121127palestinadi Claudio Grassi
Sono passati ormai sessantacinque anni da quel fatidico 29 novembre del 1947, quando il voto sulla spartizione della Palestina storica in due stati, permise il riconoscimento dello Stato di Israele, che un anno dopo entrò poi a far parte dei paesi membri dell'ONU. Oggi, a distanza di tutto questo tempo, la Palestina è stata riconosciuta come stato osservatore dall'Assemblea generale della stessa Organizzazione. Non si tratta del riconoscimento di uno stato autonomo e indipendente, ma sicuramente è un viatico determinante in prospettiva del raggiungimento di quella condizione.

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120426pisapiadi Giuliano Pisapia

Sessantasette anni fa, in questa piazza, Milano ha ritrovato la libertà.
Oggi, qui, noi vogliamo ritrovare la fiducia e la speranza per guardare insieme al futuro.
La rivolta, a Milano, era partita già un giorno prima: a Niguarda la liberazione era già arrivata il 24 di aprile.
Il comandante Sandro Pertini aveva proclamato lo sciopero generale e tutta la città, il 25 aprile, era pronta a rialzare la testa.
Gli operai nelle fabbriche, gli studenti e i professori nelle università, le donne e gli uomini in tutta la città.
Alle due di un pomeriggio piovoso, carico di angoscia e di attesa, le brigate partigiane sono entrate in piazza del Duomo.Milano e l’Italia, non aspettavano altro che liberare nostra città e il Paese intero.

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trapani

di Marco Nurra*

Trapani - Con un ingente dispiegamento di reparti antisommossa, le forze dell'ordine hanno sgomberato ieri mattina all'alba il presidio permanente dei lavoratori dei Cantieri Navali di Trapani. Gli operai protestano da 7 mesi contro la decisione di Giuseppe D'Angelo, ad della Satin S.p.A, di tagliare i posti e mandare a casa i 56 dipendenti della controllata Cnt.

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Copertina_CD_Giallanza

di Daniele Cesaratto
Al principio fu il Caos. Shulùq, lo scirocco, si apre in un'atmosfera quasi elettronica, nella prima parte di Skiathos. Lo scirocco però cambia, si trasforma, si sposta, e l'atmosfera della prima traccia varia da una dolce brezza marina di flauti ed arpe ad un più cupo suono di percussioni, con melodie che ci ricordano la Grecia, con le sue asperità ed i suoi mari idilliaci, che tanti anni prima della crisi ispiravano i poeti ed i filosofi che hanno posto le basi culturali della civiltà occidentale.

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liberazione20ottobredi Paolo Ferrero
Cari lettori e lettrici di Liberazione ce l’abbiamo fatta! Liberazione ricomincia ad uscire, sia pure on line, e siamo riusciti a costruire una lista unitaria contro le politiche del governo Monti e contro il liberismo. Si tratta di due risultati di grande rilievo perché permettono di rilanciare con forza il nostro progetto politico: la rifondazione comunista come percorso di uscita dalla crisi capitalistica e dal dominio del capitale.
Della necessità del giornale è inutile che parli. E’ chiaro a tutti come sia difficile far funzionare un partito e coordinare le lotte in una condizione di pesante oscuramento mediatico senza avere alcun strumento di informazione, collegamento e socializzazione delle esperienze. Dopo aver per anni dovuto tagliare a causa degli enormi deficit lasciatici in eredità dal passato, stiamo ricominciando a progettare e a costruire. Vi invito quindi ad abbonarvi e a sostenere Liberazione.

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MANIFESTAZIONE20

di Michelangelo Cocco
Per provare a lenire le sofferenze inflitte ai più deboli dai piani di «salvataggio» la maggioranza dei greci ha scelto di affidarsi a un partito, Nuova democrazia, coinvolto in una lunga stagione di scandali e malversazioni e al suo leader, Antonis Samaras, lo stesso che pochi mesi fa, assieme al «socialista» Pasok, aveva sottoscritto il secondo memorandum, cioè la svendita dei diritti dei lavoratori e il taglio di stipendi e pensioni in cambio di un prestito da 130 miliardi di euro per ricapitalizzare le banche elleniche.

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Si guarda il cielo dai paesi distrutti dalla catastrofe annunciata, si guarda verso ponente da dove dovrebbe giungere una perturbazione che per ora sembra non dover provocare nuove sciagure mentre il fiume Magra, tornato nel suo alveo, resta scuro e minaccioso. Ci si può fidare? I nubifragi dovrebbero interessare prima le province di Imperia e Savona, ma poi si avvicineranno e allora sarà difficile non pensare al fiume di fango e detriti che ha spazzato via uomini e cose, un incubo a cui non ci si può e non ci si riesce a rassegnare. Nel ponte di Ognisanti sono giunti, da ogni parte del Paese volontari a spalare fango, a ripulire, a mettere in salvo ciò che si poteva.

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russospenadi Giovanni Russo Spena

Vi è una grande confusione sotto il cielo della politica; ma la situazione non mi appare affatto eccellente. Stiamo vivendo, infatti, un paradosso che da giorni il nostro giornale illustra. I risultati delle elezioni amministrative, dei referendum, il conflitto sociale e territoriale diffuso alludono ad un cambiamento di fase, alla partecipazione popolare come fuoriuscita dal disincanto del popolo di sinistra, ad una volontà di ricostruzione di una società organizzata democraticamente e autogestita. Vi è una consapevole e, a volte, inconsapevole rimessa in discussione del dogma neoliberista; vi è, cioè, un mutamento profondo dello spirito pubblico. Eppure dal parlamento arrivano, da parte del centrosinistra, solo risposte centriste. Mentre il regime naufraga in quello che Pasquale Voza ha chiamato, sul nostro giornale, “sovversivismo delinquenziale”, le sinistre allontanano da sè stesse il compito di ricostruire l’alternativa, rinchiudendosi in nicchie centriste.
Già emergono, infatti, i guasti delle derive politiciste, che utilizzano i movimenti come orpelli e poi pretendono di tenerli lontani dai processi decisionali e dalle scelte strategiche (proprio per evitare che la politica si riduca, rispetto ai movimenti, al “tornate a casa, lasciateci lavorare”, abbiamo proposto la “costituente dei beni comuni”, per scongiurare risse personalistiche, corti circuiti populisti, riflusso della partecipazione).

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