121129soggettopoliticonuovodi Roberto Musacchio
C’è un filo rosso, mi si consenta di usare questa espressione, che lega l’assemblea di  “cambiare si può “, che affollò il Teatro Vittoria al Testaccio il primo dicembre, con la sala gremita di un altro teatro romano, questa volta l’Eliseo, per il debutto del movimento degli arancioni del sindaco De Magistris.
E il filo rosso non è dato solo dall’evidente sovrapporsi di una parte dei partecipanti alle due assemblee, nel pubblico e negli interventi, ma in un fortissimo bisogno di alternativa allo stato di cose presenti che si esprime all’Eliseo come si era manifestato al Vittoria.

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lavorincorsodi Claudio Grassi
In questi giorni, e purtroppo anche nei prossimi, stiamo assistendo e assisteremo ad uno dei più caotici fine legislatura che si possa ricordare a memoria. Avevamo detto fin da subito, fin dall’insediamento, che questo governo di tecnico aveva soltanto la modalità d’investitura da parte di Napolitano e che l’essenza vera era tutta e propriamente politica. Abbiamo poi avuto modo di conoscere il tempo della falsa equità applicata come fattore di disciplina dell’opinione pubblica e del dibattito politico che, anche per colpe non secondarie dei principali schieramenti presenti in Parlamento, ha mostrato tutta la sua debolezza nella risposta vari ricatti, si chiamino ieri spread, oggi mercati, domani necessità di continuità dell’agenda Monti. Poi nell’avvicinarsi della fase elettorale, come fra l’altro ampiamente prevedibile, l’ennesima capriola del Pdl mette sostanzialmente fine all’ipotesi di dolce transizione verso la prossima legislatura.

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6lucarelli

di Alberto Lucarelli
L'assemblea programmatica di Alba (Alleanza Lavoro, Beni comuni, Ambiente) in programma sabato 30 e domenica 1 luglio al Teatro Due di Parma, rappresenta un momento importante per la costruzione di un un'alternativa reale all'attuale sistema politico, al fine di uscire dalla crisi economica e democratica e di porsi in netta e chiara contrapposizione al liberismo politico, economico e sociale di Monti. In tal senso la scelta della città emiliana è significativa in quanto luogo-simbolo del crollo del sistema dei partiti e delle loro alleanze, con la necessità di costruire nuove forme e contenuti per ritrovare la passione della Politica.

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notavpd

di Giacomo Russo Spena

In piazza con la Fiom ci saranno i No-Tav, non il Pd. Autolesionismo. Non c'è altra parola per definire un partito allo sbando come quello di Pierluigi Bersani. Una forza sempre più lontana dalle ragioni della sinistra e in preda ad una resa di conti interna di proporzioni gigantesche.

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velchi20

di Romina Velchi
Promesse e nient'altro. Sono cambiati un po' i toni, ma la sostanza non muta: la riforma del lavoro va approvata così com'è entro il 28 per permettere a Monti di farsi bello al vertice europeo. Quindi niente modifiche alla Camera, ché altrimenti il provvedimento dovrebbe tornare al Senato e allora addio 28. Più o meno è questo quello che il ministro Fornero ha detto ai partiti della "strana maggioranza" nel tavolo convocato ieri.

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«Il ministro dell’Interno e quello del Welfare dimostrano con le loro dichiarazioni di essere volgari e insultanti – dichiara Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra - . Con le loro parole offendono i giovani italiani: altro che mammoni, sono per lo più disoccupati o precari e ciò nonostante si danno da fare come possono per rendersi autonomi. Il governo si occupi di garantire loro diritti, invece di sparare a zero contro una loro presunta “pigrizia”. Sono forse i loro figli gli unici che non hanno nulla da temere, quanto a posti di lavoro (come hanno già detto in molti sul web a proposito dei due lavori della figlia del ministro Elsa Fornero)! Il governo Monti attacca i diritti, non fa nulla per l’occupazione e si permette anche di dare lezioni morali a chi si sbatte – e molte volte è costretto ad emigrare, alla faccia di quanto pensa il ministro Annamaria Cancellieri – per riuscire ad essere indipendente dai genitori».

Roma, 6 febbraio 2012

Ufficio stampa Prc:
Barbara Battaglia

1diritto del lavorodi Daniela Preziosi

In principio fu l'appello degli intellettuali Rodotà, Romagnoli, Gallino, Tronti e Alleva contro l'art. 8 del decreto di Ferragosto (Era Berlusconi). Quello che, spiegavano, «scippa il diritto al singolo e lo trasferisce alle organizzazioni sindacali». E «scardina il diritto del lavoro. Non c'è più certezza del diritto se in ogni fabbrica, in ogni territorio possono realizzarsi differenti modalità di esercizio di diritti non più universali ma relativi. E relativi ai rapporti di forza di quella fabbrica, di quel territorio». «È in gioco la qualità del nostro futuro quando in una società la forza sostituisce la democrazia», era la conclusione.

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numeridi Redazione Il Fatto quotidiano
In Italia più di un giovane, tra i 15 e i 24 anni, non aveva un lavoro nel mese di novembre. Un dato drammatico se si pensa che è lo stesso tasso del 1992. Secondo i dati dell’Istat, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile è stato pari al 37,1%: record assoluto, ai massimi sia dalle serie mensili, ovvero da gennaio 2004, sia dalle trimestrali, cominciate nel quarto trimestre di venti anni fa. A novembre 2012 tra i giovani italiani le persone in cerca di lavoro sono 641 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione nella stessa fascia d’età.
In generale a novembre gli occupati sono 22 milioni 873 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto a ottobre (-42 mila) sia su base annua (-37 mila). Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, è in diminuzione di 0,1 punti percentuali “nel confronto congiunturale e invariato rispetto a dodici mesi prima” informa l’Istituto di statistica.

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121016rinaldinidi Gianni Rinaldini
Sono interessato alla costruzione di un nuovo spazio politico come luogo di confronto e di approfondimento sulle pratiche di movimento, sulla lettura dei  processi in atto e sulle scelte da compiere per contrastare e cambiare  profondamente il segno sociale, culturale e politico dell’attuale deriva.  Attraversiamo tempi cupi e difficili, riassumibili nel precipitare della crisi  della democrazia, di quell’impasto di rabbia, rassegnazione e impotenza, che  con il crescere del disagio sociale e delle disuguaglianze sociali, può  costituire la condizione materiale per gli sbocchi più imprevedibili e  pericolosi.  Dalla lettura del documento preparatorio di questa assemblea costituente sono  rimasto perplesso per lo scarto evidente tra l’analisi innovativa sul come  stare insieme in questo nuovo spazio pubblico ed il precipitare nella  enunciazione finale di un nuovo soggetto politico che evoca in qualche modo la  scelta di una nuova formazione politica che si aggiunge a quelle esistenti.

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