caporalato

di Gelsomino del Guercio
Un'altra estate in ostaggio dei caporali. Per i lavoratori stagionali (in larghissima parte immigrati africani) i mesi caldi dell'anno coincidono con il periodo della raccolta di pomodori, angurie e fragole. E con il lavoro nei campi, torna a emergere la piaga dello sfruttamento: la paga media giornaliera secondo i sindacati che lottano contro lo sfruttamento, è due euro l'ora.
La nuova schiavitù, secondo le recenti stime di uno studio curato dall'osservatorio Placido Rizzotto e da Flai-Cgil, interessa circa 400 mila lavoratori, 60 mila dei quali sono costretti in alloggi di fortuna sprovvisti dei requisiti minimi di vivibilità e agibilità.

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121106 14novembreIn Italia la Cgil ha proclamato quattro ore di sciopero generale “per il lavoro e la solidarietà contro l’austerità” da gestire a livello territoriale.
La Confederazione europea dei sindacati (Ces) denuncia: oltre due anni di politiche di austerità non hanno prodotto crescita e la disoccupazione è aumentata, in particolare tra i giovani.
Le tanto sbandierate politiche a favore della crescita sono molto lontane dall’essere realizzate. I pacchetti di bilancio proposti e attuati nei vari Paesi del sud dell’Europa aggravano la recessione economica: pochi sono i Paesi che si salvano e nessun Paese è indenne.

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Andrea Palladino

120124tirLa protesta parte a sorpresa, dopo il rinvio di 60 giorni di quella prevista dai sindacati. Si punta a paralizzare il trasporto in Italia entro venerdì Tra i camion che bloccano l'accesso all'autostrada: «A rischio povertà è il contadino che produce l'insalata, ma anche l'autista che la trasporta»
«Chi si è arricchito con la liberalizzazione dei trasporti? Quelli in giacca e cravatta, che lavorano nelle grandi piattaforme della logistica, che ci tengono per il collo». M.C. non ha bisogno di un megafono per farsi ascoltare davanti al casello autostradale di Anagni, una settantina di km a sud del Grande raccordo anulare. Siamo in provincia di Frosinone, dove il mondo del lavoro è più simile a Caserta che a Roma, dove la deregulation e il turbocapitalismo selvaggio mietono vittime silenziose, ormai da tanti anni.

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Nicola Nicolosi, Segretario Nazionale CGIL

120205nicolosiLe prime informazioni relative al confronto tra Governo Monti e OO.SS. sulla riforma del mercato del lavoro mi portano a dare un giudizio negativo sui contenuti della proposta e sul metodo adottato.
La Ministra Fornero sostiene che il governo andrà avanti nel suo progetto anche senza accordo con le parti sociali. La Ministra parte da una presunzione, che il governo dei migliori metterà ordine in un Paese in preda al disordine e che loro sono impegnati a cambiare il “ciclo della vita”.
Per un Governo che dovrebbe durare al massimo fino alla primavera del 2013 l'umiltà del voler costruire “l'uomo nuovo” nell'epoca della “rinnovata modernità” mi pare un’ambizione smisurata.
Tutto questo è possibile perchè la politica ha rinunciato al proprio ruolo e alla propria missione. La riforma del mercato del lavoro è necessaria per ridurre quelle 46 forme di assunzione che la cultura neoliberista ha imposto negli anni '90 e nel primo decennio di questo nuovo millennio.

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grsdi Giovanni Russo Spena

Il ricambio, anche anagrafico, di un gruppo dirigente di un partito di sinistra è impresa ardua; da affrontare con paziente e saggia sobrietà; anche con rotture, se necessario. Ma tutto ciò che tocca Matteo Renzi diventa fatua arroganza; sotto il vestito niente, se non un pasticciato disegno ultraliberista e anche reazionario; lotta di classe, ma dal punto di vista del padrone, in una fase di crisi organica del capitale. Alla ricerca indispensabile oggi per ricostruire una soggettività organizzata popolare Renzi sostituisce disordinati spezzoni tematici del "partito borghese". E' il ragazzo di bottega di Marchionne e di Montezemolo. E' anche lui frutto, purtroppo, di una sinistra che non c'è più. E' la punta estrema dell'esaltazione tecnologica mediatica della comunicazione del nulla; ma funzionale ad una duplice pericolosa operazione.

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120926alcoadi Mario Gottardi
«Non ho mai visto prendere una donna per i capelli e darle un calcio nel sedere». È successo anche questo durante gli scontri a Cagliari tra gli operai dell ’Alcoa, l’azienda che produce alluminio a rischio chiusura, e le forze dell’ordine, chiamate a presidiare l’assessorato regionale del Lavoro, dove i lavoratori si sono recati ieri mattina alle dieci per chiedere rassicurazioni sulla cassa integrazione. Dopo ore di tensione il bilancio è di quattro feriti: due tra le forze dell’ordine e due tra i manifestanti. Il blitz è stato deciso durante un’assemblea convocata alle sei del mattino a Portovesme, davanti ai cancelli della fabbrica. «Abbiamo chiesto alle istituzioni risposte sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori delle imprese d’appalto e gli interinali ma ancora non sono arrivate – spiega Rino Barca, segretario provinciale Fim Cisl – il ministero del Lavoro ha detto che il percorso doveva partire dalla Regione » .

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121115carichepoliziadi Carlo Lania
Manifestazione straordinaria occupa le strade della capitale. Dietro gli striscioni di tutti gli istituti una marea di giovani e giovanissimi: «Non abbiamo paura» Centomila studenti medi e universitari sfilano in piazza nella giornata dello sciopero europeo. Scontri con le forze dell'ordine: 8 persone arrestate, 8 denunciate e 144 identificate. Decine di feriti tra agenti e manifestanti Quattro cortei hanno attraversato la capitale. Bombe carta contro gli agenti, che rispondono con cariche indiscriminate
Basta poco per rovinare una bella giornata. Basta che qualche decina di ragazzi, invece di incassare il successo politico di una manifestazione con quasi centomila persone decida di rovinare tutto indossando le solite felpe scure e i soliti caschi neri per poi coprirsi il viso con un fazzoletto.

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scuoladi Fabio Marcelli
Mentre economisti e pensatori di vario orientamento sottolineano giustamente l’importanza della formazione e in particolare dell’università come fattore di progresso sociale e sviluppo economico, l’agonizzante governo del professor Mario Monti pensa bene di dare un ulteriore colpo all’altrettanto agonizzante Università italiana.
Voglio richiamare a tale proposito l’attenzione su di un appello che ho ricevuto recentemente, che sottolinea che “i finanziamenti necessari per il pagamento degli stipendi al personale sono di 6,62 miliardi di euro mentre lo stato quest’anno trasferisce alle Università 6,6 miliardi.

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di Marina Boscaino

Quali sono le priorità relative alla scuola in un programma politico di governo? Certamente non quelle che, un po’ svogliatamente, a dire il vero – sono state inserite a p. 9 dell’Agenda Monti. Cambiare rotta davvero – ma chi aveva stabilito o chi ha contribuito a stabilire la rotta precedente? – significa provare a determinare qualche elemento davvero imprescindibile e poi praticarlo concretamente, con precise destinazioni di risorse economiche, umane, professionali, culturali, in un ambito che, emerso da lustri di incuria e di sottovalutazione, avrebbe bisogno della concentrazione su molti più elementi di quanti io abbia messo in rilievo.

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