di Nicola Cipolla

Il risultato delle elezioni comunali sancisce certamente la crisi della destra berlusconiana, ma neanche il Pd ha grossi motivi di compiacimento. A Palermo, e credo che questo sia un risultato fortemente innovatore e significativo, dopo che le fratture interne al Pd hanno affondato la candidatura di Rita Borsellino e attraverso primarie inquinate da interventi esterni all'area elettorale del centro-sinistra e addirittura da brogli sottoposti all'azione giudiziaria, ha trionfato Leoluca Orlando, esponente di rilievo nazionale di Idv (il partito che ha contribuito in modo determinante, con la raccolta delle firme per il referendum contro il nucleare, anche alla vittoria dei referendum contro la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici del 12 e 13 giugno 2011).

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Intervista a Paolo Ferrero
di Sebastiano Cugnata

Segretario Ferrero, cosa ne pensa dei sette anni di governo Cuffaro prima e dei quattro anni del successivo governo Lombardo? Crede che oltre ad affossare il già fragile sistema politico ed economico siciliano, abbiano causato danni all’equilibrio dell’intero Paese?
I governi Cuffaro e Lombardo sono due facce della stessa medaglia: rappresentano un sistema di potere che ha gestito, piegato e affossato l’intera Sicilia per anni, a partire dalla macchina amministrativa e da settori cruciali dell’economia come agricoltura. Sono stati l’affermazione di una logica clientelare e di tantissimi sprechi nella spesa pubblica, nel quadro di un medesimo sistema di potere, in totale continuità l’uno con l’altro.
Con tutta evidenza la gestione Cuffaro e Lombardo ha significato il mancato sviluppo non solo della Sicilia ma anche del Mezzogiorno, con un dispendio inutile di risorse che ha pesato sull’intero Paese.

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Il risultato delle elezioni amministrative di Palermo ci dice che è possibile scrivere una nuova pagina nella storia della Sicilia, di riscatto, di democrazia, di giustizia sociale, della legalità del bene comune.
Non è solo un’aspirazione, ma il punto di partenza obbligato per offrire una risposta credibile ed efficace alle politiche liberiste di Monti e alla crisi economica, con la loro scia di chiusure, licenziamenti, esodati, cancellazione dell’art.18, desertificazioni produttive, abbandono delle campagne, di precarietà e lavoro nero per i giovani, di 52%  di disoccupazione femminile, di tagli alla sanità e alle spese sociali, di attacco ai diritti e alle conquiste delle donne, a partire dalla 194.

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di Franco Astengo

La validità della formulazione di un forte auspicio circa la possibilità di una presentazione unitaria di tutte le forze della sinistra d’alternativa risiede in molte ragioni: prima fra tutte quella riguardante la necessità di recuperare una presenza nelle istituzioni repubblicane, la cui assenza, come abbiamo avuto occasione di osservare amaramente nel corso di questa legislatura, appare davvero del tutto esiziale sul piano della prospettiva politica e della possibilità di affrontamento di tutte le grandi questioni che- soprattutto ma non solo – la crisi ha portato violentemente con sé sul piano del lavoro, dello stato sociale, della stessa convivenza democratica.

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di Giulietto Chiesa

I lettori di questo blog si saranno certo accorti che seguo con particolare attenzione gli sviluppi preparatori di alcune guerre, le prossime. Si tratta di Siria e Iran, due bersagli chiarissimi. Lo faccio perché sono certo che avranno effetti diretti sulle nostre vite e su quelle dei nostri figli.
Per questo uso le fonti migliori disponibili e, tra queste, proprio quelle di coloro che preparano la guerra. In genere sono bene informati. L’ultima – che qui commento – viene dal New York Times del 21 luglio scorso. Lo includo tra i fautori della guerra a pieno merito perché questo giornale è stato da sempre una delle portaerei del “sistema americano”.

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di Paolo Ferrero

Voglio esprimere la grande soddisfazione per il risultato del Fronte de Gauche alle elezioni francesi. Si tratta di un risultato assai rilevante in termini numerici e in termini politici. La sinistra torna dopo più di vent’anni a risultati a due cifre e nello stesso tempo ha influenzato pesantemente il dibattito politico francese riuscendo a porre al centro le questioni della lotta alla speculazione e della redistribuzione del reddito.
SI tratta di un indubbio successo politico che peserà nella possibile e auspicabile vittoria di Hollande al ballottaggio, contribuendo non poco alla sconfitta delle politiche di destra della Merkel che hanno sino ad ora caratterizzato l’Europa.

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Etienne Balibar, Rossana Rossanda, Michel Vakaloulis

Tutti sanno che, nell'evolversi degli avvenimenti che in tre anni hanno spinto la Grecia nell'abisso, le responsabilità dei partiti al potere dal 1974 sono schiaccianti. Nuova Democrazia e Pasok hanno perpetuato corruzione e privilegi, ne hanno beneficiato e fatto ampiamente beneficiare fornitori e creditori della Grecia, mentre le istituzioni comunitarie guardavano altrove.

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di Maria R. Calderoni

L'abbaglio c'è stato, accecante, globale. Tutti fortissimamente antiberlusconiani, spuntati come funghi ovunque, dagli Appennini alle Ande. Dalla Littizetto al cardinal Bagnasco,dall'all'ambasciatore americano al capogruppo PPE, passando per partiti, giornali italiani ed esteri, Bruxelles e Casa Bianca.

Antiberlusconiani della prima e dell'ultima ora. A nominarli tutti non si finisce più.

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i Fabio Marcelli

Sono in molti a chiedersi come faccia il Partito democratico a continuare a esistere, nonostante si diano, al suo interno, approcci e impostazioni fortemente differenti, per non dire opposti, su praticamente tutti gli argomenti possibili dell’azione politica. Una possibile spiegazione, non particolarmente lusinghiera per i diretti interessati, è che il collante autentico sia la salvaguardia del potere di cui questo partito e i suoi membri continuano a disporre. Come che sia, la dichiarazione di Civati, il più a sinistra fra i rottamatori, secondo il quale l’alleanza con Casini renderebbe impossibile la convivenza nel partito, sembra aprire una fase nuova. Come che sia, la dichiarazione di Civati, il più a sinistra fra i rottamatori, secondo il quale l’alleanza con Casini renderebbe impossibile la convivenza nel partito, sembra aprire una fase nuova.

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