stopf35

di Manlio Dinucci

Sul caccia F-35, in parlamento, «il ministro Di Paola ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco»: lo assicura Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace. Il ministro della difesa ha dovuto dunque piegare la testa di fronte a una maggioranza parlamentare, che decide di ridurre il numero dei caccia?

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121008merkeldi Vladimiro Giacchè
Mentre le istituzioni europee e i governi nazionali sembrano ipnotizzati dal problema del debito pubblico, è probabile che la prossima crisi in Europa sarà una crisi bancaria.
La cosa, visti i soldi già spesi dai governi per salvare le banche in Europa (all’incirca 4.000 miliardi di euro), può sembrare parecchio strana. Ma la cosa più strana è un’altra: probabilmente questa crisi avrà il suo epicentro non nei cosiddetti “paesi periferici ” ma nel centro dell’Europa. Ossia in Francia e – soprattutto – in Germania. In Francia, a dire il vero, una crisi bancaria è già in corso: una banca specializzata (guarda un po’) in mutui immobiliari, il Crédit Immobilier de France, è prossima al fallimento.

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111223nicolamelloniNicola Melloni
Mercoledì scorso, sotto la minaccia di una recessione che è ormai realtà in Italia e che, grazie anche al patto fiscale voluto dalla Germania, rischia di travolgere tutta l'Europa, la Bce è intervenuta con una immissione di liquidità sul mercato pari a 500 miliardi. Nelle intenzioni di Draghi questa mossa dovrebbe sbloccare il credit crunch, riattivare il credito alle imprese e consentire una maggiore esposizione sul mercato dei titoli pubblici. Immerse di liquidità le banche potranno finalmente fare da volano alla ripresa economica e stabilizzare le economie in crisi.

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ingroiaantoniodi Alberto Burgio
Se c'è un elemento caratteristico dell'attuale fase politica, questo è la potenza determinante del sistema mediatico. L'Italia, l'Europa, tutto il mondo capitalistico sono nella morsa di una crisi che sta scomponendo le società. Da una parte, la povertà vera. Strutturale, dilagante, senza prospettive di riscatto. Dall'altra, la concentrazione in poche mani di ricchezze immense, intraducibili in misure concrete. In mezzo, aree sociali precarizzate, che vedono messi a rischio i fondamenti stessi della propria condizione di vita: il reddito, l'occupazione, i diritti essenziali.
Ma se il quadro è di per sé limpido nella sua violenza, l'opinione pubblica non riesce a farsene un'immagine chiara, e non sa intravedere vie d'uscita. Oscilla tra angosce apocalittiche e attese fideistiche di uomini provvidenziali (si pensi alla santificazione di Monti al momento della sua incoronazione), appesa alla girandola di numeri che le viene quotidianamente propinata.

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di red.

Le buste paga sono arrivate venerdì: a ognuno dei 15 consiglieri grillini all’Ars ecco indennità da quasi 12 mila euro. I rappresentanti di "5 stelle" all’interno del parlamento siciliano non sono ancora riusciti a mantenere l’impegno - preso in campagna elettorale - di "lasciare alla Regione" le quote eccedenti i 2.500 euro netti, oltre ovviamente alle spese per vitto, alloggio e trasporti quantificate in circa mille euro. Il portavoce nell’Isola di M5S, Giancarlo Cancelleri, fa sapere che si sono problemi "burocratici e fiscali" che rendono al momento impossibile la rinuncia a tre quarti dei loro compensi. Problemi che, aggiunge Cancelleri, saranno risolti nei prossimi giorni.

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111110europaDino Greco
L'ipotesi che in queste ore la maggioranza dei commentatori, di destra e di centrosinistra, accreditano come la più probabile è che dopo l'approvazione della legge di stabilità, invocata a furor di casta e le successive dimissioni di Berlusconi, se Napolitano non troverà le condizioni per un governo "tecnico" o di "solidarietà nazionale", toccherà alle elezioni dipanare la matassa.
Sarà bene una volta per tutte chiarire che il governo "tecnico" è solo una formula letteraria, intrinsecamente truffaldina, che millanta una neutrale oggettività delle misure che si vogliono adottare, come se la Bce fosse un prodotto dell'Accademia delle scienze e le sue ricette equiparabili ad un postulato della fisica. In realtà, non esistono, non sono mai esistiti e non esisteranno mai governi tecnici. Tutti i governi sono politici. Più di tutti quelli che dissimulano i propri intendimenti attraverso il travestimento tecnocratico.
In ogni caso, non è affatto scontato che le cose vadano davvero a finire come i più immaginano. Vediamo perché.

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121002renzibersanidi Daniela Preziosi
Il sindaco di Firenze evoca la scissione. Bersani nega il rischio, ma i suoi non nascondono che il successo di Renzi terremoterebbe il partito.
«Divisione» mai, «scissione» per carità di dio, «noi siamo il comitato Bersani ma possiamo anche parlare come nuova classe dirigente e di divisioni non vorremmo proprio sentirne». Alessandra Moretti, la portavoce del comitato Bersani per tutti oggi da Rimini parte per il tour delle primarie, dove le capiterà di parlare al posto del candidato «sul programma e sull'Italia, senza guardare al nostro ombelico». Spiega che «dobbiamo battere il centrodestra», che verso Renzi «non diciamo una parola che non sia rispettosa e che non rafforzi il Pd» ma certo «sosteniamo Bersani perché crediamo che sia il candidato migliore per unire, e non solo il Pd ma anche il centrosinistra».

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di Giuliano Garavini

L’austerità è un modo di essere. In questo senso Enrico Berlinguer e Mario Monti hanno, almeno in apparenza, non poco in comune in termini di garbo e sobrietà.Ma l’austerità è stata, e resta oggi, anche un progetto politico. In quanto progetto economico e culturale l’austerità berlingueriana degli anni Settanta e quella montiana dei Giorni nostri non hanno assolutamente nulla in comune.

“Austerità occasione per trasformare l’Italia”, così venne intitolato l’intervento di Berlinguer, ristampato anche di recente, in un convegno al teatro Eliseo nel 1977. Fu un intervento criticato da intellettuali di larghe vedute come Norberto Bobbio

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121126fiomdi Paolo Ciofi
C'è una constatazione da fare in questo contrastato autunno italiano. Se non si estende una forte mobilitazione popolare e di massa volta a rovesciare le scelte del governo Monti, che in nome dei vincoli europei colpisce la stragrande maggioranza, vale a dire i lavoratori presenti e futuri, e se non cresce nel Paese il conflitto per l'uguaglianza e la libertà, che la Costituzione fondata sul lavoro riconosce e tutela, il destino degli italiani sarà inevitabilmente segnato dall'immiserimento materiale e morale, la democrazia verrà amputata e l'Italia condannata a un doloroso declino.
Le lotte democratiche degli studenti e degli operai, dei giovani e dei pensionati, uomini e donne, non solo sono necessarie.
Svolgono anche un'insostituibile funzione per contrastare un vero e proprio arretramento di civiltà, e aprire la strada a un nuovo modello sociale. La retorica, come la mistificazione della realtà fattuale, non fa crescere una moderna coscienza civile e di classe, indispensabile per trasformare la società. Ma non è retorica sostenere che la condizione sociale del Paese - per troppo tempo colpevolmente ignorata anche dai media - sia diventata drammatica, al limite della rottura.

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