di Dino Greco
La guerra non dichiarata – ma vigorosamente combattutta – dal governo Monti contro il lavoro e contro la parte più debole della società continua senza battute d'arresto. Del resto, questo impone di fare – “senza se e senza ma” - il patto di stabilità, prodotto diretto del pareggio di bilancio venerato come una divinità dai sacerdoti del finanzcapitalismo e posto a forza nella Costituzione. Con buona pace dell'equità, strombazzata urbi et orbi, ma rimasta sin dall'inizio un puro esercizio retorico, privo di qualsiasi sostanza.
La nuova ondata di tagli – lo scopriamo di giorno in giorno, di aggiustamento in aggiustamento – segue una direzione sola: il welfare, il lavoro, le imposte dirette e indirette.