di Daniela Preziosi
La richiesta della procura di Bari contro il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola è pesante: un anno e otto mesi per concorso in abuso d'ufficio. E questo nonostante ieri, in aula, i legali dell'accusa che pure avevano presentato un memoriale, alla fine abbiano fatto tre passi indietro. «I miei avvocati hanno spiegato tecnicamente che non c'è reato», ha detto Lea Cosentino, la Lady Asl pugliese, ex direttrice generale dell'Asl di Bari e accusatrice di Vendola. Lui, il presidente nonché candidato alle primarie del centrosinistra, ieri si è presentato in tribunale ed ha parlato. Fuori dall'aula si è detto «tranquillo». Ma «se dovessi essere condannato mi ritirerei dalla vita pubblica». È stato lui infatti a chiedere il rito abbreviato, per liberarsi prima possibile dalla spada di Damocle che pende su di sé e per forza di cose anche sulle primarie. Ma la sentenza, attesa per ieri, è stata rinviata a mercoledì 31 ottobre.
La vicenda è nota: secondo l'accusa un primario dell'ospedale San Paolo, Paolo Sardella, sarebbe stato favorito da Vendola. A Lea Cosentino il presidente avrebbe chiesto di riaprire i termini per le le domande del concorso per la nomina.