di Lo Stato Sociale

C’è gente che va in giro a dire che occupare le scuole non cambierà le sorti di questo paese, dicono che è solo un modo per defilarsi da noiose lezioni e pericolosi compiti in classe. C’è addirittura chi sostiene che sia una pratica dannosa. Pensa un po’ che quando me lo dicevano 10 anni fa io gli rispondevo che le cose così come erano non andavano bene e allora occupavamo e manifestavamo per cambiare le cose. Quando poi mi si chiedeva “Come?” non sapevo rispondere. Alla domanda “In che modo un’occupazione può cambiare in meglio il futuro di una generazione?” rimanevo sempre un po’ interdetto, pensavo: “Magari da qui facciamo partire la rivoluzione!” oppure “intanto facciamo bordello così quelli ascoltano quello che abbiamo dire”.

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melfidi Francesco Piccioni

Difficilmente le motivazioni di una sentenza per una causa di lavoro stuzzicano l'attenzione generale. Quelle con cui i giudici di Potenza hanno spiegato l'ordine di «reintegro sul posto di lavoro» dei tre operai della Fiat-Sata di Melfi, invece, ha tutti i crismi del «caso esemplare». E cade nel pieno di una discussione politica nervosa, spesso apertamente falsificatoria della realtà, ma dalle conseguenze pericolosissime sulla vita di decine di milioni di persone: i lavoratori dipendenti di ogni ordine e grado, con ogni tipo di contratto, precari o stabili, manuali o «immateriali».

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diazdi Lorenzo Guadagnucci*
Dunque cinque giudici di Cassazione hanno detto no. No all’arroganza di chi ha permesso ad altissimi dirigenti di polizia di arrivare all’ultimo grado di giudizio sul caso Diaz occupando ruoli operativi elevatissimi; no alla pretesa del potere politico di salvare in qualche modo quei dirigenti. La sentenza del 5 luglio è un terremoto, perché decapita la polizia italiana e condanna per via indiretta la condotta irresponsabile e vile dei poteri politici e di governo che per undici anni hanno protetto vertici di polizia protervi e abbandonato a loro stessi i cittadini, i testimoni, le vittime che hanno invocato giustizia sperando che ci fosse almeno un giudice in grado di accogliere la dura verità dei fatti. Quel giudice c’era. Era negli uffici della procura di Genova (i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini), nel tribunale d’appello genovese e infine in Cassazione. Ma undici anni di indifferenza, se non di derisione, non si cancellano facilmente ed è quindi il momento di chiamare ciascuno alle proprie responsabilità.

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violen.previewdi Manuela Grano, Valentina Greco, Rosangela Mura, Linda Santilli
Sicurezza, un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci”; così recita il titolo del vademecum dato alle stampe dall’amministrazione comunale di Roma. Strano! Avevamo sempre pensato che la sicurezza, intesa come libertà di vivere e di muoversi, fosse un diritto e ora scopriamo di esserci illuse: niente di più superfluo di un lusso, soprattutto in tempi di crisi.
Ma, lusso o diritto alla libertà, potrebbe ancora andar bene purché fosse garantito. Invece no. Leggendo l’ameno libretto, corredato da ben 27 foto di donne (alcune indicate, ahinoi, con titoli al maschile), ci accorgiamo che dobbiamo continuare a fare da sole.

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121004bulldi Alberto Burgio
Il capitalismo assistito italiano ha trovato in Monti un «santo» in paradiso e si prepara a mantenersi al potere con il bis. Il fronte progressista, invece, arranca in tutta Europa e a tutti i livelli, a cominciare da quello culturale. La storia sembra finita ma stravincere non è vincere: di fronte a tutti noi c'è l'abisso
Evviva Monti! La sua autocandidatura - una sorpresa soltanto per gli ingenui - fa chiarezza nella palude italiana e mette allo scoperto l'unica seria iniziativa politica di questa fase. La crisi organica del berlusconismo ha costretto i suoi mandanti a inventare un grande centro all'altezza dei tempi. Ed eccolo lì, con tanto di capo carismatico e benedizione vaticana, l'embrione della nuova Dc, ombrello protettivo per finanzieri e industriali assistiti, postfascisti e grandi palazzinari. Sbaglieremo, ma la vera novità che sembra profilarsi è l'implosione dello schema bipolare, camicia di forza imposta a un paese strutturalmente tripartito. Bisogna riconoscerlo, quella che il padronato ha realizzato in questi vent'anni è un'operazione geniale.

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dipietro dema ferrerodi Pasquale Videtta
In un documento ufficiale risalente al 10 Dicembre, il Partito della Sinistra Europea (membro della GUE-NGL al Parlamento Europeo costituito, tra gli altri, dalla Linke tedesca, dalla Izquierda Unida spagnola e da pezzi del Front De Gauche e di Syriza) formalizza il suo sostegno al “Quarto Polo”. Il testo redatto, fortemente critico verso Monti (definito «seguace della Goldman Sachs»), il suo Governo (etichettato come un «regime speciale») e nei confronti dei partiti che lo hanno supportato, invita i cittadini italiani «a dare il loro supporto alle forze che stanno lavorando alla creazione del Quarto Polo, all’alternativa all’austerità e alla difesa sovranità popolare».
Attacchi indiretti a Pd e Pdl che, dopo «aver sostenuto la creazione di un “governo tecnico”, che ha votato le misure di austerità, stanno ora cercando di ripulire la propria reputazione macchiata».

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di Sergio Triglia*

Le elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco della città di Genova dello scorso 12 febbraio, sono state vinte da Marco Doria, candidato indipendente sostenuto da SeL. Marco Doria, cinquantenne, professore universitario, un trascorso come consigliere comunale nelle file del Partito Comunista Italiano negli anni ottanta è discendente della potentissima famiglia dei Doria che nei secoli scorsi ha segnato i destini dell' antica Repubblica di Genova...

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sinistrarifondazionedi Stefano Cristiano
Il dibattito che si è sviluppato all’interno del PRC sulla candidatura di Ingroia e la lista unitaria, con relativo simbolo, è a mio parere molto significativo. Intorno a questo importante passaggio tattico, efficacemente tratteggiato da Mauro Lenzi nel suo articolo (leggi qui) che condivido pressoché integralmente, si è innescata una discussione all’interno del partito dalla quale affiorano, in diverse realtà, due sentimenti.
Il primo è quello che definirei sindrome del tradimento: i gruppi dirigenti del partito ci hanno già tradito in passato e anche stavolta il loro unico obiettivo è tornare in Parlamento. Il secondo invece è quello identitario che porta a preferire la “bella morte” abbracciati ai nostri vessilli (perché tanto io sono e resterò sempre “comunista dentro”), alla possibilità di arrestare l’inerzia e risalire la china quanto meno sul versante della sopravvivenza. Entrambi i sentimenti tratteggiano una tendenza, segnalano un problema, impongono una risposta.

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120926fdsdi Raffaele K. Salinari
L'intervista di Massimo Rossi su il manifesto di mercoledì 19, attraversa tutte le contraddizioni culturali e politiche dell'area che vorrebbe costruire l'alternativa alla linea liberista oggi rappresentata dal sostegno bipartisan al Governo Monti. Il punto centrale della riflessione di Rossi è quello del come portare a sintesi politica le diverse sensibilità che compongono oggi la Federazione della sinistra. Date le scadenze imminenti è bene fare chiarezza sui nodi da sciogliere al suo interno e che, purtroppo, non sono affatto nuovi ma rappresentano drammaticamente il forte ritardo accumulato verso gli obiettivi sui quali era stata fondata quest'aggregazione politica. Quali erano questi obiettivi, e a quali problemi irrisolti oggi corrispondono? Il primo era il creare tra forze politiche di storia comunista, il Prc ed il Pdci, una confluenza che invertisse la tendenza storica alla divisione.

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