Francesco PiccioniLandini rilancia la lotta contro la Fiat e per il contratto Cause a raffica e referendum anti-Marchionne. L'11 febbraio il corteo che unirà democratici e sinistra contro le derive innescate dalla crisi
La prima emergenza del paese è la sospensione della democrazia. L'allarme lanciato a suo tempo dalla Fiom è stato raccolto ancora in modo parziale, frammentato; persino in una «sinistra» che dice di appoggiare i meccanici contro i diktat di Marchionne, ma poi si allinea soddisfatta dietro quel Mario Monti che «ci ha liberati di Berlusconi».
Il coordinamento dei delegati Fiom eletti a suo tempo in Fiat si è riunito ieri a Roma. È noto che la Fiom, non avendo firmato il «modello Pomigliano» - il «caso unico e irripetibile» che è diventato il contratto dell'auto nel giro di 18 mesi - non ha agibilità sindacale negli stabilimenti del gruppo. Paradossalmente può essere presente solo a Pomigliano, perché un giudice ha riconosciuto come «antisindacale» il comportamento dell'azienda. Che però, intanto, ha licenziato tutti i dipendenti campani e sta riassumendo solo chi non era iscritto alla Fiom.