di Alberto Burgio
La spirale infernale è sempre più evidente, nonostante gli sforzi per nasconderla. Ora persino il Fmi ammette che le politiche di rigore impoveriscono le società e alimentano la crisi che dovrebbero risolvere. L'Italia è un paradigma di questo stato di cose. Negli ultimi due anni sono state varate manovre correttive (contenere la spesa e aumentare le entrate), pari a circa 130 miliardi. L'ultima di questi giorni, odiosa perché colpisce chi soffre (un altro miliardo e mezzo alla sanità, al netto della riduzione di oltre due dei trasferimenti agli enti locali), i giovani (un altro miliardo di tagli alla scuola pubblica) e, come sempre, il lavoro dipendente. In particolare gli impiegati pubblici, che di qui al 2014 ci rimetteranno qualcosa come 7.000 euro a testa, senza considerare gli effetti dell'aumento dell'Iva.