di Argentino Tellini
Non solo il Sulcis gronda sangue, nel deserto della Sardegna c'è un altro deserto, che sembra non essere più di moda : quello di Porto Torres e della fine del sogno industriale. In una città di 22mila abitanti ci sono 5mila disoccupati e altre 3mila fra cassa integrazione e mobilità. Se ci aggiungiamo i pensionati ci accorgeremo che è una città dove non lavora nessuno, con percentuali di disoccupazione giovanile che sfiorano il 70 %...
Eppure non si muove nulla in questa città cimitero e in tutto il sassarese, salvo qualche manifestazione sindacale. Nel Sulcis almeno protestano, qui la gente non ha voglia nemmeno di fare quello, avvolta da un'apatia e da una rassegnazione senza precedenti.

La Fiom non si rassegna all’eclisse della democrazia e non si piegherà di fronte all’accordo che trasforma i lavoratori in destinatari senza voce di accordi che i sindacati stipulano per loro. «Solo se i lavoratori votano e decidono si preserva l’unità e si scongiurano gli accordi separati». E i metalmeccanici della Cgil garantiranno sempre questo diritto da cui dipende l’identità stessa del sindacato. Nella prossima consultazione degli iscritti dev’essere possibile illustrare tutte le posizioni in campo e non soltanto le ragioni del “Sì”, perchè non si può rispondere alla complessità democratica con un ritorno a logiche autoritarie». Parola di Maurizio Landini
di Boris Sollazzo
di Romina Velchi
Rosa Rinaldi
Quest’anno, in ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge 185/90, il governo ha presentato il rapporto sull’esportazione di armi italiane nel 2011. 




