di Umberto Romagnoli

Quella del lavoro, si sa, è una storia di riscatto ed insieme di ricatto. Però, il ricatto non ha mai avuto l'impudente visibilità, la durezza e l'estensione che ha acquistato da Pomigliano in qua. E' sotto gli occhi di tutti, ma non sta bene dirlo. E' politicamente scorretto. Infatti, come era inevitabile, l'iniziativa referendaria in materia di lavoro ha suscitato le irate reazioni della politique politicienne. Improponibile, inopportuna, scriteriata. A prescindere dal merito sollevato dai quesiti depositati in Cassazione pochi giorni fa: un po' perché i nostri politici sono soliti comportarsi così e un po' perché essi ritenevano che «i faticosi, ma avanzati compromessi» raggiunti non potessero essere rimessi in discussione o, in omaggio alla regola per cui non si disturba il manovratore, tutt'al più toccava soltanto a loro aggiustarli.

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di Dino Greco

Guglielmo Epifani si è prodigato su l'Unità per spiegare quanti danni provocherebbe il referendum che intende abrogare le leggi che cancellano l'articolo 18 dal giuslavorismo moderno e minano alla radice il contratto nazionale di lavoro.

Nella chiusa dell'articolo, l'ex segretario della Cgil boccia senza mezzi termini le forze politiche e sociali che qualche giorno fa hanno depositato i quesiti: “Chi ha promosso i referendum – ha tuonato – non aiuta l'unità dei lavoratori né la speranza nel cambiamento”.

Ora, confessiamo che è forte la tentazione di liquidare con una battuta sarcastica questa invero bizzarra conclusione. Terremo invece a freno l'impulso per addentrarci nelle argomentazioni di colui che guidò per una non breve stagione il più grande sindacato italiano.

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di Peppe Allegri

Il dibattito che la proposta referendaria ha aperto tra le realtà che si occupano maggiormente del lavoro precario, autonomo di seconda generazione, a partita iva, per ora non ha generato grande spinta nel ricercare possibili punti in comune che leghino le iniziative per il reddito alla battaglia per l’abrogazione delle modifiche introdotte sull’art.18 e all’articolo 8 sulla contrattazione aziendale.
Se ne parla, ma ancora serpeggia una certa disillusione sulla possibilità effettiva di tornare a legare tra loro gli obiettivi di lotta che caratterizzano il lavoro subordinato con contratto a tempo indeterminato a quello, in realtà sempre subordinato, ma frutto della nuova organizzazione del lavoro determinata dalla legge Biagi.

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di Alessandro Serra e Alessandro Corona

La Federazione della Sinistra sarda si schiera a sostegno della lotta dei lavoratori dell’ ALCOA che rischiano, per colpe non loro, di subire i devastanti effetti della crisi del settore industriale della Sardegna. La chiusura dello stabilimento di produzione di alluminio primario di Portovesme metterebbe infatti definitivamente in ginocchio il Sulcis Iglesiente, dove è già drammatica la situzione economico – sociale che i suoi abitanti stanno vivendo ormai da diversi anni.Lanciamo un messaggio di solidarietà a questi lavoratori e a quelli della miniera di carbone della Carbosulcis che da ieri sera hanno occupato le gallerie diNuraxi Figus, a -400 metri di profondità.

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di Luca Fazio

Sta diventando proprio un postaccio la Fiat per la Fiom Cgil, anche solo per organizzarci un democratico presidio. Fuori dalla fabbrica, naturalmente. Anche nella placida Modena, dove ha sede lo stabilimento della Maserati, gran bella automobile icona di un passato glorioso che appartiene al gruppo che oggi sta languendo nel dopo Cristo di Sergio Marchionne. L'altra notte, intorno alle 2, quando nei dintorni non c'era nessuno - del resto la fabbrica è chiusa per ferie - «ignoti» hanno dato fuoco a un container della Fiom, base del sindacato espulso dal dottor Marchionne in spregio alle più elementari norme di democrazia, non solo sindacale.

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