniani del PD, cui si sono accodati poi l’area prodiana, SEL e IdV, non occorre tornare.
Se questa posizione è nota al corpo del partito, qualche confusione può derivare dalle esternazioni recenti di Passigli che, com’è noto, è il presentatore dei quesiti referendari che si proponevano di modificare l’attuale legge elettorale per ripristinare un sistema proporzionale, che anche noi appoggiavamo.
Sono in corso in diversi comuni italiani, chiamati al voto nella prossima primavera, primarie delle coalizione del centro sinistra per la designazione del candidato sindaco.
Come è noto, il nostro partito ha sempre espresso nei confronti di questo strumento un giudizio critico, pur considerandolo in alcuni casi una possibilità di maggior coinvolgimento degli elettori.
Il giudizio critico nasce dal meccanismo di tipo plebiscitario insito nelle primarie e nella logica presidenzialista che lo accompagna. In ogni caso, abbiamo sempre sottolineato come condizione essenziale per lo svolgimento di primarie sia che la coalizione definisca preliminarmente una cornice programmatica e un perimetro certo dell’alleanza. Con queste premesse in diversi comuni il PRC e la FDS sostengono candidati di sinistra nell’ambito delle primarie. Non sempre però ciò è stato possibile. Il caso più clamoroso è quello di Palermo a cui si aggiunge, fra i comuni maggiori, quello di Genova. A Palermo il Partito Democratico ed altre forze, tra cui SEL, hanno promosso primarie lasciando indeterminato il confine dell’alleanza, con la possibilità, quindi, di una successiva apertura al terzo polo, riproducendo la stessa alleanza che governa la regione e sulla quale abbiano sempre espresso giudizi severi.