di Massimo Giannetti

Potrebbe essere l'ennesimo colpo di scena delle elezioni palermitane del 6 e 7 maggio scorso. Al momento è soltanto una indiscrezione, ma dal riconteggio dei voti in corso da diverse settimane nella caserma «Bichelli», nel quartiere San Lorenzo, emergerebbe in particolare che lista della «Federazione della sinistra e gli ecologisti» - alla quale è stato

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121029elezioni siciliadi Gianluigi Pegolo
Il risultato elettorale che si profila in Sicilia nelle elezioni regionali è clamoroso, talmente clamoroso da mettere in evidenza tendenze che trascendono il quadro regionale e parlano al paese. Mi riferisco in particolare al grado di disagio manifestato dall’elettorato e alla crisi profonda che tocca il sistema politico. Non vi è dubbio, infatti, che l’enorme incremento dell’astensione (quasi il 20% in più rispetto alle precedenti elezioni regionali) e il parallelo successo del Movimento 5 stelle indicano che la crisi della politica è giunta a livelli ben superiori di quanto si potesse immaginare solo poche settimane fa. Il Movimento 5 stelle ottiene con il suo candidato intorno al 18%, ma come lista supera il 14%, diventando il primo partito in Sicilia. E questo, si consideri, solo pochi mesi dopo le recenti amministrative nelle quali aveva ottenuto nei comuni del sud percentuali esigue.

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sigonella

di Antonio Mazzeo
La Sicilia sarà l’isola dei droni. In occasione del vertice tenutosi il 21 e 22 maggio a Chicago, città natale del presidente Obama, la Nato ha perfezionato l’accordo per insediare nella base aeronavale di Sigonella il centro di comando e controllo operativo dell’Ags (Alliance Ground Surveillance), il nuovo sistema di sorveglianza terrestre alleato.
L’Ags sarà disponibile a partire del 2015 e comporterà l’arrivo in Sicilia di cinque velivoli senza pilota Uav RQ-4 Global Hawk (Falco globale) di ultima generazione (Block 40). Entro il 2017, invece, giungeranno tra i 600 e gli 800 militari, “analisti, piloti, assistenti e, soprattutto, formatori”, come indicato all’agenzia Ansa da un ufficiale dell’Alleanza a Bruxelles, “perché Sigonella diventerà una base molto importante di training per tutta la Nato”.

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121029draghiMentre cresce l'attesa per l'esito delle consultazioni elettorali in Sicilia, evento che potrebbe fornire dati estremamente interessanti, la Finanza europea lancia il suo attacco.  Udite udite, a farlo è niente meno che Mario Draghi. Forse qualcuno ha sottovalutato l'importanza ed il ruolo (o il compito?) del presidente della Banca centrale europea. Sono i numeri a fare i fatti, e forse anche a decidere, specialmente in un momento storico come questo, lo stesso destino delle popolazioni. Lasciata la scena nazionale al fido scudiero Monti, l'ex presidente di Banca Italia si è concentrato sul controllo della macchina finanziaria europea. Altro che Frau Merkell! Il passaggio smarcante che lo stesso Draghi ha fornito a quella che attualmente è la nazione più potente d'Europa è arrivato proprio ieri (dom.28 ottobre, ndr.). L'occasione è venuta con l'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel.

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121010berlusconi montezemolodi Tommaso Labate
Come non era sicuro della nuova discesa in campo, forse non è certo al cento per cento neanche dell’uscita di scena «per riunire i moderati», anticipata da Angelino Alfano ieri l’altro e confermata dal diretto interessato prima in un’intervista a Libero poi nel corso della Telefonata con Maurizio Belpietro su Canale 5. Le uniche certezze di Silvio Berlusconi, in questo momento, riguardano il suo obiettivo finale e la tempistica. L'obiettivo finale è quello che l'ex presidente del Consiglio ha dichiarato implicitamente. E cioè fare di Mario Monti «il leader del moderati» e di conseguenza - è il non detto - riportarlo a Palazzo Chigi senza farlo passare dalle elezioni. La tempistica, invece, è legata a due eventi di cui il Cavaliere ha lungamente parlato anche con Pier Ferdinando Casini, in una serie di colloqui telefonici riservati andati in scena nelle ultime settimane.

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121109firenzedi Marco Berlinguer
«Questa non è solo una crisi economica. Le elites europee stanno utilizzando la crisi per cambiare il modello sociale. E in gioco c’è la stessa democrazia».
A parlare non è un pericoloso estremista. Ma Felipe Van Keirsbilck: segretario del sindacato dei colletti bianchi in Belgio. È venuto a Firenze per promuovere una della proposte piú ambiziose che si discutono in questi giorni alla Fortezza da Basso. Si chiama Alter Summit ed è un percorso di unificazione tra movimenti e sindacati a livello europeo, che dovrebbe culminare a fine maggio del prossimo anno in un grande evento da tenersi in Grecia. Felipe è animato e cerca di trasmettere un forte senso di allarme e urgenza.

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2sciopero

di Ylenia Sinia
Giornata di tensione e protesta ieri a Roma in occasione del via libera definitivo alla camera del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. A presidiare palazzo Montecitorio fin dalle prime ore del pomeriggio centinaia di lavoratori della Cgil in mobilitazione contro «un provvedimento sbagliato e recessivo in un paese che ha bisogno di sviluppo». A riempire la piazza, lavoratori di tutte le categorie, soprattutto provenienti dalla Capitale e dal Lazio a causa della diffusione su tutto il territorio nazionale dei presidi della Cgil.

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121129soggettopoliticonuovodi Giovanni Russo Spena, Dino Greco
Lo stupefacente battage mediatico che ha preceduto, accompagnato e seguito le primarie del centrosinistra, indicate con molta generosità come aria pura, anzi purissima, nel cielo torbido della politica, ha persuaso molti commentatori, taluni di pensiero fine, che proprio lì, in quell'area politica dall'incerto profilo sociale, risiedano le chance residue della democrazia minacciata di dissolvimento; e che in quei 3 milioni accorsi alle urne per scegliere (o credendo di scegliere) il conducator del futuro governo "progressista" si trovi la massa critica a supporto di un progetto riformatore.

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cerchi

di Oliviero Diliberto

3 settimane per 5 appuntamenti fondamentali per la sinistra italiana ed Europea.

Il 22 aprile si è votato in Francia. Hollande riapre la speranza per un'Europa più giusta, alternativa alle politiche recessive imposte dall'asse Merkel-Sarkozy. Non ha avuto paura a fare una campagna elettorale contro lo strapotere delle banche e della finanza. È contrario al pareggio di bilancio inserito nella Costituzione (passato, purtroppo, in Italia) e lavorerà per rinegoziare il Fiscal Compact, l'accordo europeo che impone le folli misure di austerità che ci stanno gettando in una recessione economica gravissima. Melénchon, il candidato del Fronte di sinistra, ha avuto un risultato storico.

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