L’accordo sulla rappresentanza sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria è stato definito un accordo storico, una svolta epocale. Ne vanno analizzati invece senza infingimenti gli elementi critici e negativi, senza per questo fare l’operazione opposta di rimuovere il contesto in cui si colloca.
Il contesto è quello di una lunga stagione di esclusione dalla contrattazione delle organizzazioni sindacali che, quand’anche maggioritarie, non sono state disponibili a subire i diktat e i pesanti arretramenti imposti dalla controparte.
Una lunga stagione in cui, in sostanza, è stato nelle mani delle imprese scegliere i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori: con quali sindacati trattare, quali escludere, con quali chiudere gli accordi.



di Guido Scorza
Maurizio Landini promuove l’intesa raggiunta sulla rappresentanza. «Ma non risolve tutte le vertenze, ci vuole una legge»



