di Loris Campetti
Si riunisce oggi a Modena una delle componenti più attive della zoppicante democrazia italiana: 5mila delegati metalmeccanici, una rete fatta di nodi diffusi in tutto il territorio nazionale e tra loro intrecciati che rappresentano un pezzo di classe non sedata da promesse false e prebende e non «incorporata» nel pensiero unico.
Questo pezzetto costituente di una nuova, possibile democrazia italiana si riconosce e si organizza nella Fiom, un sindacato autonomo dai partiti, dai giochi politici, nonché Autonomo dalla controparte imprenditoriale pubblica e privata, autonomo dai governi, siano essi di centrodestra, di centrosinistra o ipocritamente definiti tecnici. Eppure la Fiom è un soggetto «politico» secondo la migliore tradizione sindacale italiana: essere fuori dai partiti, rifiutare di farsi partito non vuol dire indifferenza rispetto agli indirizzi politici ma il contrario.