Paolo Ferrero

120127notavGli arresti del 27 gennaio sono l’ennesimo tentativo di ridurre il movimento NO TAV ad un problema di ordine pubblico al fine di dividerlo e delegittimarlo. È l’ennesimo punto di continuità tra il governo Berlusconi e il governo Monti: non si riconoscono le ragioni di chi protesta, non si tratta, ma si agisce militarmente, si determina un clima di tensione e poi si processa sulla base degli scontri che avvengono. Il 28 giugno e il 3 luglio ho partecipato anch’io alle manifestazioni in Val di Susa, sono stato abbondantemente gasato e voglio affermare ancora una volta che -  al contrario di cosa si vuol far credere - il movimento NO TAV non è un problema di ordine pubblico ma una grande esperienza politica in cui una comunità vuole decidere democraticamente sul proprio futuro, così come democraticamente decide le forme e i contenuti delle mobilitazioni. Voglio quindi esprimere la mia solidarietà al Movimento No Tav e l’impegno a proseguire la lotta affinché quello sperpero di danaro pubblico, inutile e dannoso, venga fermato e la Val di Susa non sia più una terra militarizzata

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da rassegna.it
I dati del quinto Rapporto nazionale filo d’argento pubblicato dall’Auser. L’isolamento fisico e relazionale e redditi bassi e povertà investono fasce sempre più ampie di over 65. Il 2011 è stato l’anno delle emergenze sociali e degli “esclusi”
Anziani sempre più a rischio solitudine e povertà.Due gravi emergenze sociali risaltano dai dati del V Rapporto Nazionale sul Filo d’Argento, il servizio di telefonia sociale di Auser, presentati a Roma il 3 luglio: l’isolamento fisico e relazionale e redditi bassi e povertà che investono fasce sempre più ampie di over 65. Gli anziani sono sempre più soli, soprattutto nelle grandi città del nord, e vivono una quotidianità difficile e faticosa, devono fare i conti con la disgregazione delle reti parentali ed amicali e con i ridotti servizi socio assistenziali garantiti dagli enti locali.

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120330cartedicreditodi Rassegna.it

Solo una famiglia italiana su tre arriva "tranquillamente" a fine mese, almeno 500mila hanno difficoltà a pagare il mutuo sulla casa. E' quanto emerge dall'indagine diffusa oggi (29 marzo) dall'Eurispes, intitolata "L'Italia in nero. Rapporto sull'economia sommersa in Italia" e realizzata con l'istituto San Pio V di Roma. Aumenta il credito al consumo dettato dalla necessità, prosegue, e crescono i poveri "in giacca e cravatta": i lavoratori che usufruiscono di mense e dormitori.
Nel nostro paese le famiglie, per pagare tutti i conti (affitto, luce, gas, riscaldamento) sono costrette a "un difficile gioco d'equilibrio". Secondo la ricerca, infatti, "il ceto medio si trova a subire non più la sindrome della quarta settimana, ma quella della terza settimana". A questo si aggiunge il prezzo dei carburanti in continua salita. Per questo - si legge - "poco più di un terzo delle famiglie italiane riesce ad arrivare con serenità alla fine del mese".

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sondaggiorivoluzionecivileI sondaggi forniscono ottimi segnali alla lista Rivoluzione Civile che propone Antonio Ingroia come candidato premier alle prossime elezioni politiche. Il movimento guidato dal pm antimafia è stimato saldamente sopra il 4% di consenso, soglia da superare per conquistare seggi alla Camera dei Deputati. Ben 8 dei 9 istituti di ricerca che negli ultimi giorni hanno realizzato sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani sostengono che Ingroia, se si andasse alle urne oggi, sarebbe capace di andare oltre la soglia di sbarramento prevista a Montecitorio.
RIVOLUZIONE CIVILE OLTRE IL 4% – Rivoluzione Civile viene valutata mediamente al 4,3%. Solo Ipr Marketing (sondaggio realizzato il 5 gennaio per Porta a Porta) fornisce un dato basso, il 2%. Per Istituto Piepoli (rilevazione del 7 gennaio pubblicata su Affaritaliani) e Ispo Ricerche (dati raccolti per la puntata di Porta a Porta del 9 gennaio) la lista Ingroia otterrebbe oggi il 4% netto dei voti.

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ingroiarivoluzioneSe è vero che i sondaggi vanno presi con le molle, è anche vero che quando riflettono tutti la stessa tendenza, è probabile che non sbaglino. Il centrodestra sta recuperando, il centrosinistra perde terreno, la Rivoluzione Civile di Ingroia è in crescita costante. Questo è in sintesi il panorama disegnato dalla rilevazione SWG per “Agorà”. L’alleanza Pdl-Lega guadagna quasi due punti rispetto alla scorsa settimana(1.9%), attestandosi al 27,2%. Bersani e Vendola, invece, cedono nel confronto settimanale la stessa percentuale guadagnata dal centrodestra(1,9%), e si fermano al 33%. Stabile, ormai da tempo, il centro di Monti, che non raggiunge neanche il 14%. Respira invece Grillo, che dopo la flessione dei giorni scorsi recupera quasi un punto(0,9%). La sorpresa, infine, è la crescita di Rivoluzione Civile, il neo-movimento dell’ex pm Antonio Ingroia.

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noF35Sbilanciamoci, Tavola per la pace, Rete Disarmo e Unimondo hanno promosso un mese di mobilitazione per tutto febbraio. L'obiettivo, dire no agli F35, risparmiando 15 miliardi di euro con cui si potrebbero creare 4.500 nuovi asili nido comunali, mettere in sicurezza oltre 12mila scuola, creare più di 100mila posti di lavoro

Il decreto sulle liberalizzazioni – ieri pubblicato in Gazzetta Ufficiale – salva i poteri forti (banche, assicurazioni, petrolieri), colpisce i servizi pubblici locali – costringendo le amministrazioni locali a privatizzare – e solo marginalmente dà qualche sforbiciata alle rendite di posizione di corporazioni come quelle degli avvocati, dei farmacisti, dei tassisti.

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euroCom’è lo stato di salute dell’euro oggi?
Direi pessimo, nella misura in cui a mio avviso nessuna delle misure prese (o ventilate) da Bruxelles ha la possibilità di farlo funzionare come servirebbe. Questa moneta continuerà a mantenere l’Unione Europea sull’orlo di un baratro, affliggendo uno dopo l’altro quegli Stati che presentano maggiori debolezze. Possiamo prevedere per le prossime settimane una breve ondata di sollievo per le Borse, gli spread ecc., ma a metà agosto (che è sempre il periodo più critico) ritorneremo nella condizione precedente. Esistono del resto in Europa situazioni già precipitate nel baratro, non più sull’orlo, come quella greca, per la quale non si prende nessuna misura, continuando a ignorarla (nonostante quegli stessi politici che hanno voluto le nuove elezioni in Grecia abbiano già spiegato che la situazione, così come’è, è insostenibile).

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120925fiatdi Vladimiro Giacché
Quanto all’individuazione di proposte concrete per affrontare la crisi della Fiat, il comunicato congiunto emesso al termine dell’incontro di sabato tra Fiat e governo è a dir poco deludente.
E tuttavia quel comunicato contiene diverse informazioni importanti. La prima è che Marchionne non garantisce nulla. Certo, “i vertici Fiat hanno manifestato l’impegno a salvaguardare la presenza industriale del gruppo in Italia”. Ma non si dice se questo varrà per tutti gli impianti oppure no.
Il modo con cui si vuole salvaguardare questa presenza è poi quanto meno curioso. “Fiat - si legge nel comunicato - è intenzionata a orientare il proprio modello di business in Italia in una logica che privilegi l’export, in particolare extraeuropeo”. Qui le cose da notare sono diverse. In primo luogo, viene confermato l’abbandono del mercato domestico. La motivazione ufficiale è che in Italia e in Europa la domanda è debole. Ma le quote di mercato che Fiat sta perdendo in Europa sono maggiori di quelle perse dai concorrenti: il problema principale non è quindi la debolezza della domanda, ma la carente qualità del prodotto. Inoltre, quali sono i mercati extraeuropei a cui si fa riferimento? Certamente non la Cina, dove la Fiat non è presente.

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di Silvia Ragusa

Lo denunciavano da tempo molti cittadini. Alcuni di loro già feriti. Come Ester Quintana che, allamanifestazione dello scorso 14 novembre a Barcellona, ci ha perfino rimesso un occhio. Durante le cariche dei Mossos d’esquadra è stata colpita da una pallottola di gomma che le ha spezzato il nervo ottico, come racconta in un video al quotidiano El País. Ma la polizia iberica ha sempre smentito. Adesso però, per la prima volta, l’accusa è arrivata dagli stessi membri delle forze dell’ordine. “Se continuate così rischiamo di essere tacciati come polizia franchista”, hanno detto. Il sindacato unificato della polizia spagnola (Sup) ha infatti mandato una dura lettera di denuncia al ministro degli Interni (qui), Jorge Fernández Díaz. Tutto dopo l’ennesimo incidente. Stavolta nel corso di un allenamento nel centro militare di Linares, in Andalusia.

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