Una lettera al ministro Corrado Clini, al governatore Nichi Vendola e all’assessore pugliese Angela Barbanente per chiedere la tutela del territorio di Porto Miggiano. Autrici della missiva sono Rosa Rinaldi, della segreteria nazionale di Rifondazione comunista, responsabile Ambiente del Prc e Roberta Forte, segretaria provinciale di Lecce del Prc, che nel testo denunciano «Una speculazione edilizia insensata e dannosa» che sta interessando «le coste ed il territorio di Porto Miggiano, misteriosamente escluso dal Parco Naturale Otranto – Santa Maria di Leuca, pur trovandosi nel cuore della zona del Parco».

Secondo le due esponenti di Rifondazione, «La collina di Porto Miggiano, zona di macchia mediterranea, che naturalmente avrebbe dovuto essere inserita nel Parco, è nuovamente oggetto di una speculazione edilizia nei comparti 13 e 14, solo inizialmente contrastata dalla Sovraintendenza dei Beni Ambientali, che aveva evidenziato come un tale progetto modificherebbe in modo permanente una zona SIC protetta, svilupperebbe una incidenza volumetrica estranea al contesto paesaggistico vincolato, stravolgerebbe le esigenze di rispetto e conservazione dei valori paesaggistici che, con decreto ministeriale, sono stati dichiarati di notevole interesse pubblico. La successiva inerzia della Sovraintendenza e il colpevole silenzio di tutti gli Enti ed Istituzioni preposte stanno consentendo l'irrimediabile violazione di uno dei paesaggi più belli del Salento».

Per tanto Rinaldi e Forte hanno chiesto agli amministratori e al ministro che «impediscano una nuova colata di cemento in un territorio che rappresenta un biglietto da visita eccezionale per la Puglia; blocchino l'attuazione di un piano regolatore del 1984 obsoleto e superato, facendo valere i vincoli del Piano Regionale Urbanistico Territoriale Tematico – Paesaggio, che tutela i valori paesistici ed ambientali; facciano rientrare l'intero territorio tra Otranto e Santa Maria di Leuca nel Parco Naturale, impedendo ogni forma di ulteriore cementificazione».

22 febbraio 2012
Ufficio stampa Prc nazionale

Irene Bregola, Roberta Fantozzi e Rosa Rinaldi della Segreteria nazionale del PRC dichiarano:

«Rileviamo che ai reati già gravi contestati all’ex Sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, su cui gli inquirenti opereranno le opportune verifiche,  se ne è aggiunto uno particolarmente odioso. Ci riferiamo evidentemente alla violenza sessuale, aggravata dal fatto di essere stata esercitata da un pubblico ufficiale. Se tali accuse dovessero essere confermate dalle indagini, ci troveremmo di fronte ad un quadro gravissimo, ad un abuso  di potere intimidatorio e ricattatorio esercitato sul corpo delle donne, ad una violenza fisica e psicologica, massima espressione del dominio di sesso. Auspichiamo con forza che la magistratura faccia piena chiarezza, in tempi rapidi. Ci sentiamo doppiamente parte lesa: come donne in primis, oltre che come esponenti di Rifondazione».

Roma, 16 febbraio 2012
Ufficio stampa Prc nazionale

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha dichiarato:

«Per impedire la manomissione dell’articolo 18 serve lo sciopero generale: subito! È del  tutto evidente che il governo è intenzionato ad andar avanti a colpi di fiducia e che il Pd si è genuflesso di fronte a Confindustria. È necessario che la Cgil faccia sentire la sua voce come lo fece dieci anni fa contro Berlusconi. Non è pensabile che i diritti dei lavoratori vengano difesi a corrente alternata, diventando  merce di scambio nel teatrino della politica».

A proposito delle dichiarazioni della Ministra Elsa Fornero che ha definito un "totem" l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, il portavoce della Federazione della Sinistra Massimo Rossi ha dichiarato:

«Proprio stamane alle otto Doriana, Gianfranco, Romano, Nadia, Vittorio, Luigi, Gloria, i dipendenti licenziati senza giusta causa dalla Pfizer di Ascoli Piceno hanno riavuto il proprio posto di lavoro. Ci sono volute due sentenze favorevoli della Magistratura del lavoro, con in mezzo l’umiliazione di essere retribuiti per restare a casa. Senza l’articolo 18 oggi avrebbero avuto un obolo per “risarcire” la perdita del lavoro e della dignità. Altro che “totem”, ministro Fornero! Questi sono diritti irrinunciabili che non si toccano! Si tenga le sue lacrime di coccodrillo».

Massimo Rossi, portavoce della Federazione della Sinistra, cell. 320 4395331

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

La scelta della Cgil di proclamare lo sciopero generale contro lo stravolgimento dell'art. 18 e la controriforma del mercato del lavoro è sacrosanta. La Federazione della Sinistra aderisce alle mobilitazioni sindacali contro questo scempio dei diritti e ribadisce l'invito a tutte le forze politiche di sinistra, a partire da Sel e dall'Idv, a costruire una battaglia forte e duratura nel paese per contrastare questa riforma vigliacca, che aumenterà i pretesti per licenziare senza giusta, senza combattere invece il precariato sul lavoro. Nel frattempo, continua la nostra raccolta di firme, già sottoscritta da decine di migliaia di persone, per la difesa e l'estensione dell'art. 18.

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

La volontà del governo di stravolgere l'art. 18 a forza di ultimatum e ricatti è la dimostrazione della sordità di questo esecutivo alle ragioni della democrazia, sia sul lavoro che nei rapporti con gli interlocutori sociali e politici.
Invece di contrastare la precarietà e di puntare sull'innovazione produttiva, il governo, con l'eliminazione del reintegro in caso di licenziamento per motivi economici, aumenterà i licenziamenti individuali senza giusta causa. E' ovvio che tutti i licenziamenti per ragioni discriminatorie e sindacali, ancora tutelati sulla carta, verranno fatti passare dai datori di lavoro come economici.
Per questo la Federazione della Sinistra continuerà a raccogliere firme e a mobilitarsi contro la riforma del mercato del lavoro, come ha fatto oggi a piazza Montecitorio, e sosterrà le iniziative sindacali di contrasto a questo scempio.

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

Di fronte all’offensiva condotta dal Governo Monti contro l’art. 18, operata con l’appoggio dell’intera maggioranza parlamentare che lo sostiene, diventa sempre più urgente una mobilitazione unitaria delle forze della sinistra che rifiutano lo svuotamento di senso di questo fondamentale principio giuridico a tutela dei lavoratori. È evidente a tutti che, se la Cgil rimarrà sola, l’art. 18 verrà stravolto definitivamente. Infatti, alla luce del vertice di ieri tra Monti, Bersani, Alfano e Casini, non è sufficiente il solo piano sindacale, ma occorre condurre anche una battaglia politica. Pertanto, a nome della Federazione della Sinistra mi rivolgo a Nichi Vendola e ad Antonio Di Pietro per chiedere loro di incontrarci il prima possibile al fine di concordare una strategia unitaria e per invitarli a partecipare al sit-in davanti a Montecitorio martedì 21 marzo nel quale consegneremo le migliaia di firme raccolte già in una settimana sulla petizione per la difesa e l’estensione dell’art. 18.

Riteniamo gravissimo e lesivo della libertà di espressione e della democrazia il Foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno a Roma per due anni imposto dal Questore di Roma al responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Salvatore Barbera.

Il provvedimento è stato emesso dopo l’azione non violenta che i militanti di Greenpeace hanno svolto in piazza Colonna per chiedere di «salvare il clima», con l’apposizione di striscioni  sui cambiamenti climatici e l’alluvione di Genova.

Ci uniamo alla denuncia degli attivisti di Greenpeace e del mondo ambientalista di grande senso civico finalizzata a smuovere le coscienze di un governo  che si caratterizza per essere forte coi deboli e debole coi forti .

Un grande impegno quello dell’associazione ambientalista che andrebbe valorizzato e non represso.

Esprimiamo dunque la nostra solidarietà a Greenpeace e a Salvatore Barbera in comunione con le battaglie per la difesa del clima.

Riteniamo un gesto di inaudita gravita’ l’azione di  criminalizzazione contro  iniziative dimostrative di alta valenza simbolica per il Paese e per il mondo. Un provvedimento  lesivo dei diritti costituzionali previsti dall’art. 16 e 17:

art. 16 “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge”;

art.17 “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.

Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.

Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”.

Rosa Rinaldi, Resp. Ambiente, territorio, beni comuni  Prc-Fds

Davide Pappalardo, Dip. Ambiente Prc

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«28 anni fa moriva Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista italiano. Nella commozione e nel dolore di questo anniversario, lo voglio ricordare oggi con le parole di una sua intervista del 1981, parole che appaiono quanto mai attuali, quasi profetiche: «La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano».

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