120926mafiadi Giovanni Russo Spena
Credo di poter offrire uno squarcio di memoria documentale e di indagine giurisdizionale sulla cosiddetta trattativa Stato/mafia. Parlo di un processo che costituisce l'occasione di una ricostruzione addirittura antropologica della formazione di gruppi dominanti e del comando politico/mafioso. Fu Gramsci ad individuare la categoria di "sovversivismo" degli italici ceti dirigenti. Non a caso l'attuale blocco di potere sta facendo di tutto perchè il processo di Palermo si areni, mistificandolo come ossessione personale "populista" e protagonistica del dott. Ingroia e qualche altro magistrato. Anche molti giornali del centrosinistra si adoperano strenuamente per l'insabbiamento. Non si vuole che si scopra (anche giudiziariamente) che la mafia ha partecipato alle politiche dell'alternanza della Seconda Repubblica,dalla trattativa con Dell'Utri e il "riciclaggio"milanese del denaro di mafia alle trattative con settori del centrosinistra per chiudere la fase stragista della mafia corleonese e tornare alla "normalità" degli equilibri quotidiani tra finanza, amministrazione, politica.

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120926fdsdi Raffaele K. Salinari
L'intervista di Massimo Rossi su il manifesto di mercoledì 19, attraversa tutte le contraddizioni culturali e politiche dell'area che vorrebbe costruire l'alternativa alla linea liberista oggi rappresentata dal sostegno bipartisan al Governo Monti. Il punto centrale della riflessione di Rossi è quello del come portare a sintesi politica le diverse sensibilità che compongono oggi la Federazione della sinistra. Date le scadenze imminenti è bene fare chiarezza sui nodi da sciogliere al suo interno e che, purtroppo, non sono affatto nuovi ma rappresentano drammaticamente il forte ritardo accumulato verso gli obiettivi sui quali era stata fondata quest'aggregazione politica. Quali erano questi obiettivi, e a quali problemi irrisolti oggi corrispondono? Il primo era il creare tra forze politiche di storia comunista, il Prc ed il Pdci, una confluenza che invertisse la tendenza storica alla divisione.

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120925polverinidi Alberto Burgio
La governatrice del Lazio ha rassegnato le dimissioni. Tanto doverose quanto insufficienti per sanare una democrazia ferita. Al punto che l'idea stessa di rappresentanza suona ironica. Oggi la casta è sinonimo di separatezza, oltre che di corruzione. Nei suoi comportamenti si manifesta la malattia terminale di un sistema politico in sfacelo. Fallimentare sul piano dei risultati materiali e impresentabile sul terreno morale e «antropologico».
È un fenomeno talmente grave, che il discorso morale non basta più. Talmente organico che ricondurlo al solo profilo (im)morale dei protagonisti sarebbe riduttivo. Assodata l'esigenza di punire il malaffare, restano aperte altre questioni. Se l'impressione che in Italia la corruzione politico-amministrativa abbia passato il segno ha fondamento, occorre riflettere su due fattori: la qualità della «classe politica» e le occasioni che le vengono offerte di abbandonarsi a comportamenti indecenti. Si tratta di aspetti connessi perché nessuna tentazione potrebbe fare breccia in un incorruttibile e perché gran parte di quelle tentazioni sono generate in piena autonomia da quanti ad esse cedono. Come dire che qui Sant'Antonio è il diavolo stesso.

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120925studentilinkcoordinamentouniversitario.it
Questa mattina gli studenti di Link Roma hanno manifestato sotto la Regione Lazio per chiedere lo sblocco immediato dei fondi per le borse di studio regionali.
E’ una vergogna che uno studente debba lavorare due mesi in sessione d’esame per poter pagare l’affitto perché sistematicamente la Regione Lazio paga in ritardo le borse di studio, quando poi si scopre uno scandalo e uno spreco di fondi pubblici di queste dimensioni.
Protagonista principale la Regione Lazio e lo scandalo dei fondi pubblici sprecati per cene, book fotografici e festini in maschera. Una giunta, quella del Lazio, che costa 5 milioni di euro l’anno, uno in più di quanto si sarebbe speso se gli assessori fossero stati eletti in consiglio. Sconvolgente anche il numero dei portaborse e collaboratori e, a riguardo, è interessante notare come il triste primato appartiene a Gabriella Sentinelli, delega all’Istruzione, che si avvale di ben 17 collaboratori: peccato che l’assessorato in questione, in questi anni, non abbia dato grande dimostrazione di conoscenza e preparazione in merito ai grandi problemi della scuola e dell’università.

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120925marchionnedi Andrea Di Stefano e Roberto Romano
Il bluff di Marchionne continua. L’annuncio che “al momento opportuno” Fiat investirà negli stabilimenti italiani del gruppo e che si punterà sull’export, rischia di andare poco lontano. Non c’è un solo produttore europeo che si azzarda ad assemblare vetture in Europa per venderle in Usa (per di più con un cambio euro\dollaro a 1,3). Ma la realtà è che non tutte le colpe sono di Marchionne che ha utilizzato il costo del lavoro come problema italiano in modo strumentale, per deviare l’attenzione dal problema centrale. Tanto più si discuteva di produttività del lavoro, tanto più si nascondevano i problemi veri del settore.
Tanto per essere chiari: la Fiat non sarebbe produttiva e profittevole nemmeno se ci fossero gli schiavi. Con una aggravante, che in qualche misura deve far pensare. Molti imprenditori metalmeccanici hanno appoggiato la lotta di classe della Fiat su orario di lavoro e salario non perché fosse un modello adeguato per rispondere alla crisi del settore, ma perché tornava utile per imporre condizioni di lavoro restrittive.

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