“Le anticipazioni fornite dal ministro Passera circa il nuovo regime di incentivazione previsto dal Quinto Conto Energia lasciano ancora una volta estremamente perplessi”. È il parere del presidente dell’associazione “SI alle energie rinnovabili No al nucleare” Mauro Bulgarelli, secondo il quale: “non è possibile programmare una crescita delle energie rinnovabili più equilibrata senza il varo di un vero piano industriale, sul modello di quello tedesco, capace di coniugare occupazione, innovazione e sostenibilità ambientale. Le aziende italiane del settore hanno bisogno soprattutto di certezza normativa, di procedure autorizzative omogenee e semplificate e di un sistema di erogazione degli incentivi credibile e condiviso, rispettoso degli investimenti profusi dagli operatori e soprattutto delle tasche dei cittadini. A tale proposito – continua Bulgarelli – il messaggio che arriva dal governo è evidentemente distorto, visto che giustifica i prossimi tagli agli incentivi per le rinnovabili con la necessità di contenere il costo delle utenze, omettendo di dire che sul costo dell’energia gravano da sempre oneri e voci che poco hanno a che fare con la produzione di energia, come i costi fissi ingiustificati e misteriosi (vedi alla voce ‘oneri generali di sistema’) di cui si è giovata per decenni l’Enel. Sarebbe inoltre bene ricordare che il 60% della commercializzazione dell’energia elettrica va a impianti “tradizionali” (dei quali il 90% a metano, petrolio e carbone), che i servizi di rete incidono per il 14% sull’importo finale della bolletta, sebbene la rete elettrica italiana sia stata fino a pochi anni fa del tutto obsoleta, talvolta fatiscente, e solo grazie agli investimenti dei soggetti privati impegnati nel settore delle rinnovabili, che hanno rimodernato a loro spese la rete sobbarcandosi un onere economico ingente, la sua efficienza si è largamente accresciuta. Gli incentivi fin qui erogati per le rinnovabili incidono, in realtà, solo per il 10% sulla bolletta che riceve l’utenza, per un importo medio annuo di 48 euro a famiglia. Va bene, allora, rivedere la logica e le modalità di erogazione degli incentivi – come pretende il governo –, anche per evitare le strategie speculative di poche grandi aziende, ma questo va fatto – conclude Bulgarelli - attraverso la concertazione e la condivisione delle scelte energetiche da parte degli operatori del settore, premiando le fonti meno costose e più pulite, programmando seriamente l’uscita dall’era delle energie fossili, scelta di cui si gioverebbero, in primo luogo, i consumatori”.
Comunicato Associazione "Si' alle energie rinnovabili No al nucleare"
Roma, 12/04/2012