Jolanda Bufalini


120125lavoroRicerca Ocse sull'aumento delle disparità di redditto. In tutto il mondo sviluppato il gap aumenta. In Italia il reddito medio del 10% benestante è 10 volte superiore al reddito da lavoro minimo.
I precari dell'Istat che «hanno fornito gli indicatori e le misure della diseguaglianza», protagonisti e, al tempo stesso, oggetto della ricerca dell'Ocse sulle diseguaglianze, hanno salutato il ministro Elsa Fornero con uno striscione nell'Aula magna dell'Istituto di Statistica, ispirato al titolo della ricerca: «Precarious We Stand». Un inflessibile Enrico Giovannini non ha dato loro la parola ma il ministro ha assicurato: «I precari di tutta Italia sono nel cuore del governo». Viviamo in un paese dove i poveri restano poveri, i ricchi sposano i ricchi, dove le diseguaglianze sono aumentate anche negli anni in cui cresceva l'occupazione, smentendo l'idea che «i benefici della crescita economica ricadano sulle classi meno abbienti e che una maggiore diseguaglianza stimoli la mobilità sociale».

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Roberto Brunelli

120125dielinkeNon è normale, questo è sicuro. In un Paese che si suppone civile e democratico, non è normale mettere «sotto osservazione» un gruppo nutritissimo di parlamentari dell'opposizione. A maggior ragione se sono tutti di uno stesso orientamento, anzi del medesimo partito. Da una parte i servizi segreti, dall'altra Die Linke, il partito della sinistra: tra le personalità con-trollate regolarmente, uno dei leader storici, Gregor Gysi, la vicepresidente del Bundestag Petra Pau, la vice capogruppo Sahra Wagenknecht e la presidente del partito Gesine Loetsch, solo per citare alcuni dei nomi più in vista.

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Francesco Piccioni

120124leonardiContro il «governo delle banche» e il ricatto del «debito da pagare»
Non solo Tir r forconi. Venerdì sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, ma con una partecipazione molto più vasta. Ne parliamo con Paolo Leonardi, coordinatore Usb, proprio ieri riconfermato nel consiglio del Cnel.
Uno sciopero generale, oggi?
Siamo in una situazione in cui nelle iniziative di lotta prevalgono i momenti particolare: tassisti, tir, ecc. Un tentativo di difendere posizioni, dove però manca l'obiettivo centrale. Ossia un governo espressione diretta del potere finanziario e delle banche, che persegue la distruzione di tutto ciò che si frappone al mito del libero mercato. Senza eccezioni. Non si possono risolvere problemi come questi o il carovita entro «trattative specifiche» con qualche sottosegretario. Si deve aprire un confronto di carattere generale, col governo.

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Andrea Palladino

120124tirLa protesta parte a sorpresa, dopo il rinvio di 60 giorni di quella prevista dai sindacati. Si punta a paralizzare il trasporto in Italia entro venerdì Tra i camion che bloccano l'accesso all'autostrada: «A rischio povertà è il contadino che produce l'insalata, ma anche l'autista che la trasporta»
«Chi si è arricchito con la liberalizzazione dei trasporti? Quelli in giacca e cravatta, che lavorano nelle grandi piattaforme della logistica, che ci tengono per il collo». M.C. non ha bisogno di un megafono per farsi ascoltare davanti al casello autostradale di Anagni, una settantina di km a sud del Grande raccordo anulare. Siamo in provincia di Frosinone, dove il mondo del lavoro è più simile a Caserta che a Roma, dove la deregulation e il turbocapitalismo selvaggio mietono vittime silenziose, ormai da tanti anni.

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Michele Giorgio

120124siriaLa Lega araba sotto schiaffo di Qatar e Arabia saudita Nuove e più pesanti sanzioni della Ue contro Assad. Via libera degli arabi al ricorso al Consiglio di sicurezza Onu (no fly zone?)
Aumenta la pressione sulla Siria. Dopo la «road map», proposta (e imposta) domenica da Qatar e Arabia saudita e approvata dalla Lega araba, l'Unione europea ieri ha varato nuove pesanti sanzioni contro Bashar Assad e i suoi comandanti militari, esprimendo pieno sostegno alla linea dura dell'organizzazione panaraba. La reazione siriana è stata immediata. Damasco ha respinto, giudicandolo «una flagrante violazione negli affari interni», il nuovo piano della Lega araba che prevede l'uscita di scena del presidente Assad, il passaggio dei poteri al suo vice e la formazione di un governo di unità nazionale che dovrà organizzare le elezioni legislative e presideziali.

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