forzearmateDi Manlio Dinucci

Giulio Terzi di Sant'Agata, ministro degli esteri del governo Monti, ha illustrato al Senato la partecipazione dell'Italia agli «sforzi della comunità internazionale per promuovere la pace». Di pace se ne intende, per essere stato consigliere politico alla Nato, ambasciatore in Israele e quindi negli Stati uniti, dove ha contribuito alla «straordinaria collaborazione bilaterale nei principali scenari di crisi». Mentre la crisi finanziaria alimenta a livello globale gravi tensioni politiche e sociali, afferma il ministro, è ancor più «interesse dell'Italia» partecipare alle «operazioni in scenari di crisi», dove si gioca la «credibilità internazionale» del Paese. Anche perché la nuova strategia Usa prevede la riduzione delle «forze di manovra» in Europa a favore di altri teatri di impiego, in particolare nel Pacifico.

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di Antonello Mangano

«Il canguro è forte e salta con la morte». È il titolo di un sito web curato da ex parà della Brigata Folgore. Una serie di pagine nate con un solo scopo. Fare a pezzi – dal punto di vista scientifico – lo studio «Autoritarismo e costituzione di personalità fasciste nelle forze armate italiane: un’autoetnografia», scritto dai sociologi Pietro Saitta e Charlie Barnao. Quest’ultimo oggi fa il ricercatore a Catanzaro, ma ha un passato da paracadutista tra Pisa e Siena. Il suo diario è alla base del working paper che interpreta la caserma come «istituzione totale» e la Folgore come un corpo caratterizzato da riti di iniziazione e addestramento particolarmente violenti, con precisi richiami «fascisti».

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parmigiano

La Federazione della Sinistra Polesana ha deciso di rispondere all'appello del caseificio 4 Madonne di Medolla colpito dal sisma.I produttori del Parmigiano non chiedono elemosina, ma l'opportunità di rialzarsi col proprio lavoro. A causa del sisma il magazzino è stato gravemente compromesso e per poterlo ripristinare è necessario vendere il parmigiano....

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Di Dino Greco

La doppia vittoria nelle elezioni amministrative e nei referendum ha riaperto a sinistra la discussione intorno alla possibilità non soltanto di liberare il Paese da Berlusconi ma, addirittura, di pervenire in tempi brevi ad un'alternativa di governo capace di cambiare in profondità la realtà dell'Italia. Porsi questo interrogativo è non solo legittimo, ma necessario. L'ipotesi di un cambiamento radicale degli equilibri politici va indagata razionalmente, scansando pregiudizi ostativi ed anche frettolose (ed illusorie) precipitazioni.
Sel, ad esempio, è convinta che le condizioni siano maturate a tal punto che i suoi più autorevoli esponenti pongono all'ordine del giorno niente meno che la costruzione di un soggetto unico della sinistra. Allora converrà afferrare il toro per le corna e non eludere il tema posto che chiama in causa anche la Federazione della Sinistra e la sua strategia.

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120928fetehumanitedi Lorenzo Battisti per Marx21.it
Come ogni anno, il parco della Corneuve a Nord di Parigi è stato invaso da una enorme folla accorsa per partecipare alla Festa de l’Humanité, il giornale del Partito Comunista Francese.
L’evento è da sempre rilevante per la politica francese, perché rappresenta l’effettiva ripresa del dibattito dopo la pausa estiva.
La festa di quest’anno è stata la prima dopo l’elezione del socialista Hollande come Presidente della Repubblica e per questo ha avuto un significato particolare rispetto a quelle degli anni passati. Le speranze che la campagna elettorale e l’elezione successiva avevano suscitato sono state tante. E altrettante sono ora le delusioni che vive il popolo francese. In molti si chiedono dove sono gli aumenti del salario minimo promessi in campagna elettorale; e cosa aspetta Hollande per ricontrattare il Trattato europeo di bilancio con la Merkel, come aveva solennemente promesso in campagna elettorale; e ancora, a quando la fine degli sconti fiscali concessi da Sarkozy ai suoi amici e l’aumento dell’aliquota massima al 75% sui più facoltosi come aveva detto solo qualche mese fa?

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di Fabio Marcelli

Il nuovo anno non comincia purtroppo sotto auspici positivi. Tutto il pianeta, e l’Europa in particolare, per l’incredibile cecità dei suoi governanti, è soggetto al dominio della finanza. Quest’ultima si conferma contraria alla democrazia e ai diritti umani. Siamo entrati oramai a pieno in una nuova fase del capitalismo contrassegnata appunto dalla prevalenza dei suoi aspetti finanziari che, se non rovesciato al più presto, ci ridurrà, e di fatto già ci sta riducendo, a vittime passive di poteri altrui che si accingono a negarci anche la soddisfazione dei diritti più elementari. Un caso davvero inquietante è quello dell’acqua.

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manifesto

Il manifesto è in liquidazione coatta amministrativa da febbraio. La trattativa sul futuro del nostro-vostro giornale era in corso. La prossima settimana è previsto un incontro. Ieri i liquidatori hanno comunicato le loro intenzioni: chiudere il manifesto. Noi resistiamo e continuiamo a uscire. Oggi in edicola tutti i particolari.

Oggi in redazione abbiamo ricevuto un fax che non aspettavamo. Recita così: "Oggetto: Comunicazione cessazione attività aziendale e richiesta concessione trattamento straordinario di integrazione salariale".

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numeridi Andrea Baranes
Una multa di un milione di euro per ognuna delle quattro banche accusate di truffa nella vendita di derivati al Comune di Milano. Una somma minuscola per gli istituti coinvolti, ma una sentenza - quella di questi giorni - di portata storica, non solo per l'Italia.
Viene riconosciuta la gigantesca asimmetria informativa tra le grandi banche che maneggiano e vendono derivati e chi li acquista. Più in generale la sentenza riapre il dibattito sui danni che tali strumenti possono provocare.
Parliamo di contratti finanziari nati come assicurazioni contro i rischi. Ho un pastificio, e intendo proteggermi da un possibile aumento dei prezzi del grano. Acquisto un derivato che mi da il diritto di comprare il grano tra un mese a un prezzo fissato già oggi.

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fiom1di Mirco Viola
I metalmeccanici della Fiom tornano in piazza, questa volta per il contratto nazionale. Tema che, ovviamente, non esclude la vertenza Fiat, ma che anzi si intreccia con essa indissolubilmente. Il timore della Fiom è che, come nel caso della Fiat, ma come anche nel recente accordo sulla produttività Confindustria-Cisl-Uil e a causa delle pressioni del potente gruppo Finmeccanica, si possa ripetere la logica degli accordi separati. Così, domani 5 dicembre e giovedì 6 si terranno 8 ore di sciopero con manifestazioni territoriali.
Innanzitutto le accuse a Finmeccanica, accusata dalla Fiom di essere «responsabile dell'accordo separato che si sta consumando sul contratto nazionale».

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