di Gianni Rossi
Il traballante vascello Europa si è gettato incautamente tra i gorghi della “tempesta perfetta” finanziaria, economica e politica, senza più un timoniere che lo possa far uscire dai flutti, seppure con l’albero maestro spezzato e le vele squarciate.
L’estate porta con sé l’irrazionalità dei mercati, la voracità degli speculatori e l’assenza decisionale della politica; sirene tragiche che potrebbero trasformare in incubo il sogno dell’Unione Europea, come ce l’avevano tramandato i “padri fondatori” nel secondo dopoguerra: un’unica comunità al riparo da ulteriori guerre fratricide e da sconquassi economici e sociali.