ryanair

di Roberto Greco

Nel 2011 è diventata la prima compagnia aerea italiana per volumi di traffico, con quasi 28 milioni di passeggeri trasportati (contro i 25 di Alitalia-Cai). Un'escalation che sembra non conoscere limiti.

Ma dietro il successo di Ryanair si nascondono diversi aspetti discutibili: il più eclatante è la deregolamentazione. "È semplice – sostiene Gianni Platania, della Filt nazionale –, il gruppo non rispetta le regole volte ad assicurare una competizione leale con gli altri vettori, nonché le norme a tutela dei diritti dei lavoratori dei paesi in cui opera.

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di Stefano Galieni

Dalla Bocconi a Piazza Affari, nel cuore finanziario di Milano sfileranno sabato pomeriggio decine di migliaia di manifestanti. Arriveranno in gran parte dalle regioni del centro nord ma, nelle mille difficoltà del periodo si segnala l'organizzazione di pulmann da tutta Italia per questa mobilitazione importante indetta dal Coordinamento No Debito e a cui hanno aderito numerose forze sociali, sindacali e politiche come il Prc. Il segno della manifestazione è esplicito e non lascia spazio ad ambiguità, contro il governo Monti, contro lo strapotere delle banche per la costruzione di percorsi di opposizione tanto radicali quanto capaci di includere i mille rivoli della conflittualità sociale non rappresentati in parlamento. Ci saranno l'Usb e la "Rete 28 Aprile" della Cgil, il coagulo di energie che si condensa in "San Precario, ci saranno lavoratori e lavoratrici provenienti da vertenze sparse per tutto il territorio nazionale.

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Intervista a Giorgio Cremaschi di Francesco Piccioni

Sabato, a Milano, ci sarà la prova nazionale OccupyPiazzAffari, manifestazione contro la «schiavitù del debito» e le politiche del governo. Ne parla Giorgio Cremaschi.

Quali sono gli obiettivi di questa manifestazione? E come è nata?

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120926stipendidi Francesco Piccioni
L'andamento dell'inflazione è molto più veloce della dinamica salariale (circa -5% in appena sette anni). Pesa il mancato rinnovo dei contratti nazionali e una condizione di ricattabilità progressiva per tutti i settori del mondo del lavoro
I numeri sono un problema. Anche per «professori» dotati delle competenze «tecniche» per manipolarli. I numeri dell'Istat sono i più scomodi, perché la metodologia è di standard europeo e il nostro istituto ha giustamente una fama internazionale superiore alla media.
Cosa dicono di scomodo, stavolta? Che le retribuzioni stanno crollando. Senza se e senza ma. E che se non ci sarà il rinnovo dei contratti - come già chiesto dalle imprese e quasi assicurato dal governo - scenderanno in modo drammatico. «Alla fine di agosto l'indice delle retribuzioni orarie cresce dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell'1,6% rispetto ad agosto 2011». Assai meno del tasso di inflazione. Ma il primo aspetto su cui si concentrano le stime del rapporto è la tendenza per i prossimi mesi.

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di Modena City Ramblers
22 Giugno 2012, ore 01,20, area di servizio di Sala Consilina, autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Una sosta dopo settecento chilometri di viaggio giusto per prendere un caffè, per affrontare ancora da svegli gli ultimi centosettanta chilometri che ci separano da Cosenza, meta del viaggio e del concerto che faremo domani sera. Caffè, brioche e acquisto compulsivo di un libro in offerta, “Ai confini della realtà, guida completa agli episodi classici”. Imperdibile, per un appassionato come me di quella serie.
Si riparte. “Dai che fra poco più di un’ora siamo a letto in albergo”, dice qualche ottimista sulla poltrona di dietro del pulmino. Chi ha parlato non sa ancora che stiamo entrando in un episodio di “Ai confini della realtà”.

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linke_ernst_ha_poli_375016bCari compagni,Cari amici!

Siete venuti qui oggi per difendere il primo articolo della vostra costituzione: l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Ogni italiano può essere fiero di questa Costituzione che sottolinea il valore del lavoro nel suo primo articolo. Naturalmente, il lavoro è alla base di ogni società umana. Ma solo la vostra Costituzione lo mette in evidenza in questo modo.

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salvatoreparolisidi Lidia Ravera
Salvatore Parolisi avrebbe ucciso, a leggere la motivazione della sentenza che lo condanna all’ergastolo, perché sopraffatto dalla superiorità della moglie. Melania era più colta, proveniva da una famiglia migliore ed era psicologicamente più forte. Aveva, infatti, scoperto e perdonato i tradimenti del marito. E non l’aveva cacciato di casa. Probabilmente per evitare alla bambina (18 mesi) di perdere quello che, comunque, era suo padre.
Le donne li fanno spesso, questi sacrifici. Ma naturalmente, non dimenticano. Non abbozzano. Non tornano disponibili e dolci. L’umiliazione le lavora dentro, le trasforma. Giudicano, si irrigidiscono, si negano.

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121128sanitadi Franco Frediani
Il ritornello è sempre lo stesso, ormai diventato simile alla musica di un disco rotto.Inizia sempre con il richiamo ad una crisi che ha colpito tutti, e rassicura sulla temporaneità dei provvedimenti paventati. Il direttore d'orchestra è ancora una volta tale Mario Monti, presidente del Consiglio italiano. Nel mirino dei suoi pensieri c'è questa volta il Servizio sanitario nazionale, la cui sostenibilità "potrebbe non essere garantita". Il rituale è sempre lo stesso; tessere le lodi, dispensareun'infarinata di nazionalismo, per finire con "una proposta che non si può rifiutare", come avrebbe detto Michael Corleone nel film “Il Padrino”. Ecco partire questa volta il missile sulla Sanità: "Andiamo fieri del nostro Servizio sanitario nazionale", ma occorre pensare a "nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni.

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di Ivan Cavicchi

La sanità pubblica  è in ginocchio, quindi è il momento buono per offrire alle intermediazioni finanziarie, cioè fondi, assicurazioni e mutue un business da capogiro. A nessuno interessa se questa intermediazione si mangerà parte delle risorse che i cittadini dovranno sborsare, togliendo loro assistenza e, meno che mai, che alla fine, in nome della sostenibilità finanziaria, il sistema arriverà a costare il doppio. Il ragionamento spinto da economisti non solo senza idee, è che l’universalismo va ridimensionato perché  incompatibile con la sostenibilità finanziaria. Come

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