Una delegazione dei circoli  Partito della Rifondazione Comunista della zona di Pomezia ha portato questa mattina la propria solidarietà e quella della Federazione della Sinistra ai lavoratori della Sigma Tau di Pomezia in sciopero, che presidiano i cancelli della propria fabbrica.

“La collocazione di ben 569 lavoratori in cassa integrazione per un anno, la chiusura di settori strategici per le prospettive aziendali come quelli della ricerca e informatoria, nonché la rescissione di tutti i contratti in essere in azienda, che richiamano persino in peggio lo scellerato stile Marchionne, sono misure inaccettabili oltre che per i lavoratori coinvolti per l’intero territorio e le sue Istituzioni. Traspare uno sciagurato disegno padronale di ristrutturazione dell'azienda ai fini di una sua probabile svendita al miglior offerente. Operazione tipica di una "moderna" imprenditoria stracciona incapace di creare sviluppo ed  interessata alla speculazione più che alla produzione.   Per questo sosterremo la lotta dei lavoratori in tutte le forme utili allo scopo di salvaguardare i posti di lavoro minacciati e la coesione sociale dell'intera città e della provincia”.  Questo hanno dichiarano Massimo Rossi portavoce nazionale della Federazione della Sinistra e Claudio Fiorella responsabile lavoro Prc del Lazio; che poi hanno aggiunto:

“ Saremo presenti Giovedì prossimo alle 10 al presidio presso il Ministero dello Sviluppo e parteciperemo numerosi alla manifestazione pubblica a sostegno della vertenza organizzata per Sabato 17 a Pomezia dalle Organizzazioni sindacali.   Il nostro sostegno sarà proporzionato alla gravità dell’attacco che, interessando un'azienda italiana leader di un settore nevralgico dominato da grandi gruppi esteri come quello farmaceutico, rischia di rappresentare per le agguerrite case multinazionali concorrenti un precedente ed un alibi per produrre altrettante "ristrutturazioni" selvagge, a tutto danno dei lavoratori del settore, dell'indotto e delle comunità sociali interessate, alla quale già rimane ben poco.”

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

Il taglio dell'acquisto di 30 o 40 cacciabombardieri, sui 131 iniziali, non può accontentarci e somiglia a uno spot molto goffo. Il governo ragiona con la lima, e invece quando si parla di strumenti di morte, per di più costosissimi in un momento di crisi economica devastante, bisognerebbe ragionare con l'accetta. Quell'acquisto va annullato del tutto!

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Bersani non solo conferma l’appoggio a Monti ma continua nella sua azione di apertura ai moderati per le prossime elezioni. È del tutto evidente che, di fronte a questa situazione, l’unica cosa utile da fare è unire la sinistra per costruire una forte opposizione a Monti e un programma di alternativa. Per questo dico a Vendola e Di Pietro, uniamoci e lavoriamo insieme per fermare il disastro in cui ci sta portando Monti con l’appoggio del PD, disastro che costituisce la vera emergenza democratica oggi in Italia».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«L’esorbitante numero di disoccupati, il più alto dal 2000, con il 35% dei giovani senza lavoro, segnala un vero e proprio disastro la cui responsabilità ricade in larga parte sulle politiche del governo Berlusconi prima e dal governo Monti, oggi. Le politiche inique e recessive aumentano la disoccupazione a dismisura: la “cura” Monti sta ammazzando il paese. Noi proponiamo un rovesciamento delle politiche economiche con due obiettivi: creazione di un milione di posti di lavoro pubblici nei settori del riassetto idrogeologico del territorio e delle energie alternative finanziate con una tassa sui grandi patrimoni e la riduzione delle spese militari. Cambiare si può!»

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Monti definisce inaccettabile il tasso di disoccupazione giovanile al 36%: ma la soluzione esiste. Ed è invertire totalmente la rotta e le politiche avviate dal suo governo, tornando a mandare in pensione i lavoratori a 60 anni, favorendo così il ricambio generazionale. Serve poi un piano di rilancio per l’occupazione, un piano statale per un milione di posti di lavoro pubblici, che va finanziato attraverso una tassazione delle grandi ricchezze».

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

Un giovane su tre è senza lavoro: l'indice di disoccupazione a gennaio nella fascia d'età 15-24 anni sale al 31,1%. Il tasso generale ha raggiunto nello stesso mese il 9,2%, pari a 2,3 milioni di disoccupati: è il record peggiore dal 2004. Le persone non trovano lavoro oppure perdono quello che hanno. E il governo Monti, di fronte a tutto ciò, si impegna a manomettere l'art. 18, e quindi a consentire licenziamenti più facili, anziché creare nuovi posti di lavoro e difendere quelli esistenti. Anche per queste ragioni, il 9 marzo la Federazione della Sinistra sarà a Roma con la Fiom, in una battaglia che riguarda tutti, lavoratori e disoccupati.

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

Il governo scherza con il fuoco, se veramente ha intenzione di permettere alle agenzie di riscossione il pignoramento anche degli stipendi e dei tfr dei lavoratori delle aziende debitrici. Per chi ancora crede alla favola di un governo tecnico, neutrale, che si limita ad applicare i conti, la presenza annunciata di un provvedimento di questo genere nel decreto-legge fiscale che verrà esaminato oggi dall’esecutivo è una smentita ulteriore, definitiva. Solo un governo contro i lavoratori, mosso da interessi di classe, può pensare di far pagare agli innocenti dipendenti di un’impresa gli eventuali debiti di quest’ultima con le agenzie di riscossione. Il governo Monti, per il solo fatto di pensare a una misura ingiusta e immorale di questo tipo, dimostra la propria incapacità nel far pagare la crisi a chi l’ha creata, ai piani alti della finanza e della grande impresa, e non ai cittadini comuni. E un governo incapace va cacciato al più presto

dalle 12, a Roma, in via San Martino della Battaglia, 4:

«SIAMO VOSTRI SUDDITI, VOGLIAMO VOTARE IN GERMANIA!»

Il segretario nazionale Paolo Ferrero consegnerà una lettera all’ambasciatore: «Vogliamo dire alla rappresentanza istituzionale tedesca che noi non contiamo più niente, le sorti dell’Italia sono già nelle loro mani , tanto vale che ci considerino loro elettori!».

Roma, 17 novembre 2011

Una lettera di solidarietà al giornale Il manifesto nella quale si lanciano anche due proposte: una campagna straordinaria di sottoscrizione e una campagna politica, per la reintegrazione del fondo per l’editoria, per salvare l’informazione. Mittenti della missiva indirizzata al quotidiano comunista sono stati, oggi, Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, Dino Greco, direttore di Liberazione e Marco Gelmini, amministratore di Mrc Spa – editrice di Liberazione. «Oggi – si legge nel testo della lettera inviata al quotidiano che rischia la chiusura – tocca a voi subire le conseguenze dell'attacco che ha imposto a Liberazione quello che faremo di tutto perché non si trasformi in un definitivo silenziamento. Se questo avvenisse, un colpo mortale sarebbe inferto al pluralismo dell'informazione e la stampa di sinistra ne risulterebbe irrimediabilmente amputata». Per tanto, come propongono Ferrero, Greco e Gelmini, occorre «lanciare una comune campagna straordinaria di sottoscrizione».

Di seguito il testo completo della lettera indirizzata al giornale il manifesto:

Cari compagni e care compagne de il manifesto,

la feroce determinazione con cui i governi (Berlusconi prima, Monti poi) hanno imposto tagli pesantissimi ai già modesti finanziamenti all'editoria di partito, di idee e cooperativa sta producendo gli effetti nefasti che avevamo previsto e ripetutamente denunciato: decine di testate, nazionali e locali, del tutto o quasi prive di entrate pubblicitarie, sono messe a rischio di esistenza.

Oggi tocca a voi subire le conseguenze dell'attacco che ha imposto a Liberazione quello che faremo di tutto perché non si trasformi in un definitivo silenziamento. Se questo avvenisse, un colpo mortale sarebbe inferto al pluralismo dell'informazione e la stampa di sinistra ne risulterebbe irrimediabilmente amputata. Poiché in voi, come in noi, non alberga alcuna rassegnazione, vi proponiamo di condurre insieme la battaglia per la reintegrazione del fondo per l'editoria e - contemporaneamente - di lanciare una comune campagna straordinaria di sottoscrizione. Siamo certi che la comunità dei nostri lettori saprà comprendere la gravità senza precedenti della lesione democratica che consapevolmente viene portata ad un'informazione sempre più omologata e prona ai poteri dominanti. È nostra convinzione che uniti potremo affrontare e superare questa difficilissima prova.

Paolo Ferrero
Dino Greco
Marco Gelmini

Roma, 9 febbraio 2012
Ufficio stampa Prc

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