di Adriana Pollice
Si teme che i 2400 ancora in attesa non rientrino mai. Crisi anche a Pratola Serra e alla Marelli
Una settimana proclama l'avvio della ripresa, quella successiva suona il de profundis per il mercato dell'auto. Così l'ad Fiat, Sergio Marchionne, dopo aver annunciato nuovi mirabolanti investimenti in Italia per lanciare entro il 2016 diciassette nuovi modelli e l'aggiornamento di altri sette, sulle colonne del Financial Times ieri ha disegnato un futuro nerissimo per le industrie automobilistiche europee, che starebbero creando le condizioni «perché si scateni un uragano» a meno che, ragiona Marchionne, non si faccia qualcosa contro l'eccesso di produzione rispetto alla domanda di auto: «Quanto tempo si può continuare a sovvenzionare l'Europa a questi ritmi?», si domanda prima di profetizzare «ci sarà una qualche implosione». In sostanza, toccherà chiudere qualche fabbrica. Il Lingotto allora scommette sul segmento di fascia alta e il 30 gennaio inaugura lo stabilimento delle Officine Maserati di Grugliasco, nel torinese.