Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

"Se Marchionne arrivasse alla chiusura di altri stabilimenti della Fiat è del tutto evidente che sarebbe necessario nazionalizzare l'azienda. La Fiat non solo ha preso grandi quantità di soldi dal governo italiano ma oggi è il principale ostacolo alla produzione di automobili in Italia: su un mercato di un milione e mezzo di auto la Fiat ne produce in Italia 400.000. Se Marchionne chiude, lo Stato deve intervenire, nazionalizzare e cercare altri partner per garantire il futuro produttivo dell'industria dell'auto. Parallelamente deve predisporre un piano per la mobilità, per ridisegnare il sistema dei trasporti in una direzione compatibile con l'ambiente".

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Le dichiarazioni del Ministro Fornero relative alla Fiat sono sconcertanti: mentre la più grande e assistita azienda del paese ha annunciato la decisione di disimpegnarsi dall’Italia il Ministro ci comunica di aspettare una telefonata da Marchionne per porgli delle domande. Il ruolo di un governo – se la parola ha un senso – non è quello di aspettare telefonate per fare domande ma quello di proporre una strada: il governo ritiene che la presenza in Italia dell’industria automobilistica e della mobilità sia strategico oppure no? Se sì, cosa intende fare se la Fiat confermasse il suo disimpegno? Noi abbiamo detto con chiarezza che serve un intervento pubblico che arrivi fino alla nazionalizzazione. Pensavamo di avere un governo, non un centralino strapagato».

Alessandro Favilli, responsabile nazionale cantieristica del Prc, ha dichiarato:

"La coraggiosa lotta dei lavoratori di Fincantieri, che hanno occupato stamani il cantiere di Sestri,rappresenta per noi un primo banco di prova importante.
L’AD delegato Bono torna alla carica col suo piano di ‘lacrime e sangue’, ma utilizza il metodo degli accordi cantiere per cantiere, come a Monfalcone, per dividere i lavoratori.
L’accordo separato siglato da FIM e UILM pochi giorni fa è indicativo di un programma, al Muggiano e Riva Trigoso, in presenza di carichi di lavoro fino al 2017, Bono chiede una cura dimagrante di 260 esuberi su 1600 posti di lavoro, senza garanzie per il mantenimento del cantiere di Riva, fatta eccezione per le officine meccaniche.
La logica conseguenza è che a Sestri, dove a partire da marzo non ci sarà più lavoro, vogliano smantellare il cantieri.
Alla politica e agli enti locali spetta assumersi delle responsabilità.
Finito il tempo dei tapulli serve una soluzione di politica industriale che guardi lontano.

Rifondazione Comunista chiede:

1. di bloccare gli accordi cantiere per cantiere e di riportare la trattativa a un tavolo nazionale, con azienda, sindacato, Governo e col coinvolgimento degli Enti Locali;

2. che questo tavolo lavori con l’obiettivo di tenere aperti tutti i cantieri e mantenere l’attuale occupazione attraverso fondi e commesse pubbliche – come hanno fatto Germania e Francia – e nuove produzioni per fare fronte alla crisi della crocieristica e rilanciare il Gruppo. Ma per fare questo bisogna dire NO ai diktat della BCE, che chiede di tagliare la spesa pubblica e privatizzare le aziende di Stato;

3. di avviare a Genova una grande iniziativa di solidarietà e mobilitazione di tutto il mondo del lavoro, a difesa del cantiere di Sestri e della cantieristica italiana in generale."

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra

“Quella di oggi è una grande manifestazione, con un partecipazione oltre ogni aspettativa – dichiara Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, che sta sfilando nel corteo della Fiom a Roma - Ancora una volta i lavoratori sono in piazza non solo per tutelare la loro condizione materiale di vita, ma per difendere la democrazia e la civiltà dell’intero paese, minacciate dall’attacco ai diritti fondamentali del lavoro mossi da Marchionne e da Confindustria. Proprio il grande successo di questa giornata – continua Rossi – rende però ancora più evidente la sproporzione tra queste istanze e la loro rappresentanza politica. A tal proposito, a nome della Federazione della Sinistra, ribadisco l’invito e l’impegno urgente a unire la sinistra che che non condivide le politiche del governo Monti”, conclude il portavoce nazionale della Fds.

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, con Anna Belligero e Simone Oggionni, portavoce nazionali dei Giovani comunisti, dichiarano:

«Il ministro Fornero insulta per l’ennesima volta i giovani: altro che “schizzinosi”, il lavoro per i giovani non c’è! È sconcertante la sconnessione totale della Fornero e del governo “tecnico” col paese reale e coi problemi dei più giovani, nello specifico, con la disoccupazione dilagante: semplicemente non c’è possibilità di trovare nessuna occupazione in questo Paese. Ci chiediamo dove vive la Fornero…

È vergognoso: con la riforma delle pensioni – contro la quale noi facciamo un referendum – hanno allungato l’età pensionabile, impedendo di fatto il ricambio generazionale nei posti di lavoro, non hanno fatto nessun piano pubblico per l’occupazione né alcun provvedimento contro la precarietà. La responsabilità di questa situazione drammatica per l’occupazione giovanile è del governo, non certo dei giovani».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, con Anna Belligero e Simone Oggionni, portavoce dei Giovani comunisti, denunciano:

«In queste ore stanno fermando e sgomberando decine di attivisti, tra i quali anche molti italiani, che si trovano a Francoforte per manifestare contro la Bce: è una vergogna, basta con la repressione del dissenso, le proteste contro gli speculatori non possono essere sgomberate e impedite. La Merkel, colpevole dell’affossamento della Grecia con le sue folli politiche, non solo sta aiutando gli speculatori a scapito delle popolazioni europee ma impedisce anche che la gente protesti liberamente contro queste sue scellerate idee. Tutta la nostra solidarietà a chi sta manifestando oggi a Francoforte e a chi lo farà nei prossimi giorni».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Le parole di Moretti sono scandalose: il governo e le Ferrovie dello Stato spendono e spandono per Tav, Frecce rosse e così via e non mettono i soldi per i pendolari? Mentre Montezemolo guadagna sulla tratta Milano-Napoli – che è in attivo – le FFSS non hanno i fondi per garantire il servizio di trasporti? Si tratta di una situazione scandalosa, in cui i privati fanno i soldi, i treni ci sono solo ad alta velocità e i pendolari vengono scaricati. Questo governo riesce ad aumentare le divisioni di classe anche sul trasporto: treni per i ricchi e nulla per i lavoratori che fanno i pendolari. Serve un piano per la mobilità della gente “normale”, per le persone che prendono il treno tutti i giorni e passano oggi il loro tempo su indecorosi carri bestiame, invece che spendere miliardi per risparmiare mezz’ora per andare da Torino a Lione».

Roma, 11 giugno 2012

Paolo Ferrero, commentando le motivazioni della Suprema Corte sul proscioglimento dell'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, ha dichiarato:

«Come nelle stragi di Stato anche per la mattanza del G8 di Genova non c’è nessun responsabile “in alto”, nessun mandante ai livelli più alti della catena di comando. Non ci sono prove contro De Gennaro, ma solo una “inusitata violenza” contro le persone inermi che dormivano alla Diaz. La macelleria messicana di quei giorni, la più grave sospensione dei diritti umani in Italia dal secondo dopoguerra, resta e si trasforma ogni giorno di più nell’ennesima pagina nera della storia italiana, sulla quale lo Stato non vuole dire la verità né vuole cercare ed avere giustizia».

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

"Siamo tornati a Genova in tante e in tanti con le nostre grandi ragioni, oggi ancora più conclamate di ieri.
Un'idea, un progetto di futuro con al centro la vita, i diritti, la giustizia sociale, la solidarietà.
Ragioni capaci di coinvolgere, di vincere, come i referendum hanno dimostrato: per questo ora come allora il potere intende ad ogni costo e in ogni modo cancellarle.
Siamo tornati più maturi, radicati nei territori, impastati nelle vertenze locali.
La sf ida oggi è quella di coniare un linguaggio comune per tutte queste realtà di democrazia insorgente.
Un linguaggio che trasformi le vittorie in trasformazione del reale...una soggettività politica per l'alternativa.
Un'alternativa che parli di beni comuni con il linguaggio della partecipazione.
Ci sono l'urgenza e le condizioni per farlo!"

--- Ufficio Stampa della Federazione della Sinistra

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