Raffaele Tecce

120129tecceSi è svolto ieri a Napoli il Forum dei Comuni per i Beni Comuni indetto dalla Amministrazione Comunale partenopea guidata dal Sindaco de Magistris con la partecipazione di circa 1500 aderenti dei quali un migliaio di amministratori comunali, provinciali e regionali provenienti da tutta Italia . Al centro della riflessione, introdotta dall' assessore napoletano ai beni comuni Alberto Lucarelli, la proposta di costruire una "rete dei comuni per i beni comuni" capace di definire proposte e conflitto in particolare su due obiettivi: 1) contrastare le norme anticostituzionali del decreto di Berlusconi di ferragosto, accentuate nel decreto Monti sulle liberalizzazioni ,tese a obbligare i Comuni a tappe forzate alla privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali e del patrimonio pubblico, in contrasto, al di la della apparente esclusione da queste norme del servizio idrico integrato ,con lo spirito e la lettera del quesito referendario su cui si sono pronunciati 27 milioni di elettori. 2) un "patto dei comuni contro il patto di stabilità ", figlio della politica liberista europea sintetizzata dai parametri di Mastricht, lesivo di ogni autonomia di Comuni intesi come enti di prossimità più vicini ai bisogni dei cittadini.

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notavNOI E LA CRISI DA QUESTA PARTE; LE OPERE INUTILI I POLITICANTI, I PROFESSORI E I BANCHIERI DEL GOVERNO DALL'ALTRA.

Ancora arresti, ancora provvedimenti ad orologeria, 2 giorni prima di una manifestazione NO TAV che si svolgerà sabato 28 nella città di Torino per informare sulla truffa colossale del TAV, fonte inesauribile di nuovo debito pubblico, per noi, nuovo mangime per la pappatoria della politica (citazione del Giudice Imposimato), per quelli che stanno dall'altra parte.

Una ferrovia da 130 milioni a km a preventivo, 1300 a centimetro, un colossale spreco di risorse pubbliche per un'opera che non serve e che è già tecnicamente obsoleta anche se viene maldestramente venduta come icona della modernità dai faccendieri, lobbisti e corte politica.

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forumCon voto unanime la giunta Federici ha approvato la delibera, proposta dall'assessore Simona Cossu, con la quale La Spezia aderisce formalmente al Forum dei Comuni per i Beni Comuni, la rete nata dalla proposta del primo cittadino partenopeo Luigi De Magistris, per connettere tutte le esperienze che sono accomunate dalla volontà di tutelare i Beni Comuni.

"L'adesione del comune capoluogo al Forum dei Beni Comuni è un risultato politico straordinario – commenta il risultato William Domenichini, responsabile Beni Comuni e Ambiente di Rifondazione Comunista La Spezia – che si inserisce in un solco che abbiamo tracciato da tempo.

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Pubblichiamo la lettera che Greenpeace, Legambiente e Wwf hanno inviato al presidente del Consiglio Mario Monti per chiedere un incontro urgente alla luce di una pericolosa disposizione contenuta nel decreto sulle liberalizzazioni.

Con la norma, presente nel testo, si dispongono procedure accelerate e con meno controlli per lo smaltimento delle scorie nucleari. Un'altra "perla" del governo Monti alla quale opporsi con forza.

 

Nucleare, le scorie "liberalizzate". La lettera a Monti di Greenpeace, Legambiente e Wwf

Egregio Presidente, abbiamo letto nel decreto sulle liberalizzazioni un articolo che riguarda un argomento molto delicato - lo smantellamento degli impianti della filiera nucleare chiusi dopo il referendum del 1987 e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi - e che viene affrontato con modalità accelerate e semplificate, con deroghe sulle normative ambientali e urbanistiche, che ci preoccupano molto.

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Nota a cura del Dipartimento Ambiente PRC

Dopo la pubblicazione del decreto sulle liberalizzazioni in Gazzetta ufficiale (il testo è stato pubblicato in GU n. 19 del 24 gennaio 2012 – supplemento ordinario n. 18) è possibile fare una breve disamina delle misure che toccano i temi dell'ambiente.

Intanto una buona notizia: la lotta paga! Le mobilitazioni dei giorni scorsi contro i tentativi di affossamento del risultato referendario portati avanti dal governo Monti, a cui abbiamo partecipato come Partito, hanno fatto retrocedere lo stesso esecutivo dalle posizioni che avrebbero comportato una beffa sul voto democratico di giugno. La disposizione, prevista in bozza, con cui di fatto si annullava il risultato del referendum sull'acqua, non è stata inserita nel testo definitivo del decreto.

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Acqua-pubblicaI ministeri dell'Ambiente e della Salute sono stati condannati dal Tar del Lazio a risarcire con 100 euro ciascuno circa 2.000 utenti di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) che lamentano la presenza di arsenico nell'acqua. Lo annuncia il Condacons, che aveva presentato ricorso.

Il Tribunale amministrativo regionale ha riaffermato che l'acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l'indicazione di agire contro le Ato che non potevano non tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa. Non solo.

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AcquaLa mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.

È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.

Rimane ampiamente negativo il giudizio del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sul decreto liberalizzazioni che, a dispregio voto del giugno scorso, peggiora le già pessime misure del precedente Governo sulla privatizzazione degli altri servizi pubblici locali.

La mobilitazione del popolo dell'acqua continua per la piena attuazione del risultato referendario: avanti tutta con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la campagna di obbedienza civile per una tariffa corretta e coerente coi referendum. Si scrive acqua, si legge democrazia.

Forum italiano dei movimenti perl'acqua

Roma, 20 gennaio 2012

A cura del Dipartimento Ambiente Prc

Acqua, puntano ad affossare il referendum

Il governo Monti tramite il decreto sulle liberalizzazioni vuole affossare il risultato del referendum sull’acqua, rendendo impossibile la gestione del servizio idrico da parte delle aziende speciali o dei soggetti di diritto pubblico. Con l’art. 31 – che sembra scritto direttamente da Acea, A2A, Hera, Iren e dagli altri gestori privati e dai loro alti consulenti - si attacca proprio il risultato con il voto di giugno con il quale, grazie al rimando alla disciplina comunitaria, si erano rese possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali. Nel testo sulle liberalizzazioni si dichiara infatti che le aziende speciali possono intervenire “per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale” (presupponendo che il servizio idrico integrato sia tale) e le si assoggetta per la prima volta al patto di stabilità interno. In questo modo l'acqua verrebbe gestita o attraverso una gara o da società per azioni.

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Ecco un emendamento presentato dal consigliere regionale della Fds in Molise e approvato all'interno della finanziaria regionale:

“la Regione Molise in ottemperanza delle leggi regionali 37/99 e 38/06 e dando seguito alla consultazione referendaria del giugno 2011 attesta che la proprietà pubblica delle reti e delle infrastrutture è inalienabile. La gestione del servizio idrico integrato è affidata all’Azienda Speciale Molise Acque, ente di diritto pubblico, la cui natura giuridica non può essere modificata”

Rosa Rinaldi

120119trivellazioniL’esecutivo “liberalizza” anche le trivellazioni: da adesso è anche il governo degli inquinatori. Se confermato quanto contenuto nella bozza di decreto sulle liberalizzazioni scenderà drasticamente il limite di trivellazione nelle aree protette, dagli attuali 12 km dalla costa a 5 km. Si aumenteranno inoltre gli investimenti in infrastrutture estrattive e si liberalizzerà la ricerca di nuovi giacimenti. Per favorire i petrolieri le coste italiane verranno quindi trasformate in gruviera, con pesanti ricadute in termini di inquinamento, sicurezza e devastazione ambientale.

A muovere la penna dell’estensore dell’obbrobrio ambientale i petrolieri e le loro appendici che siedono nelle influenti postazioni delle agenzie di rating. Nella relazione allegata al provvedimento si evidenzia infatti la considerazione che l’esecutivo ha nei confronti di Standard & Poor’s, citata per aver alzato il rating di Israele dopo la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali. Il governo si fermi e cancelli queste proposte scempio dal decreto.

FB Ezio Locatelli

 

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