121015graficodi Debora Billi per Crisis
Mentre molto si discute riguardo ai dati di disoccupazione USA, che qualcuno ritiene come minimo ottimisticamente “aggiustati” in funzione elettorale, ecco un grafico che invece illustra molto bene la drammatica situazione della disoccupazione in Europa, o meglio in quei Paesi PIGS di cui ahinoi facciamo parte.
Le amorevoli cure dei governi liberisti, che dovrebbero “sanare” il dissesto, stanno avendo pesantissime conseguenze sul mercato del lavoro. E tutto ciò mentre i cittadini sono chiamati a tirar fuori soldi ad oltranza, all’austerity, ai sacrifici.
Il grafico, aggiornato a Luglio, mostra l’incredibile situazione di Spagna e Grecia che in appena tre anni hanno visto quasi triplicare i disoccupati; poi la pessima china di Portogallo e Irlanda, mentre posiziona l’Italia nella situazione migliore. Sembra che il nostro Paese non abbia assistito ad un’improvvisa crescita della disoccupazione concentrata in pochi mesi, come accaduto ad altri, ma il fenomeno si stia sviluppando in maniera più graduale. Ecco spiegato anche il perché delle rivolte in Spagna e Grecia.

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di red.

Va bene la democrazia e la lealtà. Ma fino a questo punto, forse, gli elettori di Sel non ci erano arrivati. In un'intervista a Repubblica Tv oggi Vendola ha detto la sua. Su tutto. Innanzitutto, se dovesse vincere lui le primarie es essere quindi lui capo di governo farebbe delle cose bellissime. "Formerò una squadra di governo per meta' fatta di uomini e per metà fatta di donne, cosi' emenderemo il maschilismo di stato". Quanto alla possibilità di 'rottamare' i big del centrosinistra, Vendola spiega che favorirà "le competenze e quelle dei giovani in particolare.

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di Luca Sappino
Quando sono stati presentati i quesiti, lo scorso 11 settembre, bisogna dirlo, la foto non era delle più belle. E non perché la politica non dovesse esserci, in quella foto, anzi. Erano però giorni di polemica, di primarie e coalizioni, e così anche quel momento fu trascinato nel quotidiano dibattito sul centrosinistra. Di Pietro, Vendola, Ferrero, Diliberto, Bonelli e pure Gian Paolo Patta, ex sottosegretario del governo Prodi, ritratti tutti insieme, furono un boccone troppo gustoso per i più polemici sostenitori della continuità montiana. È innegabile che, la presentazione dei quesiti referendari sul lavoro, rappresenti anche una mossa centrale nella partita a scacchi condotta dai partiti della sinistra largamente intesa. I due quesiti abrogativi sulla modifica dell’art.18 dello statuto dei lavoratori e sull’art. 8 dell’ultima finanziaria del governo Berlusconi, sono l’unico concreto punto di rottura, offerto ad oggi dall’opposizione al governo dei tecnici, utile per mettere in discussione la continuità e il rapporto con l’agenda Monti. Ma non solo.

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121009scuoladi Franco Arminio
La scuola per i governi italiani è una faccenda di spese da ridurre, non è nient'altro che questo. Quello che dovrebbe essere il cuore di ogni società viene trattato alla stregua di un'unghia incarnita. A furia di ricevere scarsa considerazione, anche tra chi ci lavora dentro si è fatta strada un'ottica che tende a rimpicciolire le straordinarie esperienze dell'insegnare e dell'imparare.
Forse non serve un giorno di sciopero se poi si ritorna rassegnati nell'angolo. E non si può reagire ai tagli riducendo il proprio impegno. Quello che i governanti non capiscono è che l'Italia ha bisogno di più scuola. Bisognerebbe tenere aperte le aule anche di pomeriggio e di sera. L'errore della politica è di considerarla un comparto particolarmente oneroso del pubblico impiego.

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121012modenadi Loris Campetti
Si riunisce oggi a Modena una delle componenti più attive della zoppicante democrazia italiana: 5mila delegati metalmeccanici, una rete fatta di nodi diffusi in tutto il territorio nazionale e tra loro intrecciati che rappresentano un pezzo di classe non sedata da promesse false e prebende e non «incorporata» nel pensiero unico.
Questo pezzetto costituente di una nuova, possibile democrazia italiana si riconosce e si organizza nella Fiom, un sindacato autonomo dai partiti, dai giochi politici, nonché Autonomo dalla controparte imprenditoriale pubblica e privata, autonomo dai governi, siano essi di centrodestra, di centrosinistra o ipocritamente definiti tecnici. Eppure la Fiom è un soggetto «politico» secondo la migliore tradizione sindacale italiana: essere fuori dai partiti, rifiutare di farsi partito non vuol dire indifferenza rispetto agli indirizzi politici ma il contrario.

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