Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

"Come volevasi dimostrare: le agenzie di rating iniziano a mettere in discussione la capacità dell’Italia di ripianare il proprio debito offrendo una sponda alla spietata speculazione finanziaria ed un alibi per altri devastanti tagli al welfare ed ai diritti sociali residui dopo le devastanti manovre del Governo Berlusconi.
Misure inaccettabili e recessive, funzionali  al solo scopo di mettere il Paese con le spalle al muro e a giustificare la messa sul mercato di beni, servizi pubblici fondamentali e patrimonio collettivo.
Fermare gli strozzini (i sedicenti “mercati”) è possibile!  
Bisogna farlo innanzitutto a livello Europeo cambiando natura e ruolo della Banca Centrale che invece di essere complice e braccio armato e dell’aggressione speculativa deve garantire il debito degli Stati membri come fanno altre banche centrali del mondo.  
Vanno inoltre tassate le transazioni finanziarie e ripristinati vincoli allo spostamento speculativo di merci e capitali.
Prima di tutto va garantita la vita e la dignità delle persone!
Giustizia sociale, democrazia reale e partecipativa, investimenti nella conoscenza, riconversione ecologica dell’economia,…  sono evidentemente le uniche strade per uscire dalla crisi.   Invece non trovano spazio neppure misure minime di redistribuzione della ricchezza che persino il Governo statunitense si accinge a varare, come la tassazione dei grandi  patrimoni, da noi riproposta in queste ore con una petizione popolare che sta ottenendo una larghissima adesione!
In realtà la rapace avidità, l’egoismo cieco, la sete di potere, nonché l’ipocrisia di chi dall’opposizione insegue una sterile alternanza alla guida del medesimo modello sociale ed economico,  impediscono di imboccare le strada di un’alternativa possibile, necessaria, urgente!
Il 15 Ottobre in tutte le piazze di Europa grideremo la nostra indignazione e la nostra determinazione a trasformare la società. Lo faremo in tanti, forte e chiaro."

Ufficio Stampa  FdS
per contatti: 3498315492

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

«Il rischio di default per la Spagna o per l’area Euro è il frutto delle folli politiche europee. È sempre più evidente che le politiche di austerity di Monti e soci aggravano il rischio di default mentre l’unica cosa seria da fare è obbligare la BCE ad acquistare direttamente i titoli degli stati membri. La scelta dei governanti europei di non percorrere l’unica strada che permetterebbe di sconfiggere la speculazione è una scelta criminale di chi usa la speculazione al fine di ridurre i salari e distruggere il welfare, obiettivi politici di estrema destra che nulla hanno a che vedere con la lotta alla speculazione».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

«È sempre più evidente che le politiche messe in campo dai governanti europei stanno distruggendo l’Europa. Se continuano a non fare nulla contro la speculazione, accanendosi con politiche recessive e di tagli, è chiaro come l’euro sia destinato a saltare e l’Europa a frantumarsi. Solo un rovesciamento delle politiche economiche può salvare l’Europa e permettere l’uscita dalla crisi: per questo chiediamo che – come si è fatto in Irlanda -  anche in Italia si faccia il referendum sul Fiscal Compact, che sarebbe un passo decisivo verso il baratro. Il popolo italiano respingerebbe questo accordo perché si è stufato delle politiche del governo Monti che producono solo disoccupati e sofferenze sociali».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra, dichiara:

«Monti dichiara che con lo spread alto l’Italia rischia un governo euroscettico e chiede che i partiti colmino il gap di credibilità con la riforma elettorale: queste parole sono la palese dimostrazione dell’evidente uso politico dello spread. Lo spread deve spaventare abbastanza da obbligare i popoli a demolire tutti i loro diritti ma non troppo per non mettere in discussione la schifosa politica di chi quei diritti li demolisce: stanno prendendo in giro la gente».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista - FdS, ha dichiarato:

«La Corte di Karlsruhe ha rigettato il ricorso della Linke contro il MES e il Fiscal Compact. I mercati festeggiano ma si tratta di una cattiva notizia: se la sentenza fosse stata favorevole alla Linke sarebbe stato bocciato il Fiscal Compact e il MES e la BCE sarebbe stata obbligata ad intervenire direttamente sui titoli di stato, evitando lo strozzinaggio previsto dal memorandum. Per il popolo e l’economia italiana, bloccare il Fiscal Compact è vitale perché questo folle trattato prevede che lo stato italiano tagli ogni anno e per vent’anni 50 miliardi di debito pubblico. Questo trattato determinerà un massacro sociale, l’aumento della disoccupazione e il pesante impoverimento del nostro paese. Noi però continueremo la nostra battaglia europea in rapporto con gli altri partiti della Sinistra Europea. Il Front de Gauche francese di Mélenchon ha chiesto al Presidente della Repubblica francese di indire un referendum. Per sostenere questa richiesta il Front de Gauche sarà in piazza a Parigi il 30 settembre e noi saremo in piazza con loro. Per costruire l’Europa dei popoli è necessario fermare questa Europa iperliberista».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, ha dichiarato:

«I dati Istat indicano che l’Italia è in una recessione gravissima che è dovuta alle sciagurate politiche europee e governative. Siamo nella situazione peggiore dal secondo dopoguerra: i salari al palo, il Sud poverissimo, le donne e i giovani senza futuro sono tutte conseguenze dirette delle politiche di Monti. Il governo “tecnico” sta facendo solo danni, e di grande portata, danni che paghiamo noi e che pagheranno le generazioni future. Monti ci sta portando sempre più vicini alla Grecia; ad una crisi senza possibilità di ritorno: per questo se ne devono andare subito a casa».

La Federazione della Sinistra organizza oggi, mercoledì 23 maggio, dalle 16, un presidio di protesta in piazza delle Cinque Lune, a Roma, in occasione della discussione sul ddl lavoro al Senato. Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, parteciperà al presidio odierno alle 16 e dichiara: «Il ddl lavoro che questo Parlamento si accinge a discutere e approvare scardina l’ultima garanzia dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che neppure i governi Berlusconi erano riusciti a cancellare. Se passasse la controriforma l’obbligo della reintegra del lavoratore ingiustamente licenziato non ci sarà più. La cancellazione del diritto alla reintegra apre le porte ad arbitri senza precedenti nel rapporto di lavoro, facendo venire meno il valore deterrente dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Contemporaneamente il ddl lavoro non cancella nessuna delle tipologie di lavoro precario e riduce la copertura degli ammortizzatori sociali, i cui effetti si combinano in maniera micidiale con la controriforma delle pensioni. La precarietà diventerà condizione generale: le lavoratrici e i lavoratori adulti ed anziani espulsi nella crisi dai posti di lavoro dovranno competere con i loro figli e le loro figlie per un posto precario».

«È odioso e inaccettabile quanto previsto dall’articolo 14 del “decreto semplificazioni” – dichiara Roberta Fantozzi, della segreteria nazionale di Rifondazione comunista, responsabile Lavoro del partito – perché con la scusa delle semplificazioni in realtà si vuole deregolamentare ogni tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Il comma 4, nello specifico, taglia fuori i sindacati da ogni intervento sui decreti attuativi, aperti al solo confronto con le associazioni imprenditoriali. In un secondo passaggio si  impongono controlli concordati e infine viene prevista la “soppressione o la riduzione dei controlli sulle imprese in possesso della certificazione del sistema di gestione di qualità”: un drastico ridimensionamento dei controlli in azienda, da concordare comunque con i controllati e l’estromissione dei sindacati dall’attività di vigilanza e controllo. Che governo è quello che  in un paese dove ogni anno muoiono sul lavoro milleduecento persone, invece di occuparsi di rafforzare l’efficacia dei controlli, li smantella?».

Roma, 29 febbraio 2012
Ufficio stampa Prc

Antonio Ferraro, responsabile nazionale Politiche sociali Prc-Fds, ha dichiarato:

"Il ministro Tremonti ha chiarito le vere intenzioni nascoste dietro la delega assistenziale: dare il colpo di grazia ai cittadini in difficoltà socio-economica per recuperare ulteriori 17 miliardi nel 2014, che si aggiungono ai 51 miliardi della manovra. Questo governo va dunque oltre l’immaginabile e somma ai tagli di decine di miliardi allo stato sociale contenuti nella manovra, dalla sanità ai trasferimenti agli enti locali, che si aggiungono a loro volta a quelli devastanti degli anni precedenti anche ai fondi sul sociale, altri tagli attraverso la delega assistenziale. Questo vuol dire una sol a cosa: chiuderanno i servizi sociali e le agevolazioni finora godute da persone e loro familiari per situazioni particolari di disagio socio-economico saranno ridimensionate drasticamente. Il paradosso insopportabile è che ciò avviene in una fase in cui aumentano esponenzialmente i bisogni, vecchi e nuovi, della cittadinanza. Per arrivare a quella somma saranno rivisti al ribasso criteri di accesso all’assistenza, che sarà sempre meno pubblica e più privata e caritatevole. E’ l’ultimo atto del percorso di macelleria sociale del Governo, che brutalmente sferra un altro duro attacco ai diritti sociali delle persone attraverso una probabile revisione dell’ISEE, dei criteri per beneficiare dell’indennità di accompagnamento e dell’assegno di invalidità, dei requisiti reddituali e patrimoniali per l’accesso alle prestazioni socio assistenziali; l’unico strumento che si intende potenziare è quello della social card, la carta dei poveri, che sarà gestita a livello locale dalle organizzazioni no profit.
Questo massacro va fermato all’istante, serve una forte opposizione sociale e politica contro questo Governo sociopatico. Le risorse per il sociale non sono sprechi da tagliare, ma investimenti per un futuro socialmente sostenibile in grado di ridurre le disuguaglianze garantendo e ampliando i diritti fondamentali. La riforma assistenziale dovrebbe prevedere il rilancio del welfare pubblico, partendo dalla definizione dei livelli essenziali di assistenza sociale e relativa copertura economica attraverso una redistribuzione della ricchezza dall’alto verso il basso, tassando i grandi patrimoni, le rendite finanziarie e colpendo gli evasori fiscali."

----Ufficio Stampa Prc- Fds

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