Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

"Berlusconi, dopo aver concordato il Fiscal Compact in sede europea e averlo votato in Italia, si scaglia contro il Fiscal Compact. Evidentemente o è un mentitore o è schizzato. Invece di giocare sulla pelle degli italiani e delle italiane che pagano le sue scelleratezze - Fiscal Compact compreso - distribuisca un po' dei suoi miliardi in beneficenza e chiuda in bellezza la sua carriera da demagogo. Per parte nostra siamo contro il Fiscal Compact e metteremo la sua abolizione al centro del nostro programma elettorale. Voglio proprio vedere se Berlusconi farà altrettanto".

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:
 

«Nell'unirci commossi nel ricordo del giudice Borsellino, non possiamo che porci la domanda di cosa sia accaduto realmente nei rapporti tra la mafia e lo stato. Per questo, il ricordo deve essere una spinta al sapere, al conoscere: il Presidente della Repubblica Napolitano deve dare un segnale in tal senso. Proprio per superare le polemiche dei giorni scorsi è necessario che la più alta carica dello Stato dia un segnale chiaro sui modi e le forme attraverso cui ricostruire la verità su quanto è avvenuto».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, nel giorno dell'anniversario della strage di piazza della Loggia, ha dichiarato:

«Dopo 38 anni le coperture, i depistaggi da parte di autorità politiche e servizi segreti deviati, l'omertà hanno impedito di raggiungere la verità giudiziaria sulla strage di Brescia. Ma la verità storica è ormai tristemente nota e ci racconta di una strage compiuta da manovalanza fascista e ampiamente coperta dai nostri servizi segreti e inquinata da collusioni politiche ormai acclarate, che ci dicono che quella fu una strage di Stato. Proprio per questo è vergognoso che ancora oggi, nonostante sia stato tolto il segreto di stato, non si sia fatta luce proprio su questo tipo di collusioni vergognose, con le quali il nostro Paese non ha ancora fatto i conti. Napolitano intervenga perché quello spazio, creato con l’eliminazione formale del segreto di Stato, venga utilizzato, ovvero si usi davvero quello strumento, con i decreti attuativi necessari, per aprire gli archivi di Stato e dire la verità di quei fatti.
Condanniamo altresì le cariche delle forze dell'ordine ai danni degli studenti che stanno manifestando in queste ore a Brescia. Ai parenti delle vittime tutta la nostra vicinanza: non dimentichiamo».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

«“Il Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dalla Ministra Cancellieri, di fronte ai problemi e alle tensioni derivanti dalla disoccupazione, ritiene che occorre "tenere alto il livello di attenzione attraverso una strategia che si fondi anche sul dialogo con tutte le parti interessate". Dico in tutta franchezza al Ministro che il problema non sono le chiacchiere ma il rovesciamento della linea economica e sociale del governo. Se il governo continuerà con la sua politica recessiva a distruggere posti di lavoro, non saranno le chiacchiere o i divieti di manifestare ad evitare la degenerazione della situazione sociale. Il governo prenda i soldi ai ricchi e li usi per fare posti di lavoro e per tagliare le tasse a lavoratori e pensionati, vedrà che le tensioni sociali scenderanno subito».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS e Giovanni Russo Spena, responsabile nazionale Giustizia di Rifondazione comunista-FdS, dichiarano:

«Esprimiamo la solidarietà del Partito della Rifondazione comunista a Marco Pannella, che continua la sua estrema forma di protesta. Sosteniamo la sua battaglia e chiediamo che vengano ascoltate le sue ragioni. Anche noi riteniamo che il problema delle carceri sia un’emergenza che va affrontata su più fronti. Manca infatti una riforma strutturale del sistema carcerario. Riforma che dovrebbe comprendere una riforma delle misure alternative alla detenzione - che potrebbero già essere applicate - e una riforma parlamentare che cancelli le tre leggi che riempiono le nostre carceri: la Bossi-Fini sui migranti, la Fini-Giovanardi sull’uso di sostanze stupefacenti e la ex Cirielli su attenuanti e recidiva».

Sulla morte di Cristian De Cupis, detenuto romano nel carcere di Viterbo, Giovanni Russo Spena, responsabile dipartimento giustizia di Rifondazione comunista, ha dichiarato: “Occorre accertare al più presto le cause della morte di De Cupis. L’episodio è l’ennesima dimostrazione della drammatica situazione in cui versano le carceri italiane: da Stefano Cucchi in poi anche l’opinione pubblica ha realizzato che la tortura, nei nostri istituti di pena, è purtroppo una realtà. Per risolvere il problema delle carceri in questo Paese noi chiediamo e sosteniamo la decarcerizzazione e la depenalizzazione dei reati, per scongiurare o almeno ridurre in primis il sovraffollamento, che è una costante pressoché in tutti i penitenziari italiani. Ci auguriamo che venga fatta luce nel più breve tempo possibile sulla fine di De Cupis. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla famiglia del giovane morto a Viterbo”.

Roma, 15 novembre 2011

Ufficio stampa PRC: Barbara Battaglia

Giovanni Russo Spena, responsabile nazionale Giustizia di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«La morte di Pop Virgil Cristria, detenuto 38enne a Lecce, dopo 50 giorni di sciopero della fame è l’ennesimo, gravissimo episodio che accade nelle nostre carceri. Siamo vicini ai parenti della vittima. Morire in carcere è indegno per un paese civile: nemmeno nei peggiori regimi militari succedevano fatti del genere, oltre tutto in una situazione di abbandono totale di questa persona. I suicidi e il sovraffollamento delle carceri sono un problema enorme sul quale il governo Monti non ha fatto e continua a non fare nulla».

Giovanni Russo Spena, responsabile Giustizia di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

 

«Di fronte al 41esimo, tragico, suicidio nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno non si lasci cadere nel nulla l’allarme del Presidente Napolitano sulle condizioni disastrose e il sovraffollamento degli istituti di pena. La situazione è gravissima, come da tempo denunciamo. In attesa di riforme strutturali e normative che il parlamento non ha voluto attuare, come l’abrogazione della Fini-Giovanardi, della Bossi-Fini, dell’ex Cirielli, il parlamento vari per lo meno provvedimenti di amnistia e indulto e la possibilità di applicazione di misure alternative al carcere. Sarebbe meschino che le forze parlamentari facessero prevalere ancora una volta l’opportunismo elettoralistico».

GRUPPI DI ACQUISTO POPOLARE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA LANCIANO CAMPAGNA FUORI IL GRANO DALLA BORSA»

«È uno scandalo assoluto – dichiara Francesco Piobbichi, responsabile della rete dei Gap (Gruppi di acquisto popolare) organizzati da Rifondazione comunista - che mentre le famiglie non arrivano a fine mese il pane arrivi a costare 6 euro al kg (come accade a Bologna, 4 euro a Milano). La finanza globale specula sulle derrate alimentari di base come pane e riso, sconvolgendo il normale equilibrio dei prezzi; il ricarico dall'origine del prodotto al bancone di vendita è di oltre il 1000% come spesso hanno denunciato le associazioni dei produttori. Il governo intervenga immediatamente istituendo un prezzo politico per i generi di prima necessità e i Comuni aprano spacci popolari come prima avveniva con gli enti di consumo. Come Gruppi di Acquisto Popolare da tre anni riusciamo a dimezzare i prezzi del pane e di altri prodotti acquistando direttamente dal produttore i generi alimentari, riuscendo così in molte parti d'Italia ad ottenere il pane ad 1 euro al kg. I Gap si ispirano ai Gas (Gruppi di acquisto solidale), ma hanno come punto dirimente il contrasto al carovita e il prezzo equo per i produttori. Ad oggi le famiglie che hanno ruotato intorno al nostro progetto sono oltre 15 mila in tutta Italia. Nei prossimi giorni lanceremo una campagna dal titolo "Fuori il grano dalla borsa", per chiedere l'esclusione dei generi alimentari dalla speculazioni e interventi diretti da parte del governo contro il carovita».

I Gap di Rifondazione comunista sono reti di cittadini che si uniscono e decidono l’acquisto collettivo di generi alimentari e altri beni. Non c’è nessun ricarico sopra il prezzo che è contrattato direttamente con i produttori per creare una rete di distribuzione alternativa a quella delle grandi catene. Tutti i prodotti dei Gap sono tracciati in modo da poter risalire al produttore e conformi alle leggi. Ad oggi sono attivi oltre trenta Gap in tutt’Italia il più consistente dei quali, quello di Lodi, ha 5mila iscritti.

Roma, 4 aprile 2012

Per informazioni: Francesco Piobbichi, responsabile della rete dei Gap, cell. 334 6883166

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