120120tizianGiovanni, non mollare, non sei solo. Dalla tua parte ci siamo noi e tanti altri. Tutta la parte migliore del Paese, quella che intende il proprio lavoro come impegno, come strumento per migliorare la vita di tutti. Quel che ti è accaduto dimostra come la mafia non sia più un problema del Sud, checché ne dicano certi leghisti, bravissimi a lanciare ronde e cacce all'immigrato, per distrarci del cancro che sta colpendo l'economia del Paese.  Anche nel Nord esiste un intreccio perverso tra imprese, criminalità e politica. Denunciarlo a ogni costo è un nostro dovere. Così come è nostro dovere denunciare la condizione di precarietà che colpisce la nostra generazione e della quale anche tu, che hai meno di trent'anni sei vittima. Coi tuoi articoli, con le tue riflessioni, ci hai spiegato come queste siano due facce della stessa medaglia. Come diritto al lavoro  e diritti nel lavoro siano una precondizione essenziale per combattere le mafie. Come la criminalità organizzata possa essere sconfitta solo con la democrazia e la giustizia sociale. Per questo siamo a tuo fianco. E anche noi, oggi, vogliamo dire di chiamarci Giovanni Tizian.

Simone oggionni, portavoce nazionale GC

ferreroDi Paolo Ferrero

Questa recessione disastrosa è il frutto del governo Monti, che farà perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro agli italiani. Le previsioni del Fmi sono la prova lampante che le ricette di Monti sono sbagliate: il professore va bocciato!

Le misure del governo "tecnico", in assoluta continuità con i provvedimenti di Berlusconi, aggravano la crisi. Invece del taglio del welfare e delle liberalizzazioni/privatizzazioni occorrono intervento pubblico, politiche industriali e una decisa redistribuzione del reddito: altrimenti la crisi continuerà a peggiorare.

migrantilibia_91983Di Stefano Galieni

Solo Fortresse Europe, il magnifico sito curato da Gabriele Del Grande, ha provato a rompere il muro di indifferenza. Nella Libia ormai dimenticata e lasciata al suo destino, davanti al porto di Mishrata, che gli occupanti italiani chiamavano Misurata, l'altro ieri è stato recuperato un gommone alla deriva, a bordo il corpo senza vita di un giovane. Molto probabilmente si tratta del gommone segnalato il giorno precedente da una radio in lingua somala che trasmette dall'Italia, radio Bbc Aden Sabrie. I giornalisti della radio avevano ricevuto un appello dai familiari di 55 cittadini somali, allarmati perché non avevano notizie dei propri congiunti.

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Guglielmo Ragozzino

Il decreto sulle liberalizzazioni proposto dal governo contiene un articolo 22 che affida il territorio nazionale - e il mare attorno - alle multinazionali del petrolio e del gas. Esse potranno fare le ricerche che ritengono necessarie e sfruttare i giacimenti ritrovati per un numero di anni indefinito (20+5+5+ ecc.) salvo poi, una volta esaurito il luogo, rimettere ordinatamente tutto a posto. Come dubitarne?
È tutto scritto con precisione. È perfino adombrata, al punto 8 comma c del suddetto articolo, la necessità di indicare «...l'entità e la destinazione delle compensazioni previste per la fase di ricerca e sviluppo». Insomma è fatto balenare fin da subito un possibile guadagno da parte di proprietari delle aree, enti locali, regioni; anzi l'opportunità di un'equa spartizione, regolata magari da qualche organo dello stato, appositamente delegato. Tutto fatto bene, sia chiaro, come in una banda degna di rispetto. Il massimo per dei veri liberali.

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